Lo slogan “Meno sale ma iodato” è presente nei materiali e nelle campagne dell’Istituto Superiore di Sanità dal 2014 ed è un deciso invito a ridurre le quantità presenti nel cibo e ad usare solo quello arricchito con iodio. C’è di più, la legge 55 del 21 marzo 2005 recita: “I punti vendita di sale destinato al consumo diretto assicurano la contemporanea disponibilità di sale arricchito con iodio e di sale alimentare comune; quest’ultimo è fornito solo su specifica richiesta del consumatore“. Stando a quanto appena letto la nostra interpretazione è che vi sia l’obbligo per i punti vendita di esporre esclusivamente sale iodato e di mettere a disposizione quello comune “su specifica richiesta del consumatore”, quindi solo se espressamente preteso. Un altro articolo obbliga i punti vendita a esporre la locandina del Ministero della Salute in cui si descrivono i vantaggi del sale iodato (vedi sotto).
“Il consumo eccessivo di sale resta uno dei principali fattori di rischio per diverse patologie in Italia e nel mondo” – precisa Antonella Olivieri dell’Istituto Superiore di sanità e responsabile scientifico dell’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia-OSNAMI. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di non superare i 5 grammi al giorno, pari a circa 2 grammi di sodio, ma la popolazione italiana continua a eccedere, con conseguenze importanti per la salute. “È vero che la situazione è migliorata. – continua Olivieri – Studi condotti proprio presso il nostro Istituto confermano che attualmente il consumo medio di sale è di circa 7 g al giorno nelle donne e di 9 g al giorno negli uomini rispetto agli 8 e ai 12 g rilevati nel periodo 2008-2012, ma è evidente che siamo ancora ben lontani dagli obiettivi fissati dall’OMS.”

Il sale comune costa meno
L’apporto troppo elevato di sodio è associato non solo a ipertensione e malattie cardiovascolari, ma anche a patologie cronico-degenerative come i tumori dello stomaco, l’osteoporosi e le malattie renali. “Se la riduzione di sale comporta una correzione delle abitudini alimentari, raggiungere il corretto apporto di iodio è molto più facile. Basta consumare sale iodato. Anche in questo caso il quadro generale è migliorato ma c’è ancora poca informazione.
La gente compra il sale comune perché costa meno e non conosce i vantaggi dello iodio per il corretto funzionamento della tiroide e per lo sviluppo cerebrale, soprattutto in gravidanza e nei primi anni di vita del bambino. Con le nostre abitudini alimentari, una dieta seppure equilibrata garantisce solo il 50-60 % del fabbisogno giornaliero di iodio (90 μg nei bambini fino a 6 anni, 120 μg in età scolare, 150 μg negli adulti). Durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno aumenta a 250 μg per garantire una corretta funzione tiroidea materna e fetale.”
Patologie tiroidee
“Il sale arricchito di iodio – continua Olivieri – può essere assunto tranquillamente da tutti, anche da chi soffre di patologie tiroidee perché la concentrazione dello iodio che si assume consumando poco sale, ma iodato, non raggiunge livelli farmacologici bensì concentrazioni fisiologiche di cui la tiroide ha bisogno. Per questo l’Oms e l’Unicef raccomandano da anni la iodoprofilassi, attraverso l’uso di sale iodato sia in cucina sia nell’industria alimentare”.
“I risultati delle nostre campagne sono abbastanza evidenti – continua Olivieri – ma bisogna andare avanti. Negli anni ’80 il gozzo in alcune regioni italiane colpiva fino al 50% dei bambini in età scolare. Adesso si tratta di un problema marginale, infatti le più recenti indagini dell’OSNAMI hanno confermato che, dopo venti anni di iodoprofilassi in Italia, il gozzo in età scolare è stato sconfitto e questo è il più importante risultato di questo programma di prevenzione. Attualmente il sale iodato è utilizzato al 78% degli Italiani. C’è comunque una quota non trascurabile di popolazione che non usa il sale iodato e questo accade perché molti consumatori ne ignorano i benefici“.
Prezzo civetta
“I supermercati giocano un ruolo importante – precisa Bruno Franceschini di Atisale – perché utilizzano il sale di base, e quindi non iodato, come prodotto civetta applicando ricarichi molto bassi se non nulli. Queste confezioni costano circa 30 centesimi al chilo. Quello iodato arriva a 45-55 centesimi per i costi di lavorazione legati all’aggiunta dello iodo e perché i supermercati applicano il ricarico necessario per la gestione dei loro costi. La differenza di prezzo alla fine risulta di 15/20 centesimi al chilo. Se consideriamo che il sale si acquista quattro/cinque volte all’anno, credo che un aggravio di spesa di un euro a persona possa essere sostenuto da chiunque voglia garantirsi i vantaggi offerti dal sale iodato per la salute propria e dei familiari”.
