Su alcuni giornali è apparsa una pubblicità della Coca-Cola che descrive in modo meticoloso gli ingredienti della bibita, come se si trattasse di un ricettario di cucina. Si comincia con l’acqua che costituisce oltre il 90%, seguita dallo zucchero e dalle bollicine. Nella lista troviamo il colorante caramello (E 150d), gli aromi naturali, la caffeina e l’acido fosforico (E 338).

 

Dopo avere letto il testo un bravo chimico insieme ad un tecnologo alimentare sarebbero in grado di produrre una bibita molto simile alla Coca-Cola. È quanto fanno ogni giorno le grandi catene di supermercati come Coop, Esselunga, Conad…, proponendo ai clienti bevande alla cola con il loro marchio. Tutte queste bibite si somigliano, ma nessuna è uguale ad un’altra. La leggenda vuole che Coca-Cola sia però l’unica inimitabile, perchè la formula segreta è custodita gelosamente da pochi eletti. 

 

 La realtà è più semplice e anche un po’ banale. L’unico ingrediente segreto della Coca-Cola è l’aroma, composto da decine di estratti di piante miscelate tra di loro. Si tratta di oli essenziali di: limetta, limone, arancio, estratto di noci di cola, cannella, estratto di vaniglia bacche ed altri costituenti aromatici. Copiare l’aroma è pressoché impossibile perché bisognerebbe indovinare il modo in cui sono miscelati 40 composti.

 

«C’è un altro elemento da considerare – spiega  Roberto Chiolini della società DksAromatic di Corsico (MI) – la Coca-Cola l’aroma lo fa “in casa” acquistando direttamente gli oli essenziali e utilizzando pressoché in esclusiva le bacche di vaniglia del Messico. Anche conoscendo la ricetta non si potrebbe riprodurre la stessa nota aromatica perché la vaniglia del Messico è diversa rispetto alla vaniglia di un altro Paese, e comunque bisogna considerare il metodo di estrazione».

 

In altre parole, tutte le cole sul mercato si assomigliano perché contengono gli stessi ingredienti, ma ognuna ha la propria nota aromatica segreta che nessuno riesce a copiare, proprio come quella di Coca-Cola. Per essere più chiari, trovare la ricetta sarebbe come indovinare una parola del vocabolario. Gli aromi sono come le lettere dell’alfabeto, si assomigliano ma combinandosi definiscono un profilo unico.

 

Quando la Coca-Cola nella pubblicità sostiene di voler tenere segreta la ricetta si riferisce soprattutto a questo aspetto, che però interessa in egual misura tutti i prodotti alimentari. La differenza è che la bibita di Atlanta è l’unica ad aver trasformato una banalità in un mito. Questo gioco di marketing resiste da 50 anni e, a dispetto di ogni logica, continuerà a funzionare, perchè certi miti non possono essere ridimensionati da semplici ragionamenti.

 

Roberto La Pira

Foto: Photos.com

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António Cruz
António Cruz
2 Agosto 2012 18:31

Eccellente articolo.

margherita caroli
margherita caroli
5 Agosto 2012 08:52

Sono totalmente d’accordo! Questa sulla protezione della salute da interessi privati è una lotta senza fine!!possiamo aprire una raccolta firme per sollecitare la legge sulla tassa a carico delle bevande zuccherate che fanno bene solo a chi le produce e le vende?

Elisabetta
Elisabetta
5 Agosto 2012 09:54

Il problema di questa pubblicità è che fa sembrare la coca-cola innocua come un infuso di erbe… (almeno nella versione brochure) Con frasi del tipo "ne’ lo zucchero, nè qualsiasi altro singolo alimento o bevanda sono responsabili da soli della condizione di sovrappeso o obesità di un individuo". Inattaccabile, ma crea una falsa sicurezza nel cliente!