Un uomo di 61 anni di Travesio (località in provincia di Pordenone), è morto avvelenato dopo aver ingerito del colchico (Colchicum autumnale), o croco, conosciuto anche come “falso zafferano”(per via della somiglianza con i fiori dello zafferano selvatico, il Crocus biflorus). Secondo la ricostruzione, una settimana fa l’uomo durante una passeggiata aveva raccolto del colchico, scambiato forse per aglio orsino, e l’aveva usato per cucinare non sapendo che tutte le parti della pianta compreso il bulbo e le foglie sono tossiche.
Dopo avere mangiato probabilmente le foglie del finto zafferano, l’uomo si è sentito male ,ma ha aspettato troppo tempo per chiedere aiuto e quando è giunto al pronto soccorso era troppo tardi.

Purtroppo non è la prima volta che accade: due coniugi pochi anni fa sono deceduti per avere consumato un risotto cucinato con il fiore tossico del Colchicum autumnale scambiato, ancora una volta, per zafferano selvatico. Il colchico d’autunno è una pianta spontanea che fiorisce tra agosto e settembre e cresce spontanea nei prati, per lo più ai margini dei boschi. L’avvelenamento si manifesta con bruciore alla gola, dolori gastrici, crampi e sudori freddi e può portare alla morte per insufficienza respiratoria o collasso cardiocircolatorio.

falso zafferano
Il falso zafferano (Colchicum autumnale) fa un’altra vittima

Per sensibilizzare la popolazione il CeIRSA – Centro interdipartimentale per la ricerca sulla sicurezza alimentare della Regione Piemonte – pochi anni fa aveva pubblicato online un opuscolo sulle intossicazioni alimentari causate da tossine naturali presenti nei vegetali. Questo tipo di pericolo è spesso sottovalutato dai consumatori che dovrebbero evitare di  raccogliere e consumare piante, erbe e funghi quando non sono certi della loro commestibilità.

L’argomento è anche trattato nel rapporto annuale “Emerging Risks Exchange Network Report 2015” pubblicato dall’EFSA, che tra gli 11 nuovi rischi emergenti nelle filiere alimentari ne identifica 5 causati dal consumo di vegetali contenenti contaminanti tossici per la salute. Il dossier prende in considerazione episodi legati al consumo di barbabietole crude in Francia o la presenza di elevati livelli di deossinivalenolo e zearalenone nel mais in Italia. Ci sono poi casi di dermatite dovuta al consumo di funghi shiitake crudi o poco cotti in Francia, rischi microbiologici e chimici del fieno impiegato come alimento o additivo alimentare in Austria, fino alla presenza eccessiva di acido ossalico nei frullati verdi (smoothies, preparati con foglie verdi come spinaci o cavolo riccio e frutta) in Germania.

A primavera, c’è il rischio di confusione tra aglio orsino, colchico autunnale e mughetto

Anche il Centro antiveleni di Milano, l’Ats della Brianza e l’Izler, in collaborazione con il ministero della Salute, la Regione Lombardia e l’Ospedale Niguarda, hanno pubblicato nel 2016 un interessante documento dal titolo “Le intossicazioni alimentari da tossine naturali: guida al riconoscimento e alla prevenzione“. La guida, destinata a cittadini, operatori del settore e studenti, illustra quali alimenti in natura possono essere dannosi per la salute (funghi, piante, pesci, etc), suggerendo come comportarsi in caso di intossicazione oltre alla corretta gestione degli alimenti in ambiente domestico. Nell’immagine sotto ci sono alcune piante tossiche che possono essere scambiate per piante commestibili.

© Riproduzione riservata. Foto: Le intossicazioni alimentari da tossine naturali: guida al riconoscimento e alla prevenzione”, Stock.adobe.com, Toxinfo.ch/727

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Mattia
Mattia
7 Aprile 2021 21:26

Molto utile! Grazie

Dario
Dario
8 Aprile 2021 09:33

Il Covid 19 tra le sue conseguenze è la perdita o menomazione dell’ olfatto. Utilizzato da tutti i “cercatori” ne faccio parte anch’io che scrivo. Un interessante “pratica” descrizione delle differenze che personalmente ritengo molto importanti sulle 3 piante “ sono in germogliazione nel medesimo periodo” parlo dell’areale “ sopra il 45° parallelo Nord. Allium ursinum – Aglio orsino; Colchichum sp – Colchico autunnale (produttore della Colchicina letale a dosi d < 1 mg (microgrammi)/kg; Convallaria majalis – Mughetto (porre massima attenzione alle bacche rosse che attraggono i bambini tossiche) pianta coltivata in giardino. Consiglio vivamente a chi è interessato alla “raccolta” di piante spontanee di frequentare il sito: https://www.toxinfo.ch/727 in lingua italiana.

