Il roquefort vuole sfuggire al Nutri-Score. I produttori del celebre erborinato francese partono all’attacco e lanciano una campagna per chiedere che i prodotti Dop siano esentati dall’applicazione dell’etichetta a semaforo, in vista di una possibile adozione in tutti i Paesi europei all’interno della strategia ‘Farm to Fork’. Un’eventualità tutt’altro che remota, data già quasi per certa da diverse testate francesi, come Les Echos, e raccomandata dallo Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms.
“Il Nutri-Score non è adatto ai nostri prodotti a indicazione geografica protetta o con denominazione d’origine protetta. È un approccio punitivo agli alimenti” ha tuonato lo scorso 11 ottobre Sébastien Vignette, segretario generale della Confederazione generale dei produttori di latte di pecora e degli industriali del Roquefort. Confederazione guidata da Hugues Meaudre, presidente del colosso lattiero-caseario Lactalis (di cui fa parte anche l’italiana Parmalat), che produce il 70% del roquefort e si è sempre opposto al Nutri-Score.
I produttori dell’erborinato francese chiedono dunque una deroga per i prodotti con denominazione d’origine, che dovendo rispettare rigidi disciplinari di produzione non possono essere riformulati in modo da ottenere un giudizio migliore. Il roquefort, ad esempio, a causa del suo elevato tenore di calorie, grassi e sale, riceve una ‘E’ rossa, in alcuni casi una ‘D’ arancione, e non potrà mai aspirare a una ‘C’ gialla o una ‘B’ verde. “Un roquefort a ridotto contenuto di grassi semplicemente non sarà più roquefort” dice a Le Monde un portavoce del Consiglio nazionale delle denominazioni d’origine lattiero-casearie.
“Non siamo in guerra contro il Nutri-Score – ci tiene però a precisare Vignette – se è riservato ai prodotti industriali pre-trasformati. È lodevole informare il cittadino. Combattiamo l’applicazione ai prodotti Dop”. Ma come ricorda l’associazione dei consumatori CLCV “le etichette ufficiali di qualità portano delle garanzie (condizioni di produzione superiori, qualità sensoriale superiore,…) ma non garantiscono una migliore qualità nutrizionale. I formaggi ricchi di grassi, sale e calorie Dop, Label rouge o bio restano comunque ricchi di grassi, sale e calorie! Essi devono, come tutti gli altri alimenti, giocare il gioco della trasparenza nutrizionale e il più velocemente possibile!”
I produttori di roquefort non sono gli unici attori nel mondo delle Dop a chiedere deroghe dall’utilizzo del Nutri-Score. In precedenza si sono espressi i consorzi del Parmigiano Reggiano e del Grano Padano, che lo scorso luglio si sono dichiarati decisi a non autorizzare le etichette degli operatori della filiera che inseriranno sul packaging delle Dop il Nutri-Score, considerato “fuorviante e ingannevole” perché espresso per 100 grammi di prodotto e non per porzione di consumo.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.