Perché nell’ultimo spot di Barilla lo chef Davide Oldani e il suo compagno di cucina Roger Federer mentre sono alle prese con un piatto di spaghetti non usano il cappello, mentre gli altri aiuto cuochi/e lo indossano sempre? La domanda è lecita, ma la risposta purtroppo non c’è. Qualcuno può obiettare che si tratta di uno spot e non della cucina di un ristorante. È vero, ma proprio perché siamo di fronte a uno spot visto da milioni di persone, i due devono indossare il cappello come fanno gli altri. La pubblicità fa cultura, e mostrare uno chef famoso a capo scoperto è sbagliato, perché diventa un modello di riferimento. Una questione analoga si pone quando vanno in onda gli spot delle moto e si vede un veicolo che sfreccia davanti alla cinepresa. La persona alla guida, e anche chi sta dietro, anche quando si tratta di star del cinema o di piloti famosi, hanno sempre il casco. La scelta di indossare il casco non è una casualità ma un obbligo, perché lo spot deve veicolare allo spettatore un messaggio corretto sulle modalità di guida. La stessa regola vale in cucina, quando le immagini mostrano chef o altro personale alle prese con i fornelli in un ristorante o in altre situazioni pubbliche. La regola è molto semplice e non sono previste eccezioni.
Purtroppo questa norma basilare che viene insegnata agli studenti del primo anno dell’Istituto alberghiero, è allegramente snobbata dai grandi chef che non amano la toque (così si chiama il cappello), anche se fa parte della divisa di lavoro. Probabilmente qualcuno dello staff Barilla conosce la norma di legge, ma non la ricorda con sufficiente solerzia al regista dello spot e a Davide Oldani e Roger Federer. È vero che sul set questi personaggi diventano star, ma questo non giustifica il mancato rispetto delle norme igieniche. Purtroppo le immagini dello spot non sono un’eccezione. I grandi chef non indossano il copricapo volentieri. Lo dimostrano le numerose foto che li ritraggono alle prese con i fornelli. Le immagini mostrano gli chef senza capello, e lo lo staff di cucina con la toque, la bandana o un altro copricapo. Le foto che vi proponiamo ritraggono alcuni cuochi di grido mentre preparano piatti prelibati che non indossano il cappello, al contrario delle altre persone della brigata di cucina.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Veramente sarebbero vietati anche chi anelli al cui interno si deposita di tutto…
Certamente ma quelli si vedono meno nei filmati
In realtà per quanto riguarda lo spot possiamo parlare solo di diseducazione, visto che non cucinano veramente ma sono solo a favore di telecamera. Ovviamente l’asino casca nella realtà ben documentata dall’articolo, dove è evidente che queste rock star della cucina fanno un po’ come gli pare.
Tutti gli chef sanno che il cappello e’ obbligatorio spot o non spot PERCHÉ da senso di pulizia e di rispetto verso i commensali:chi non lo fa è un maleducato e dozzine.
BRAVISSIMI!!!!!!! I ragazzi delle scuole alberghiere protestano sempre!!!!
Uscendo dallo spot e rientrando nella trasmissione dove la cucina è la protagonista, accadeva la stessa cosa nella trasmissione su Raui2 “In viaggio con Marcello”, dove il cuoco “protagonista” era sempre senza copricapo a differenza del personale alle sue spalle.
D’altro canto ben ricordo le dichiarazioni del Presidente di Apci su il Fatto Alimentare: “Sono a favore del fatto che per particolari esigenze sceniche, in alcune foto o riprese televisive, ci sia la necessità di procedere senza cappello: questo, a mio avviso, non rappresenta un fatto grave. Ma deve essere una assoluta eccezione, non la regola. Nelle cucine dei ristoranti, il cappello non deve mai mancare.”
Assoluta eccezione che non capisco. Cosa c’è di meglio, tanto più in TV, che vedere il cuoco con il suo bel cappello, che da sempre lo rappresenta?