Mauro
Mauro
10 Aprile 2021 18:41

Un altro che credeva che “naturale è buono” a prescindere e che “la Natura ci ama”, come raccontano le pubblicità e gli influencer, mentre dovrebbe essere diffusa l’informazione che la Natura non lavora “per noi” ma “per sé stessa”, e che circa 1/3 delle piante è tossica o mortale.

Le piante hanno come primo scopo quello di sopravvivere, difendendosi dai nemici che le vogliono mangiare, e per questo producono una serie di tossine repellenti o velenose per insetti e animali, anche se spesso hanno odore e sapore gradevoli per noi.

Queste tossine normalmente sono pericolose solo se le ingeriamo in grande quantità: l’esempio classico è il prezzemolo, che mettiamo dappertutto ed è innocuo nelle dosi normali, ma oltre i 200 grammi può essere mortale (prima della 194 molte donne sono morte avvelenate dal prezzemolo usato dalle “mammane” per farle abortire), ma come nel caso dell’articolo a volte ne basta una quantità minima.

Dovremmo anche sapere e ricordare che se non siamo degli esperti possiamo cadere in equivoci pericolosi sia sulle quantità (qualche seme di pesca o una grattata di noce moscata aromatizza, una manciata uccide) sia su ciò che stiamo raccogliendo, perché come il colchico molte piante velenose assomigliano ad altre innocue.

HAL9000
HAL9000
10 Aprile 2021 22:29

Ora, non è per inferire ma mi chiedo, non lo ha annusato prima di utilizzarlo? …Ammetto di non avere esperienza al riguardo, non avendolo mai cercato fresco per i boschi, ma lo zafferano ha un profumo molto distintivo, a meno che anche il sosia abbia lo stesso odore non dovrebbe essere difficile da distinguere, o sbaglio?

Dario
Dario
Reply to  HAL9000
12 Aprile 2021 20:57

E’ stato colpito dal Covid 19. Come sopra esposto dopo l’infezione l’olfatto “sparisce”.

Rossella
Rossella
11 Aprile 2021 17:31

Come fa ad essere stato ingerito una settimana fa, se fiorisce da agosto a settembre? semplicemente perché chiunque vada fare passeggiate in montagna vedrà il corpus fiorire fra le ultime nevi.

toni
toni
11 Aprile 2021 21:19

L’articolo contiene alcuni gravi errori, facendo confusione fra due specie.
Non è possibile che lo sfortunato raccoglitore abbia mangiato in aprile fiori di cosiddetto “falso zafferano”, in quanto come dice il nome Colchicum autumnale esso fiorisce in autunno, mostrando a primavera solo le foglie e più tardi il frutto, relativo all’anno vegetativo precedente.
Il Crocus, nominato nell’articolo come sinonimo “croco”, è tutta un’altra pianta, nemmeno imparentata, ed è quella raffigurata nella fotografia, fiorente in primavera. Di questo genere fa parte anche lo zafferano vero (Crocus sativus). Alcune specie possono essere tossiche.
Quindi, delle due una: la vittima ha raccolto fiori di crocus, scambiandoli per zafferano (Crocus sativus) e ne ha fatto uso in grandi quantità.
Oppure, più probabile, ha raccolto foglie di colchico, scambiandolo per Aglio ursino, come suggerito dal commento precedente del signor Dario.

toni
toni
Reply to  toni
13 Aprile 2021 11:08

Mi fa piacere che abbiate pubblicato il mio commento che intendeva correggere i pericolosi errori contenuti nell’articolo, pur “purgandolo” della critica annotazione finale.
Peccato che non sia stato cambiato o “purgato” l’articolo, che mantiene pertanto tutta la sua intrinseca pericolosità, dato che molti, attirati dal titolo, leggono l’articolo, ma pochi dedicano tempo ai commenti. Il bello del digitale sta proprio che ci si può anche correggere, cosa che non era possibile nella carta stampata, dove però si era obbligati a pubblicare con UGUALE rilevanza le rettifiche.

Roberto
Roberto
12 Aprile 2021 12:57

Per prendere erbe, funghi, fiori e bacche in Natura bisogna essere esperti e non ci si può improvvisare “raccoglitori”, magari per aver letto un manuale o aver visto un tutorial sul web…

Ci sono essenze micidiali, è bene tenerlo sempre presente.