Perchè un quotidiano on line come repubblica.it ospita banner pubblicitari che promettono di “perdere 5 chili in 7 giorni “? Questi messaggi una volta venivano pubblicati soprattutto sui settimanali popolari, che ormai da anni hanno rinunciato a certe forme di pubblicità spazzatura. Anche per repubblica.it dovrebbe essere facile capire che si tratta di messaggi di dubbia credibilità. Basta digitare il link posizionato in fondo all’annuncio che promette perdite di peso rapide ed efficaci, per trovarsi in un’improbabile pagina (CNCNEWS24.net ) (vedi foto in basso) che descrive cosa fare per ottenere il miracoloso risultato.
Il testo focalizza l’attenzione almeno una decina di volte su un concentrato di mirtilli denominato Acai power. A metà servizio c’è anche un filmato della BBCMEDIA dove si vede una signora che racconta come ha perso 32,5 kg. Non si tratta dell’unico caso di pubblicità spazzatura, sul sito di Ezio Mauro abbiamo trovato un altro annuncio dove si promette di perdere “12 kg in 4 settimane”. Non serve fornire altri dettagli per capire il livello di attendibilità di questi messaggi.
I siti on line e i giornali vivono di pubblicità e anche Il Fatto Alimentare non si sottrae a questo meccanismo. Però gli inserzionisti si possono scegliere. Le norme deontologiche del giornalismo dicono che il direttore ha l’obbligo di controllare sia gli articoli sia i messaggi pubblicitari del giornale, perché si tratta comunque di annunci su un organo di stampa.
Certo è difficile pensare che ogni giorno il direttore del quotidiano “La Repubblica” Vittorio Zucconi legga i testi delle pubblicità, ma è altrettanto vero che gli addetti alla raccolta potrebbero e forse dovrebbero fare questo lavoro prima di accettare un annuncio. Il controllo va fatto anche come forma di rispetto nei confronti dei lettori, che navigando su repubblica.it si trovano rimbalzati su un sito che non ha proprio tutte le credenziali in regola. Siamo fiduciosi e confidiamo che dopo la nostra segnalazione Vittorio Zucconi provvederà ad una rapida correzione di rotta.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
A onor del vero, anche il sito ANSA.it e altre testate on line lasciano spazio a questa tipologia di advertising. Capisco che magari in questo modo si supporta economicamente la sopravvivenza di siti web che forniscono news aggiornate gratuitamente, ma bisognerebbe comunque:
– evitare che venga fatta circolare pubblicità ingannevole
– evitare che tale pubblicità venga avvalorata e si diffonda, sfruttando la credibilità di cui godono alcune agenzie/testate giornalistiche e la vasta platea di consumatori che tali siti quotidianamente raggiungono
Questa è un’altra bella iniziativa del Fattoalimentare.
Ci sono molte case editrici che lucrano pubblicando libri sulla nutrizione che non sono in linea con le evidenze scientifiche.
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Penso che stimolare e educare i giornali su cosa sia pubblicità (dietetica) ingannevole sia molto utile per la collettività.
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Quando denunciamo pubblicamente questi fatti, una forte spinta al cambiamento è… “la vergogna”.
Quando leggo annunci di questo tipo sulla carta stampata o sui siti internet sono indotto a pensare che l’editore non abbia in grande considerazione l’intelligenza dei propri lettori.
Hai ragione, e forse relativamente a questi annunci è più evidente, ma lo stesso dubbio mi coglie tutte le volte che affronto la lettura di certi quotidiani….anche se a questo punto, a fronte dell’esiguità delle copie vendute, qualche domanda avrebbero dovuto porsela.
Salvatore, sono perfettamente d’accordo con te! il target pubblicitario scelto ritengo identifichi la tipologia di lettore a cui l’editore desidera rivolgersi!!!
Ho visto gente ricoverata in ospedale, dimagrire 10 chili in dieci giorni. Dimagrire in fretta si può, ma non è mai una cosa buona.
Suggerisco il buon vecchio metodo di mangiare di meno e muoversi di più: non sbaglia mai!
E costa di meno!
Ottima iniziativa, ammetto che avrei voluto fare qualcosa già da tempo ma ho desistito perchè la voce del singolo purtroppo sembra non contare mai…
Sono con voi.