Il riso Venere diventa esclusiva di Riso Scotti. L’azienda pavese ha ottenuto la licenza esclusiva da Sa.pi.se, la cooperativa agricola proprietaria della varietà e del marchio Venere, che a partire dal 2022 potrà essere commercializzato solo sotto il brand Scotti, sia in Italia che all’estero. L’accordo è stato annunciato il 12 luglio da Elisabetta Falchi e Dario Scotti, presidenti delle due società, durante un incontro con la rete di vendita di Riso Scotti, come ha rivelato il sito specializzato Riso Italiano.

L’accordo tra Scotti e Sa.pi.se

Il contratto di licenza decorre già dal 1° agosto 2021, ma le aziende che fino ad oggi hanno potuto sfruttare il marchio, ad esempio Gallo, hanno la possibilità di smaltire le scorte entro la fine dell’anno. A partire dal 1° gennaio 2022, Riso Scotti avrà l’esclusiva del marchio Venere, conferma l’azienda pavese a Il Fatto Alimentare.

riso nero ciotola cucchiaio legno
Dal 2022 lo sfruttamento del marchio riso Venere sarà esclusiva di Riso Scotti

“Sa.pi.se e Riso Scotti hanno una missione comune: la valorizzazione dell’eccellenza del cibo made in Italy nel mondo. – ci spiega Gianluca Pesce, direttore commerciale dell’azienda– Riso Scotti è già leader nel mondo nei risi di eccellenza per risotto (vedi Carnaroli, Arborio). Venere offre l’opportunità di conciliare i valori dell’italianità con un riso multifunzionale, cioè adatto a primi piatti, contorni, piatti unici, e quindi in linea con i consumi del riso più diffusi nei cinque continenti

Cos’è il riso Venere?

Il Venere è, infatti, una varietà di riso aromatico nero creata in Italia nel 1997 da Sa.pi.se., da un incrocio tra una varietà di riso nero asiatico ed una italiana. La cooperativa controlla l’intera filiera, dalla coltivazione, attualmente riservata a 15 soci delle zone di Vercelli, Novara e della Valle del Tirso in Sardegna, al confezionamento. E ora ha deciso che il marchio potrà essere sfruttato solo da Scotti.

Ma non dovremo aspettare il 2022 per vedere sugli scaffali il riso Venere a marchio Scotti. Il primo prodotto a fare la sua comparsa sarà quello per poke, che arriverà “già da subito”. Da gennaio 2022 l’offerta si allargherà a nuovi prodotti e categorie. “Il progetto avrà come obiettivo quello di rendere il Venere uno stile di consumo multi-categoria anche grazie ai valori nutrizionale che questo riso offre. – ci racconta Pesce – Infatti, recenti studi clinici, hanno dimostrato, nel riso Venere, una forte presenza di antociani, elementi antiossidanti fondamentali per il benessere del nostro corpo.” Per scoprire se questo nuovo monopolio avrà un impatto sui prezzi, invece, non ci resta che attendere il nuovo anno.

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Joy
Joy
19 Agosto 2021 12:52

E bravo Riso Scotti. Il. Made in Italy ha la sua riscossa.

federico
federico
Reply to  Joy
24 Agosto 2021 16:09

beh se lo possono tenere allora. I monopoli sono aberranti

Osvaldo F.
Osvaldo F.
20 Agosto 2021 16:28

Devo dire che con riferimento al riso trovo davvero buono quello cotto al vapore, tutta altra cosa rispetto a quello disidratato, inoltre bastano pochi minuti di cottura. Per adesso c’è anche il Venere, poi se Scotti lo vorrà far passare per un superfood, intendo come prezzi, si farà come con la quinoa e simili: scaffale.

Fabio Emanuele
Fabio Emanuele
24 Agosto 2021 20:41

I monopoli sono sempre deleteri per i consumatori, è una legge economica che va oltre l’ovvietà

andrea
andrea
Reply to  Fabio Emanuele
29 Agosto 2021 11:47

il monopolio di un nome. Sai che disastro per il consumatore..

Arturo Blaconà
Arturo Blaconà
25 Agosto 2021 16:29

Per fortuna c’è altro riso nero…

Donatella
Donatella
9 Settembre 2021 08:58

So che ci sono altre aziende che producono il riso nero: non potranno più farlo?

MAURA
MAURA
9 Settembre 2021 09:21

Quindi il riso Nerone resto fuori da questo monopolio di Scotti, giusto? Anche il Nerone è un riso ottimo, biologico, integrale e coltivato in Italia. Tanti motivi per sceglierlo.

Fede
Fede
9 Settembre 2021 10:45

I monopoli, se non di Stato, sono sempre da evitare perchè il cibo, l’acqua, la cultura, i monumenti, i servizi, le infrastrutture sono di tutti per tutti e così devono restare.