La cosa paradossale è trovare sugli scaffali sale integrale o sale marino (entrambi senza iodio) che costano il doppio e anche confezioni di sale di tutti i colori, rosa, grigio, nero, provenienti dall’altra parte del globo, proposti a prezzi stratosferici. Alla fine viene spontaneo chiedersi perché i supermercati non rispettano quanto previsto dalla normativa?
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24



Ho avuto un problema con la Tiroide (risolto) e l’Endocrinologo mi ha detto che il sale iodato va dato ai bambini col gozzo. Tutti gli altri è bene che usino il sale senza aggiunta di iodio. Un altro medico, stessa affermazione
Gentilissimo, senza entrare nel caso specifico in questa pagina dell’Istituto Superiore di Sanità c’è uno studio dal titolo: “La raccomandazione “meno sale ma iodato” è realmente condivisa dai medici italiani? Alcune indicazioni tratte da un’indagine online” https://www.epicentro.iss.it/ben/2014/gennaio/1
Non merita commento un endocrinologo che afferma questo, il sale iodato si usa per impedire il gozzo, cioè aumento del volume tiroideo in seguito a stimolo del TSH per carenza iodica. Dico questo per aver fatto parte del gruppo che in Sardegna ha lavorato per più di 15 anni per l’eradicazione del gozzo in Sardegna e collaborato con la dott.ssa Olivieri. La prevenzione del gozzo si attua usando poco sale ma Iodato sin da bambini, lo slogan era “cum grano salis”, come suggerivano gli antichi. Ma ad oggi la prevenzione è ancora indietro, nonostante i passi avanti. Gianni Secci
Anche solo un cartello allo scaffale ….
Buonasera, alcuni marchi sponsorizzano il sale iodato protetto, dicendo che il sale iodato normale non ha effetti benefici perché non si lega agli alimenti in cottura essendo volatile. Mi piacerebbe sapere se é così e se il sale iodato semplice è effettivamente inutile in alimenti cotti. Anche lasciandolo aperto il contenuto di iodio diminuisce?
Grazie
Sì, ne avevamo parlato in passato. La tecnologia a cui accenna è nata da un progetto di ricerca convenzionato con l’Università di Bologna e l’azienda Caber. Presal è un sale iodato con una tecnologia brevettata che protegge lo iodio dalla dispersione durante la cottura. Questa tecnologia garantisce che lo iodio rimanga stabile nel prodotto, assicurando un apporto costante e affidabile, ed è approvata dall’AME (Associazione Medici Endocrinologi).
Buongiorno conosco il sale iodato e i suoi benefici per la salute ma non lo assumo perché il mio medico mi ha detto che vivendo sul mare non è necessaria l’integrazione alimentare. Mi ha darò un’informazione inesatta?
Salve. Forse dà per scontato che, vivendo al mare, si mangi pescato tutti i giorni. Io ho il mare a 10 m dalla porta e mi è venuto l’ipotiroidismo. A volte sembra che i medici ricordino più le frasi fatte dei vecchi della propria infanzia che non gli esame dati.
Per quello che ricordo io, quello integrale sarebbe il solo sale da consigliare ed è ricco di iodio. Non si capisce la necessità di processare ulteriormente il sale “naturale” (quello integrale) per poi aggiungere iodio.
Il sale integrale contiene iodio, ma le quantità sono naturalmente basse e non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno quotidiano dell’organismo.
questo lo so perfettamente. La questione è un’altra. Il sale raffinato, il cosiddetto “sale da cucina”, è un prodotto processato che rimuove la maggior parte dei minerali diversi dal cloruro di sodio, iodio incluso.
Il sale non raffinato, come il sale marino integrale, viene solo lavato per eliminare le impurità (lasciando tutti gli apporti minerali, iodio incluso).
Basterebbe consentire la vendita del solo sale integrale, anziché aggiungere artificialmente iodio sotto forma di ioduro o iodato di potassio) durante la produzione.
Il sale marino integrale contiene naturalmente iodio, insieme ad altri oligoelementi, ma la sua quantità è molto bassa e non sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero. Il sale iodato è l’unico ad avere un contenuto di iodio tale da garantirne un apporto corretto con la dieta.
