Dall’Asia al Mediterraneo e sempre di più anche negli Stati Uniti, il polpo è considerato un alimento prelibato. Si stima infatti che ogni anno ne vengano catturate circa 350 mila tonnellate, più di dieci volte rispetto a quanti ne venivano pescati nel 1950. Di fronte a questo incremento della domanda, il numero di polpi disponibili in natura sta diminuendo e i prezzi aumentano. In tale contesto, la corsa alla scoperta del segreto per allevare il polpo in cattività va avanti da decenni. Si tratta infatti di una pratica resa particolarmente difficile dalle esigenze di questo cefalopode, le cui larve mangiano solo cibo vivo e che ha bisogno di un ambiente attentamente controllato.
Ora però sembra proprio che tentativi e sperimentazioni siano giunti a un risultato concreto. La multinazionale spagnola Nueva Pescanova ha infatti battuto le società concorrenti di Messico, Giappone e Australia e ha annunciato che inizierà a commercializzare il polpo d’allevamento a partire dalla prossima estate e che, entro il 2023, il suo prodotto sarà disponibile in tutto il mondo. La produzione prevista è di 3 mila tonnellate all’anno. L’allevamento avrà sede nell’entroterra, vicino al porto di Las Palmas, nelle Isole Canarie, ed è stato realizzato esaminando le abitudini riproduttive del polpo comune (Octopus vulgaris).
Nueva Pescanova, che ha dichiarato di voler impedire che gli animali vengano catturati in natura, ha però rifiutato di rivelare i dettagli sulle condizioni in cui saranno tenuti i polpi, dalle dimensioni delle vasche al cibo che mangeranno e neppure il modo in cui verranno uccisi. La denuncia arriva da un articolo molto critico, pubblicato lo scorso dicembre dalla Bbc. La notizia è stata accolta con sgomento da scienziati e ambientalisti, preoccupati del fatto che creature senzienti e intelligenti come queste, considerate in grado di provare dolore ed emozioni, possano essere allevate commercialmente per la produzione di cibo.
Nel Regno Unito, infatti, è allo studio un progetto di legge sul benessere degli animali (Sentience) che poggia le sue radici proprio sulla loro facoltà di sentire il dolore fisico e le sofferenze psichiche. Ed è stato ormai scientificamente assodato che polpi e crostacei sono animali senzienti, cioè in grado di sentire dolore. Il cambiamento di visione su questo tema è arrivato dopo che un team di esperti ha passato al setaccio più di 300 studi scientifici. Le conclusioni sono che i polpi sono ‘esseri senzienti’ e ci sono ‘forti prove scientifiche’ sul fatto che possono provare piacere, eccitazione e gioia, ma anche sofferenza, angoscia e dolore.
Gli autori si sono detti “convinti che l’allevamento di polpi ad alto benessere sia impossibile” e ipotizzano che in futuro il governo britannico “possa prendere in considerazione un divieto di polpi d’allevamento importati”. Come abbiamo illustrato in un precedente articolo, già lo scorso ottobre l’organizzazione internazionale senza scopo di lucro per il benessere e protezione degli animali da allevamento Compassion in World Farming (Ciwf) ha scritto ai governi di diversi paesi, tra cui la Spagna, esortandoli a vietare lo sviluppo dell’allevamento di questi animali.
I polpi hanno cervelli grandi e complessi. La loro intelligenza è stata dimostrata in numerosi esperimenti scientifici. Sono stati osservati mentre usano noci di cocco e conchiglie marine per nascondersi e difendersi e hanno dimostrato che possono imparare rapidamente compiti prestabiliti. Non mancano casi in cui sono anche riusciti a scappare dagli acquari e a rubare dalle trappole tese dai pescatori. Inoltre, non hanno scheletri per proteggerli e sono altamente territoriali. Quindi potrebbero essere facilmente danneggiati in cattività e, se ci fosse più di un polpo in una vasca, potrebbero anche iniziare a mangiarsi a vicenda.
