Ratatouille (il film di Brad Bird) in onda su Rai Due perde i titoli di coda! Pessima abitudine per un servizio pubblico. Esposto all’Agcom
Ratatouille (il film di Brad Bird) in onda su Rai Due perde i titoli di coda! Pessima abitudine per un servizio pubblico. Esposto all’Agcom
Roberto La Pira 14 Gennaio 2014La sera del 3 gennaio 2014 Rai Due ha mandato in onda Ratatouille, un bellissimo film di Brad Bird che ha ricevuto l’Oscar nel 2008 come miglior film di animazione oltre ad essere candidato ad altre quattro nomination (migliore sceneggiatura originale, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliore colonna sonora).
Ratatouille racconta la storia di un giovane cuoco in un famosissimo ristorante di Parigi e di un topo. Quando la pellicola della Disney esordì nelle sale cinematografiche, oltre all’Oscar, ricevette altri dieci premi, confermandosi come un capolavoro. Tutto ciò interessa poco la Rai che, subito dopo la fine del film manda in onda i titoli di coda solo per 15 secondi, per lasciare spazio agli spot (il primo dei quali invita a pagare il canone soffermandosi sulla qualità della programmazione).
Perché la Rai censura i titoli di coda di un capolavoro? Si tratta di una parte integrante della pellicola necessaria per fare conoscere i nomi delle decine di professionisti che hanno curato costumi, cast, musiche… Nei titoli di coda c’è anche l’elenco delle aziende che hanno pagato per inserire i loro prodotti nel film a scopo pubblicitario (product placement). La legge prevede l’indicazione delle aziende che hanno sponsorizzato la pellicola proprio nella parte finale insieme all’elenco degli attori. Tutto ciò però viene spesso censurato dalla Rai e i film vengono interrotti 4-5 minuti prima, eliminando i titoli di coda. Non trasmettere sul piccolo schermo questa parte, equivale a eliminare l’indice e la bibliografia di un libro, a togliere la firma da un articolo, a non presentare i componenti del gruppo musicale durante un concerto.
Questa cattiva abitudine, inventata da Mediaset per ridurre il calo di audience quando, al termine del film, scorrono i titoli di coda, da tempo rientra anche nelle procedure Rai. È difficile accettare una situazione dettata probabilmente da motivazioni commerciali. A questi aspetti di tipo etico, si affianca il diritto dei telespettatori di conoscere i nomi delle aziende che fanno pubblicità nel film, inserendo i loro prodotti nelle varie scene. Il diritto è stabilito da precise regole che vengono chiaramente disattese dalla Rai e da Mediaset. Non sempre però è così. Negli episodi de Il commissario Montalbano in onda sui canali Rai la pellicola scorre sino alla fine.
Rivolgiamo un invito al direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, e ai dirigenti di Mediaset perchè il diritto ai titoli di coda sia esteso a tutti i film e aspettiamo fiduciosi una risposta. Il Fatto Alimentare ha anche inviato un esposto all’Autorità garante per le conunicazioni Agcom per porre fine a questa pessima abitudine.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Bravi! Sono d’accordissimo con voi!
Lo fanno già da molto… A Natale 2012 tagliarono i titoli di coda di “Alla ricerca di Nemo”….
Credo che la RAI sia l’unica da riprendere,essendo pubblica.Dovrebbe almeno in quel senso differenziarsi da Mediaset.
Nonostante sia d’accordo con l’articolo (anche a me piace vedere i titoli di coda dei film), a volte sono disorientato dalla linea editoriale del sito.
Cerco di trovare un collegamento tra “Il fatto alimentare” e “titoli di coda di Ratatouille” e faccio un po’ fatica. Forse perché rataouliie tratta di argomenti culinari? Bho…
Lodevole iniziativa, soprattutto se il sito si chiamasse “Il fatto televisivo”…
Gentile Mauro,
Il film animato Ratatouille è stato solo l’ennesimo caso che testimonia quest’abitudine diffusa. Pensiamo che la relazione del taglio dei titoli di coda, con Il Fatto Alimentare riguardi nello specifico la mancata visione dell’elenco delle aziende che hanno pagato per inserire i loro prodotti nei film a scopo pubblicitario (product placement). Ricordiamo che è obbligatorio per legge ed è un diritto dei cittadini conoscere in questo modo chi ha sponsorizzato la pellicola.