Non è stato affrontato l’ argomento di chi la tiroide non ce l’ha più e non si capisce quale sale sia più adatto in questo caso
Abbiamo chiesto ad Antonella Olivieri: “In chi non ha più la tiroide il sale iodato non ha alcun effetto (né negativo né positivo), ma per il resto della famiglia è molto importante.”
Premetto che da circa 40 anni il sale lo uso in minima quantità esclusivamente nella pasta della pizza o nella polenta, ma preferisco il sale naturale (non iodato) in quanto privo di additivi.
Gentilissimo, gli antiagglomeranti (come E536) usati per prevenire la formazione di grumi, li può trovare nel sale iodato come in quello non iodato, così come può trovare sale iodato che ne è privo.
Il sale non iodato non contribuisce alla prevenzione dei disordini da carenza iodica.
Buongiorno, da anni ho la tiroidite di Hashimoto per la quale sono seguita regolarmente dall’Endocrinologo e mi è sempre stato riferito che non dovevo consumare prodotti con aggiunta di iodio; da quanto leggo sembro non essere l’unica, ma a questo punto chi ha ragione.. il Ministero o i medici?
Abbiamo chiesto ad Antonella Olivieri: “Anche chi ha la tiroidite può usare il sale iodato, perché il sale iodato contiene quantità fisiologiche di iodio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare non più di 5 grammi di sale al giorno, 5 grammi di sale iodato corrispondono alla stessa quantità di iodio che si assume consumando una porzione di pesce marino.”
Grazie
Non è vero che “il sale arricchito di iodio può essere assunto tranquillamente da tutti”. Chi soffre di allergia allo iodio, come me, non può assumerlo. Quindi è più che corretto che i punti vendita offrano la disponibilità di sale non contenente iodio. Purtroppo in Italia l’offerta ai consumatori con malattie (tipo allergie e malattie autoimmuni come la celiachia) è decisamente scarsa e superficiale e questo articolo ne è la dimostrazione.
Abbiamo chiesto ad Antonella Olivieri: “In tutti i punti vendita è disponibile il sale non iodato in osservanza alla normativa vigente (Legge 55/2005). Inoltre, se per “allergia allo iodio” si intende allergia ai mezzi di contrasto contenti iodio utilizzati durante specifici esami diagnostici, allora l’allergia è agli eccipienti contenuti nel mezzo di contrasto, non allo iodio. Pertanto, anche in questo caso si può usare il sale iodato.”
Sul perché bisognerebbe chiedere ai supermercati; ipotizzo un aumento dei costi dovuti alla necessità di personale per accontentare i clienti, ancora numerosi, che richiedono il sale comune.
Egregi signori, il problema consiste nel fatto che la citata e giustissima legge è una norma imperfetta (credo si dica così), una norma cioè che a fronte di un obbligo non definisce alcuna sanzione.
Infatti, ancora nel 2012 si ipotizzava l’introduzione di sanzioni per gli inadempienti, ma non se ne fece nulla.
Solo alcuni organi di controllo ufficiali, come a Bologna, durante le ispezioni emettono una precrizione in tal senso.
il mancato impiego da parte degli esercenti, vista la modesta differenza di costo rispetto a quello non iodato è frutto, più che altro dell’ignoranza dell’importanza dello iodio che di una vera volontà di risparmio.
Forse l’uso e l’importanza del sale iodato sarebbe utile che divenisse oggetto di diffusione da parte delle associazioni di categoria.
I presunti pareri medici sull’inutilità del sale iodato spero siano fake news o incompresioni tra medico e paziente, altrimenti …..
Buongiorno, il sale integrale , lo dice il nome stesso, è naturalmente ricco di tutto , anche di iodio. Perché dovrei acquistare sale raffinato a cui è stato aggiunto iodio?
Il sale integrale contiene iodio, ma in quantità molto bassa e queste tracce non aiutano in alcun modo a coprire il fabbisogno giornaliero di questo sostanza.
A mio fratello hanno levato una tiroide per un tumore benigno a 21anni , perciò il sale non può nemmeno vederlo, io pure,perché so gli effetti collaterali, usavo lo iodato, adesso la curcuma con il pepe altrimenti non si attiva il principio attivo che la rende benefica ,altrimenti si trova no sale,è in sostanza un composto di erbe aromatiche che sostituiscono l’uso del sale, infatti penso di usarlo anche io, ne basta pochissimo, e si può condire ciò che si vuole.
Abbiamo chiesto ad Antonella Olivieri: L’uso costante di sale iodato (POCO SALE MA IODATO) contribuisce alla prevenzione del gozzo e delle sue complicanze nodulari, purtroppo la curcuma no.