Se l’allevamento di polpi dovesse aprire in Spagna, sembra che le creature allevate lì riceverebbero poca protezione ai sensi della legge europea. Anche se i polpi, e altri cefalopodi invertebrati, sono considerati esseri senzienti, la legislazione Ue sul benessere degli animali da allevamento si applica attualmente solo ai vertebrati. Inoltre, secondo il Ciwf, non esiste oggi un metodo scientificamente validato per la loro macellazione, senza contare che l’allevamento di polpi potrebbe aumentare la pressione sugli stock ittici selvatici. Questi animali, infatti, sono carnivori e hanno bisogno di mangiare per volumi doppi o tripli rispetto al loro peso. Attualmente circa un terzo del pesce catturato nel pianeta è trasformato in mangime per altri animali e circa la metà di questo viene impiegata in acquacoltura. Il polpo d’allevamento, quindi, potrebbe essere nutrito con prodotti ittici provenienti da stock già sovrasfruttati.
In un rapporto del 2019, coordinato dalla professoressa associata di studi ambientali alla New York University, Jennifer Jacquet, si sostiene poi che vietare l’allevamento di polpi non lascerebbe gli esseri umani senza cibo a sufficienza. “Significherà – si afferma nello studio – solo che i consumatori benestanti pagheranno di più per polpi selvatici sempre più scarsi”. L’intero dibattito, comunque, è irto di complessità culturali. Si potrebbe a questo punto obiettare che, per fare un esempio, anche ai maiali è stata attribuita una notevole intelligenza. Quale sarebbe, quindi, la differenza tra un maiale d’allevamento e un polpo?
Gli ambientalisti che si schierano oggi contro l’allevamento dei polpi sostengono che la sensibilità di molti animali non era nota quando sono stati istituiti gli attuali sistemi intensivi e che, comunque, gli errori del passato non dovrebbero essere ripetuti. Inoltre, poiché i maiali sono stati addomesticati per molti anni, abbiamo una conoscenza sufficiente dei loro bisogni, ha affermato Elena Lara, responsabile della ricerca sui pesci di Ciwf: “Il problema con i polpi è che sono completamente selvatici, quindi non sappiamo esattamente di che cosa hanno bisogno o come possiamo fornire loro una vita migliore”.
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In questa situazione posso solo illustrare il mio desiderio: che prima o poi “qualcuno” ridoni loro la libertà x poter ritornare a muoversi liberi nella loro casa tra rocce e conchiglie: il mare
Giusto molto meglio pescarli a tonnellate e farli morire di asfissia lentamente nelle cassette dei pescatori o sulle bancarelle. Io continuo a mangiare quelli che prendo con la fiocina
Il giorno in cui il cosiddetto essere umano si accorgerà di avere commesso molti errori sarà tardi…
Buongiorno.
Perplesso! Ho letto con interesse l’articolo ma che differenza c’è tra ammazzare bovini, ovini, ecc. ed i polpi? l’unica CONCLUSIONE sarebbe quella di NON UCCIDERE animali per la nostra nutrizione. Difficile da attuarsi visto che siamo stati educati a consumare cibi provenienti da tali attività (allevamento) quindi sarebbe il caso di diventare vegetariani.
Grazie per l’attenzione.
Che avvilimento, anziché andare verso una società in cui giustizia, empatia verso l’altro, di qualunque specie sia, aumentano, si fanno più passi indietro che avanti. Imprigionare e sfruttare esseri senzienti per il piacere del gusto non è necessario, non è giusto. Qualunque abitudine, tradizione, si può modificare, basta esserne consapevoli e volerlo; del resto l’abbiamo fatto centinaia di volte e per quanto riguarda la nostra alimentazione anche molto rapidamente un tempi recenti ma in senso peggiorativo da qualunque punto di vista.
una cosa mi ha colpito dicendo che sono esseri senzienti che provano dolore è vero sono molto intelligenti ma vi ricordo che anche i granchi le aragoste provano dolore quando vengono buttati nell’acqua bollente addirittura ho sentito da un collega che stava cucinando dei granchi e uno di loro è uscito dalla pentola quello che manca purtroppo è la sensibilità ….l’empatia…grazie per l’articolo
Che avvilimento, anziché andare verso una società in cui giustizia, empatia verso l’altro, di qualunque specie sia, aumentano, si fanno più passi indietro che avanti.Qualunque abitudine, tradizione, si può modificare, basta esserne consapevoli e volerlo; del resto l’abbiamo fatto centinaia di volte e per quanto riguarda la nostra alimentazione anche molto rapidamente in tempi recenti ma in senso peggiorativo da qualunque punto di vista.