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La petizione contro il TTIP ha raggiunto 1,3 milioni di adesioni

Il 7 gennaio, la Commissione europea, a seguito anche di ripetuti solleciti della mediatrice europea, Emily O’Reilly, ha pubblicato quindici documenti, contenenti le posizioni di partenza dei negoziatori europei su alcuni settori oggetto della trattativa, tra cui due riguardanti la sicurezza alimentare, la salute animale e vegetale (discusso nell’ultima settimana di settembre 2014) . Un documento contiene l’articolato proposto dall’Unione europea, mentre l’altro fa una sintesi degli obiettivi e risponde ad alcune delle preoccupazioni. Per quanto riguarda il timore che il TTIP apra una gara al ribasso in tema di sicurezza alimentare, adeguando gli standard europei a quelli meno rigorosi degli Stati Uniti, la Commissione risponde che non è vero. Le  norme europee sono più stringenti e secondo le autorità  di Bruxelles non cambieranno gli standard esistenti soprattutto per quanto riguarda le restrizioni sugli ormoni  negli allevamenti animali mentre gli Usa faranno altrettanto per i contaminanti microbici.

 

Butcher's Counter
La Commissione europea ha dichiarato di che «l’Europa non ha concordato e non concorderà di abbassare la protezione delle nostre indicazioni geografiche»

In merito al timore che il TTIP possa obbligare l’Unione europea a consentire la coltivazione delle piante geneticamente modificate, la Commissione Ue afferma che il Trattato non modificherà le norme esistenti ( subordinate  all’autorizzazione dei singoli Stati). Sull’ipotesi che il TTIP possa costringere l’Ue ad abbassare gli standard sul benessere degli animali, la Commissione vuole aprire un dialogo formale con le autorità  statunitensi, in modo da promuovere i più alti standard possibili per il benessere degli animali. Nell’annunciare la pubblicazione di questi documenti, la commissaria europea Malmström ha dichiarato che ora spetta agli Stati Uniti decidere se e cosa pubblicare in merito alle loro posizioni. Da parte sua, la mediatrice europea, a cui compete indagare sulle accuse di cattiva amministrazione degli organismi dell’Ue, ha sottolineato che sono necessari ulteriori passi per garantire la trasparenza del TTIP: «Mi rendo conto che la Commissione a volte ha bisogno di parlare in modo confidenziale con gli Stati Uniti, per poter negoziare efficacemente. Tuttavia, la resistenza degli Usa alla pubblicazione di alcuni documenti relativi al TTIP non è di per sé sufficiente per nasconderli al pubblico europeo. La Commissione deve garantire che tutte le eccezioni al diritto fondamentale dei cittadini dell’Ue a ottenere l’accesso ai documenti siano ben fondate e pienamente giustificate».

Beniamino Bonardi

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Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno lanciato una petizione online su Change.org per fermare l’invasione dell’olio di palma nei prodotti alimentari.

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massimo
massimo
28 Gennaio 2015 14:36

Siamo costretti a sperare che i governi tedeschi e francesi ci difendano.

pietrantuoni carmen
pietrantuoni carmen
29 Gennaio 2015 00:10

non credo ci sia molto da aggiungere e’ abbastanza plateale il problema

Paolo
Paolo
29 Gennaio 2015 09:46

Se il TTIP dovesse passare sarebbe la fine della sicurezza e della qualità alimentare a livello europeo con la sola America ad averne dei guadagni.

tullio
tullio
Reply to  Paolo
7 Febbraio 2015 23:48

Infatti l’ America ci vuole guadagnare su tutti i fronti. Su quello alimentare, cercando di imporre (ma a quale titolo?) un arbitrato sovranazionale, e così regaliamo al nemico anche la nostra libertà.
Sul fronte politico, ora che l’ URSS non esiste più, minaccia guerra a Putin. Così gli USA diventeranno i padroni dell’ Europa. Il prossimo passo sarà l’Asia. Ma chi li ferma più?
Pare fantascienza, invece è terribile realtà.
E ci sono i conniventi, come quell’imprenditore friulano che (mille volte vergogna!!!) vorrebbe farci mangiare i prodotti di quella associazione a D. che è la Monsanto.

David
David
4 Febbraio 2015 09:37

Concordo i cittadini europei hanno tutto da perdere in fatto di salute e di qualità dei prodotti se ci contaminiamo con il sistema americano che è ben noto x non difendere la salute ma il sistema affaristico o, come dicono loro, il BUSINESS. Decisamente abbiamo a cuore cose differenti. Devono NOTARE questa cosa.