Infatti anche io penso di lasciare la curcuma, anche perché è troppo complicato avviare il principio attivo.
io sono una delle tante persone a cui il sale iodato fa male, pur essendo ora in terapia per ipotiroidismo; l’assunzione di sale iodato mi causa tachicardia ed extrasistole. Per questo motivo soprattutto a ridosso dell’emanazione del decreto ho avuto difficoltà a trovare sale normale
Salve, il sale iodato viene sbiancato chimicamente? Contiene antiagglomeranti o è sale marino integrale con aggiunta di iodio?
Gentilissima, il sale non viene “sbiancato”. Qui può trovare tutti i dettagli del processo di produzione (Compagnia italiana sali): https://www.compagniaitalianasali.it/processi-di-produzione
Spiacente di informarla che il sale può essere anche sbiancato per renderlo “più bello” attraverso trattamenti chimici che si aggiungono agli antiagglomeranti, tutti elementi di cui non abbiamo necessità per quanto trattasi di sostanze “approvate”…il link che ha suggerito con i disegnini non può essere esaustivo, avrei apprezzato un’informazione più scientifica e corretta…
Stando alle nostre fonti non è così. Il sale ad uso alimentare non viene sbiancato né attraverso trattamenti “chimici” né con l’uso di coloranti… Per quanto riguarda gli antiagglomenranti concordo con lei sul fatto che non sono necessari, e come ho scritto in un altro commento: L’Unione Europea ha fissato una dose giornaliera accettabile per il consumo di questo additivo e di tutti i ferrocianuri (E535-538) nel 1991. In alcuni Paesi, come il Regno Unito, il suo uso nel sale da tavola è stato vietato a causa di preoccupazioni sulla tossicità. Nel 2011 è stata presentata un’Interrogazione parlamentare – E-004484/2011 – sul “Ferrocianuro di potassio nel sale iodato” alla quale hanno risposto come segue:
I ferrocianuri, il ferrocianuro di sodio (E 535), il ferrocianuro di potassio (E 536) e il ferrocianuro di calcio (E 538) sono autorizzati come agenti antiagglomeranti nel sale e nei sostituti del sale fino a un massimo di 20 mg/kg di sale, conformemente alla direttiva 95/2/CE[1] relativa agli additivi alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti. Il Regno Unito ha attuato tutti gli aspetti di questa direttiva. L’uso del ferrocianuro di potassio (E 536) nel sale e nei sostituti del sale in una quantità massima di 20 mg/kg di sale è quindi consentito nel Regno Unito, contrariamente a quanto affermato nell’interrogazione. Nel 1991 il Comitato scientifico dell’alimentazione umana ha fissato una dose giornaliera ammissibile (DGA) di 0,025 mg/kg di peso corporeo. Tale DGA può essere raggiunta solo consumando 75 g di sale (adulti) o 19 g di sale (bambini di 15 kg). Ciò non è possibile con una dieta normale. Tenuto conto dell’uso limitato del ferrocianuro di potassio e della limitata esposizione dei consumatori a tale sostanza quando è utilizzata nel sale, la Commissione non intende vietare questo additivo alimentare.
Credo che le manchino alcune informazioni, tenendo conto che anche visivamente, azione banale, si evince quale sale sia naturale e quale trattato… ipoclorito di sodio e perossido di idrogeno sono le sostanze più utilizzate per sbiancare il sale… rimuovono anche microelementi come lo iodio, uno dei motivi per cui ne è presente pochissimo…
Gentilissima, potrebbe fornirci la fonte di questa sua informazione in modo da poterci confrontare ed elaborare un’informazione il più corretta possibile? grazie
I supermercati disattendono la norma anche perchè non mi risulta che ci sia un sistema sanzionato attuamente
Ben contenta che la norma sia disattesa poiché ritengo sia fondamentale la libera scelta di ciò che si mangia, pertanto se voglio utilizzare sale marino integrale, quindi non sbiancato e senza addittivi devo poterlo trovare senza chiedere o supplicare, è possibile gestire l’introito di iodio in altri modi, come la soluzione di Lugol, erroneamente demonizzata, o con cibi ricchi del minerale…liberi tutti gli altri di ingerire l’ennesima schifezza…
Il sale non viene sbiancato. Esistono anche marche di sale iodato che non hanno antiagglomeranti. L’obbligo per i punti vendita di esporre esclusivamente sale iodato e di mettere a disposizione quello comune “su specifica richiesta del consumatore” non intaccava la sua libera scelta, ma tutelerebbe le persone più fragili.
