Sacchetti ortofrutta continua la farsa: “si possono portare da casa” ribadisce il Ministero, ma non sappiamo come calcolare la tara! I supermercati dicono no
Sacchetti ortofrutta continua la farsa: “si possono portare da casa” ribadisce il Ministero, ma non sappiamo come calcolare la tara! I supermercati dicono no
Roberto La Pira 1 Maggio 2018Sulla questione dei sacchetti per l’ortofrutta venduti nei supermercati a 1-2 centesimi di euro, è arrivata la seconda comunicazione del Ministero della salute, datata 30 aprile 2018, che ribadisce la possibilità di portarli da casa a condizione che siano nuovi, compostabili e per alimenti. La circolare però conclude invitando il Ministero dello sviluppo economico a definire la questione della tara. Il chiarimento si risolve con un ennesimo quesito che rende la vicenda paradossale. Da quattro mesi due ministeri insieme al Consiglio di stato si rimpallano la storia dei sacchetti, senza arrivare a una conclusione. Ogni volta i giornali rilanciano la notizia, senza spiegare bene che i contenitori devono essere compostabili, nuovi e adatti per alimenti e senza dire che questi vincoli praticamente invalidano tutto. I Ministeri forse non sanno che il sacchetto portato da casa da casa costa da 3 a 10 volte di più. È quindi lecito chiedersi perché mai le persone dovrebbero portare da casa un sacchetto pagandolo il triplo.
La circolare sfiora il ridicolo quando ricorda che i supermercati devono controllare se i sacchetti portati da casa sono effettivamente compostabili, monouso e per alimenti. Fatico a immaginare di trovare da domani all’ingresso di ogni Carrefour, Esselunga, Coop, Auchan… un esperto di packaging (materia molto complessa anche per i laureati in chimica) che controlla se i sacchetti dei clienti sono in regola.
C’è di più, il Ministero invita i supermercati a redigere un “vademecum informativo per i consumatori” con un avviso da rendere visibile alla clientela. Di fronte a questi assurdi obblighi ai gestori delle catene forse conviene predisporre un servizio per spiegare ai clienti che il prezzo dei sacchetti è un vero affare rispetto a quelli portati da casa e promettere un omaggio o uno sconto speciale se rinunciano al fai da te.
Ma l’aspetto più ridicolo della circolare è l’ultimo paragrafo, quando si focalizza l’attenzione sulle difficoltà di calcolare la tara esatta del sacchetto portato da casa, che potrebbe essere diversa rispetto a quella preimpostata dalla bilancia elettronica (4-6 g). L’uso di buste e contenitori portati da casa rende impossibile il calcolo automatico della tara, quindi essendo obbligatorio vendere a peso netto, ogni volta che si usa un contenitore diverso si rende necessario l’intervento di un addetto per cambiare i parametri. Per risolvere la “criticità” il Ministero della salute invita il Ministero dello sviluppo economico a contribuire con sue valutazioni. Dopo avere letto l’ultimo paragrafo della circolare non si sa bene se ridere o piangere. Forse la cosa migliore è scrivere un testo da affidare a Maurizio Crozza per un nuovo intervento.
Come c’era da aspettarsi, la distribuzione organizzata e i commercianti al dettaglio sono molto critici nei confronti della circolare, definita in un comunicato del 2 maggio “avulsa dalla realtà” della distribuzione. Riferendosi alla vigilanza sull’uso di sacchetti idonei e sui problemi di tara e impostazione delle bilance il comunicato dice che il Ministero “non tiene minimamente conto delle dinamiche che avvengono all’interno di un esercizio commerciale” . Il testo si interroga sulla convenienza dei consumatori a portarsi da casa dei sacchetti, se devono avere le stesse caratteristiche di quelli che possono acquistare sottocosto presso i banchi self-service dell’ortofrutta del supermercato. Per queste ragioni, la Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione (Fida) invita gli iscritti a non dare seguito alle disposizioni della circolare.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Leggendo del “problema”creato dai sacchetti compostabili,beh…mi sento fortunata!!!!!!!! Faccio la spesa di frutta e verdura al mercato del contadino dove quasi tutti i venditori si sono muniti di meravigliosi sacchetti di carta,quelli abituali, che poi vanno bene anche nella compostiera quando rotti,altrimenti li riporto. E il fruttivendolo tradizionale si è munito di sacchetti di carta che basta chiedere……