A Milano in alcune zone è possibile fare online la spesa online presso un supermercato Conad o Carrefour e ricevere i sacchetti dopo 30 minuti circa. Adesso Esselunga, grazie ad un accordo stipulato con Deliveroo, ha accorciato ulteriormente i tempi e garantisce la consegna entro 15 minuti. Sia chiaro non si tratta della spesa settimanale o mensile ma solo di un rabbocco. Il fattorino consegna di solito un sacchetto di carta o di plastica con all’interno alcuni prodotti scelti dall’assortimento online (anche una decina precisano gli operatori). Le spese di consegna variano. Sono gratuite se è in corso una promozione o si supera un certo importo.
Una domanda sorge spontanea. Qual è la necessità di un servizio i consegna così rapido (15-30 minuti) in una città come Milano dove sono presenti centinaia di grandi e piccoli supermercati e dove bar, pizzerie e ristoranti sono così numerosi che risulta difficile contarli? Forse nel periodo del look-down, quando il Covid faceva molta paura, un servizio del genere poteva avere una giustificazione, ma adesso?
Certo a tutti può capitare di aver dimenticato di acquistare la cipolla per il soffritto del risotto, oppure la busta di insalata o il latte per la prima colazione del giorno dopo, ma si tratta di episodi per fortuna poco frequenti. Possiamo anche pensare alle persone che, anziché ordinare una pizza da mangiare in ufficio fra una riunione di lavoro e l’altra, possono decidere di pranzare on uno dei piatti della gastronomia di Esselunga. Tutto ciò giustifica la messa a punto di un servizio di consegna quasi in tempo reale? Alcune catene della grande distribuzione ritengono questa velocità un servizio utile da offrire al consumatore distratto o impaziente. A me sembra più un modo per assecondare ritmi di vita frenetici e per inseguire modelli alimentari tipici del fast food.
© Riproduzione riservata Foto: Deliveroo
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Leggo il servizio sulla spesa a domicilio e devo dire che è pura ipocrisia dire che non è utile ed anzi bisognerebbe implementarla. I negozi dettaglianti stanno sparendo, sia in un piccolo che grande centro; si invecchia oppure si è in casa con il neonato sano od ammalato e si vuole contrastare questo servizio? Sono ancora molte le catene di super che non hanno capito l’importanza di tale servizio.
E mi viene anche da dire che si stanno edificando tanti metri cubi di palazzi e condomini, ma possibile che non si pensi alla cosa più comune del mondo “fare la spesa”. Sorgono edifici, anche belli, ma come cattedrali del deserto, non ci sono servizi, senza pretese di servizi particolari, e quindi è necessaria l’auto per raggiungere il punto vendita e via con l’inquinamento, ma fosse solo quello. Interessanti sono i superettes cioè punti vendita di quartiere, ma ciò non toglie che se mi rompo la gamba almeno un litro di latte mi serve.
L’articolo si sofferma sull’effettiva utilità di avere un servizio di spesa a domicilio più veloce di un taxi. Non certo sull’utilità del servizio della spesa a domicilio
E si lagnano? Qui a Venezia, con abitanti anziani, case prive di ascensore e innumerevoli ponti da superare, la spesa a casa non la recapita nessuno. Anche con la pandemia, niente da fare. Io ho dovuto sospendere il consumo di un’acqua particolare prescrittami da specialista di osteoporosi, perché pesa troppo e la mia schiena non ce la fa più…