Il sale è sbiancato con ipoclorito di sodio e perossido di idrogeno e subisce altri trattamenti che causano la perdita dei già pochi minerali traccia compreso lo iodio, (se ne faccia una ragione), non tutto certo è sbiancato fortunatamente, ma si vede moltissimo la differenza con quello integrale… i fragili non si tutelano impedendogli di acquistare un alimento che ha già iodio se non viene trattato… ed è qui il nocciolo della questione: la natura ci offre l’alimento completo di iodio, ma l’industria lavora il sale, il sale perde i micronutrienti, l’industria ci offre la soluzione del sale addizionato di solo iodio per ovviare al problema… che senso ha? perché non usare semplicemente il sale integrale? quante persone con meno carenze di iodio? Non è sufficiente lo iodio nel sale? si ovvia con altri accorimenti…di questi ultimi bisognerebbe parlare!
Io non devo “farmene una ragione”, io raccolgo informazioni, le verifico e scrivo articoli. Quindi quali sono le sue fonti?
Non c’è tanta gente che compra il sale normale, anzi ,con l’informazione che è sempre più oculata e salutisticica molti snobbano totalmente il sale normale,e prendono lo iodato, lo si vede, sia dai buchi lasciati sui scaffali che nella mentalità di chi compra, non è certo la differenza di più come costo che incide sul costo della qualità di ciò che si vuole prendere, come esistono da tempo alternative al sale come no sale che si trovano in qualsiasi supermercato biologico senza fare tanti nomi, che al posto del sale si usano spezie per condire sia crudi che cotti.
Nei supermercati lo spazio dato al sale non iodato non è marginale
Mi ci è voluto un pezzo a trovare sale iposodico (di potassio) con iodio e lo pago volentieri. Vivo a qualche metro dal mare, ma che questo basti per la tiroide e non occorra sale iodato è un mito, infatti ho la Hashimoto.
Mi scuso se in parte divago dall’argomento, ma nel reparto del sale di un grande supermercato ho trovato qualcos’altro di negativo. Acquistata una confezione di sale, ho scoperto poi che conteneva una sostanza che io non avrei voluto: antiagglomerante. Adesso, devo cercare a lungo fra tutti i tipi esposti, prima di riuscire a trovare una confezione di semplice sale. Posso trovarla solo nel tipo più economico (che però non è integrale e non contiene iodio, come la grande maggioranza delle confezioni in vendita). Perché vengono aggiunti additivi, oltretutto non dichiarati in modo evidente?
Gentilissima, comprendiamo la sua preoccupazione. In effetti un sale iodato privo di additivi sarebbe la scelta migliore. Spesso troviamo l’E536 che corrisponde al ferrocianuro di potassio, utilizzato principalmente come antiagglomerante per impedire al sale da tavola e ad altri prodotti in polvere di formare grumi. L’Unione Europea ha fissato una dose giornaliera accettabile per il consumo di questo additivo e di tutti i ferrocianuri (E535-538) nel 1991. In alcuni Paesi, come il Regno Unito, il suo uso nel sale da tavola è stato vietato a causa di preoccupazioni sulla tossicità. Nel 2011 è stata presentata un’Interrogazione parlamentare – E-004484/2011 – sul “Ferrocianuro di potassio nel sale iodato” alla quale hanno risposto come segue:
I ferrocianuri, il ferrocianuro di sodio (E 535), il ferrocianuro di potassio (E 536) e il ferrocianuro di calcio (E 538) sono autorizzati come agenti antiagglomeranti nel sale e nei sostituti del sale fino a un massimo di 20 mg/kg di sale, conformemente alla direttiva 95/2/CE[1] relativa agli additivi alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti. Il Regno Unito ha attuato tutti gli aspetti di questa direttiva. L’uso del ferrocianuro di potassio (E 536) nel sale e nei sostituti del sale in una quantità massima di 20 mg/kg di sale è quindi consentito nel Regno Unito, contrariamente a quanto affermato nell’interrogazione. Nel 1991 il Comitato scientifico dell’alimentazione umana ha fissato una dose giornaliera ammissibile (DGA) di 0,025 mg/kg di peso corporeo. Tale DGA può essere raggiunta solo consumando 75 g di sale (adulti) o 19 g di sale (bambini di 15 kg). Ciò non è possibile con una dieta normale. Tenuto conto dell’uso limitato del ferrocianuro di potassio e della limitata esposizione dei consumatori a tale sostanza quando è utilizzata nel sale, la Commissione non intende vietare questo additivo alimentare.
Sempre utile per rimanere informati e aggiornati.