
La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo per il titolare di un’azienda produttrice di insaccati in seguito alla morte di una donna che aveva mangiato un salume contaminato da Listeria monocytogenes. Lo rende noto la Procura stessa in un comunicato stampa. I fatti risalgono all’inizio del 2024, quando una donna 60enne si è sentita male e poi era deceduta dopo aver mangiato un salume risultato positivo al batterio Listeria monocytogenes.
Il caso
In particolare, la donna ha subito un ricovero d’urgenza all’ospedale di Città di Castello (provincia di Perugia) con forti dolori addominali e vomito, ma nonostante le terapie è morta dopo quasi un mese a causa di sopraggiunte complicazioni. È stato allora che l’ospedale ha avviato degli accertamenti, nel corso dei quali i sanitari hanno individuato la presenza di Listeria. A questo punto ha iniziato le sue indagini anche l’Azienda Unità Sanitaria Locale Umbria 1, che ha prelevato campioni di alimenti presso la l’abitazione della donna deceduta, accertando la presenza di Listeria monocytogenes oltre i limiti consentiti in un insaccato – coppa di suino o soprassata – prodotto da un’azienda agricola di Arezzo. Da un’analisi del nostro archivio di allerte alimentari, non risultano richiami per Listeria di prodotti con queste caratteristiche nella prima parte del 2024.

La Procura ha quindi disposto ulteriori accertamenti da parte dei Carabinieri NAS di Perugia, che hanno acquisito la cartella clinica della donna e ascoltato i parenti per ricostruire la vicenda. Inoltre, per ricostruire le cause della morte, ha nominato due consulenti tecnici (un medico legale e un esperto di malattie di origine batterica), secondo cui il decesso sarebbe stato determinato “da uno stato settico provocato da una infezione da Listeria monocytogenes presenti sulla coppa di suino sulla quale sono stati eseguiti accertamenti da parte dell’Istituto Zooprofilattico di Perugia”
Il rischio Listeria
La Listeria si trova frequentemente nei salumi e negli affettati, prodotti particolarmente a rischio perché consumati crudi o, comunque, senza ulteriore cottura. “Per quanto riguarda i prodotti che si consumano crudi è bene sapere che la velocità di riproduzione di questo batterio aumenta con l’aumentare della temperatura”, spiega Antonello Paparella, docente di microbiologia alimentare all’Università di Teramo. Il consiglio, quindi, è di rispettare la catena del freddo e non lasciare questi alimenti a temperatura ambiente per troppo tempo (oltre i 30 minuti), portando eventualmente con sé in negozio una borsa termica. Una volta a casa è importante riporli subito gli alimenti in frigorifero. “Bisogna però scegliere gli scomparti giusti – precisa Paparella –. Quelli a rischio vanno riposti nei ripiani centrali”. Inoltre, le persone più a rischio di complicanze gravi – anziani, soggetti fragili e donne in gravidanza – non dovrebbero consumare questi alimenti. Trovate tutti i consigli dell’esperto in questo articolo.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.