Sono dell’idea che l’esempio sia sempre un buon insegnamento, tanto più per chi non è addetto ai lavori. Vedere i cuochi che operano in cucina seguendo le norme igieniche, farebbe capire anche al consumatore come si deve lavorare. E quindi quando si va in un ristorante, tanto più con cucina a vista, ci si potrebbe regolare al meglio.
D’altro canto se penso a quella cuoca televisiva che soffiava sui piatti pronti… > https://wp.me/pjP1E-u3i
Ho chiesto all’Asl del cappello, è tollerato che non lo si abbia così come ormai è tollerata la divisa che non è bianca.
Sarebbe interessante sapere quale ASL abbia dato questa informazione, dato che ho girato il commento ad un’amica che dirige un noto locale milanese che mi ha detto: “il cappello è obbligatorio e l’Asl te lo dice (non tollera affatto). Quello che tollera è che non lo portino i baristi (e forse lo posso capire, sono davanti al pubblico). Tutti gli addetti di cucina lo devono portare compresi lavapiatti e magazziniere.
la normativa non indica il color bianco,ma “tute o sopravesti di colore chiaro, con idoneo copricapo”. perciò ok colori pastello chiari, non giacche nere, blu… e cappello!! guarda caso un grande come Bocuse seguiva le regole!!! siamo sicuri che gli altri siano grandi chef??!!
A me dà molto più fastidio che ormai il cappello (bandana, berretto, bustina…) non lo porti più nessuno dietro ai banconi di bar, pizzerie e altri locali nonostante sia una misura di igiene prescritta. L’han messo appena emenata la norma, poi come al solito all’italiana hannom iniziato a “dimenticarlo”.
Mauro
Ma come si fa a discutere su qualcosa di ovvio, cioè il cappello del cuoco. Siccome è obbligatorio non vedo perchè i “grandi” chef lo debbano ignorare. Ma nessuno glielo ricorda?
Al di là del cappello, non si capisce perché in uno spot di prodotti italiani, ci sia un sottofondo di Sirtaki, tipica musica greca….
E sacrosanto il capello, dove sono i Nas e la repressione frodi? perchò non intervengono in diretta in queste trasmissioni dilaganti in Tv? Se potete, fate un sollecito in merito.Donat
Io penso che si dovrebbe avere la prontezza di fare l’osservazione sul momento.
Vero, Paul Bocuse e gli chef francesi lo indossano sempre. I nostri – ultimi arrivati – fanno i galletti come i calciatori…ma in questo campo è proprio cialtroneria.
Forse è fuori dal contesto di questo articolo, ma penso allineato alla problematica della Igiene e Sicurezza Alimentare, pertanto vorrei segnalare la pubblicità di un noto marchio di pasta che fa entrare nel reparto produttivo una nota attrice con orecchini, cappello appena appoggiato sui capelli con messa in piega e camice aperto.
Semplicemente poco professionale e diseducativo, ma soprattutto poco rispettoso nei confronti di chi tutti i giorni è preposto a far rispettare semplici regole di Igiene Alimentare (berretto, assenza di monili, camice, etc) nei reparti produttivi di aziende alimentari.
Se accettiamo questa situazione, quando entreranno le telecamere in Ospedale in Sala Operatoria, come per i cuochi, potremmo vedere i chirurghi senza cuffia!
Lascio ai lettori i commenti.
Buongiorno, seguo sempre con piacere gli articoli de “Il fatto alimentare”, sempre interessanti ed esaustivi.
Nel caso specifico faccio riferimento alla pubblicità Barilla.
Non vedo né distrazione né spocchiosa superiorità: solo pubblicità, e pure fatta bene, nel marasma generale…..
Se proprio vogliamo insistere sul cappello, casomai è Oldani che dovrebbe indossarlo, non di certo Federer, che, come ben sappiamo, chef non è…….
Tutte le persone che sono in cucina devono indossare il cappello chef e non chef, aiuto cuochi e comunque tutto personale addetto alla preparazione
Le regole ci sono e vanno rispettate e faccio notare che anche la barba andrebbe protetta, invece troppi chef la esibiscono …