Nel 2010 in Europa sono state 3.358 le notifiche del Sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi dell’UE, l’8% in più rispetto all’anno precedente. E’ il dato che emerge dal rapporto annuale del RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) pubblicato dalla Direzione generale Salute e consumatori della Commissione europea, che sottolinea come l’aumento sia ascrivibile essenzialmente al rigetto alle frontiere, conseguente il giro di vite sui controlli sugli alimenti di origine non animale previsto dal regolamento EC/669/2009. La norma ha infatti implicato ispezioni più rigorose su arachidi, spezie e frutti, come banane o pere, provenienti da Paesi terzi.

Almeno una notifica su due del totale ha riguardato mangimi, alimenti o materiale da contatto rigettati ai confini europei per rischio sicurezza alimentare. Più di un terzo (34%) dei rigetti alle frontiere ha riguardato prodotti con alti livelli di micotossine. Una volta individuati, questi prodotti vengono inviati ad altra destinazione o distrutti. La procedura prevede poi che il sistema di allerta rapido avvisi il Paese di provenienza per prevenire altri casi. Se il problema si ripete la Commissione invia una lettera ufficiale alle autorità competenti, invitandole a prendere le misure necessarie.

Secondo il rapporto, nel 2010 gli allarmi per gli alimenti già presenti sul mercato per i quali è necessario un intervento rapido sono stati 592, in lieve aumento rispetto al 2009 (576). Due terzi di questi riguardano prodotti dell’Unione europea, in cui sono stati segnalati la presenza di micro-organismi patogeni, metalli pesanti, allergeni e micotossine. Le informative, cioè le notifiche che non implicano un’iniziativa urgente da parte delle autorità, sono state 1188, oltre la metà delle quali (52%) su alimenti prodotti in Paesi terzi. Anche qui le cause principali sono la presenza di patogeni o di metalli, residui di pesticidi, ma anche la mancata conformità alle norme europee sugli additivi. I respingimenti alle frontiere 1.578.

Il documento ripercorre anche gli episodi che hanno “fatto notizia” nel 2010: dalla diossina nei mangimi in Germania alle mozzarelle blu trovata in Italia (una tedesca, l’altra nostrana), fino ai frammenti di vetro nel caffè istantaneo in Francia. C’è anche un approfondimento sui cibi irradiati per eliminare micro-organismi patogeni, che hanno fatto registrare 30 casi nel 2010, raddoppiando le notifiche rispetto al 2009.

Angelo Di Mambro

Il rapporto è scaricabile a questo indirizzo:

http://ec.europa.eu/food/food/rapidalert/index_en.htm