zuccheroLargamente fallito il primo obiettivo che il governo britannico aveva posto verso il raggiungimento di una riduzione volontaria da parte dell’industria del 20% dello zucchero contenuto in nove categorie di alimenti: biscotti, torte, budini, cereali, cioccolatini, caramelle, yogurt, creme e gelati. La riduzione del 20%, rispetto al 2015, dovrebbe essere raggiunta entro il 2020 e prevedeva una prima diminuzione del 5% da realizzare entro il 2017, che invece è stata complessivamente solo del 2%, con differenze tra le varie categorie di alimenti.

La riduzione del 5%, diminuendo il contenuto di zucchero o riducendo la dimensione delle porzioni, è stata raggiunta in creme, yogurt e cereali per colazione, mentre non c’è stata alcuna diminuzione in biscotti e barrette di cioccolato. Il contenuto di zucchero nei budini è addirittura aumentato. Secondo il ministro della Salute britannico, Steve Brine, tuttavia, “è incoraggiante vedere che alcuni progressi sono stati fatti nel primo anno”, anche se non vengono escluse ulteriori azioni.

Già un anno fa, l’industria aveva attaccato l’obiettivo governativo di riduzione del 20% al 2020, giudicandolo tecnicamente non possibile o accettabile per i consumatori del Regno Unito. La posizione dell’industria ha sollevato la reazione delle organizzazioni dei consumatori e di quelle che operano nel campo della salute, che avevano accusato la Premier Theresa May di lassismo nella lotta all’obesità, che richiederebbe norme vincolanti e non iniziative volontarie.

E infatti, dal rapporto in cui Public Health England, agenzia del Dipartimento della salute del Regno Unito, pubblica i primi risultati della riduzione volontaria, emerge una ben diversa efficacia di una misura vincolante come quella della tassa sulle bevande zuccherate, entrata in vigore all’inizio di aprile e che ha già prodotto effetti, grazie alla possibilità di non essere sottoposti alla nuova misura fiscale se il contenuto di zucchero è inferiore a 5 grammi in 100 ml. Dal rapporto emerge che la riduzione media dello zucchero nelle bevande è stato dell’11%.

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Claudio
Claudio
5 Giugno 2018 11:21

Aumentassero di parecchio la sugar tax, e quando quella spazzatura a basso costo in foto costerà dieci volte tanto la ggggente ci penserà prima di comprarla.
Inutile spiegare le conseguenze sulla salute, la ggggente capisce solo se gli tocchi il portafoglio.

luigi
luigi
Reply to  Claudio
5 Giugno 2018 14:25

concordo