gioiaverde rana ravioli

Nel mese di ottobre 2011 abbiamo inviato una richiesta di censura al Comitato di controllo dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria (IAP), contestando l’etichetta dei ravioli Gioiaverde di Giovanni Rana. Il motivo? Le diciture assicurano la presenza, in una confezione da 250 g, del 50% fabbisogno giornaliero di verdure necessario.

L’opinione dello IAP sui Gioiaverde Rana

La nostra richiesta è stata bocciata. Il Comitato di controllo precisa che: “Il caso è stato discusso nel corso del tempo per poter esaminare anche nuovi elementi di valutazione presentati dall’azienda, che hanno dimostrato che il prodotto “Gioiaverde Rana” contiene un quantitativo di verdura per porzione che eccede il 50% del consumo minimo giornaliero consigliato dall’OMS. La pratica è stata pertanto archiviata

Ringrazio il Giurì, ma vorrei dissentire perché come abbiamo dimostrato e come ha precisato Andrea Ghiselli dell’Inran nel nostro articolo “quando due persone mangiano una confezione di Gioiaverde ai broccoli da 250 g assumono il 10% circa delle verdure necessarie al fabbisogno giornaliero“.

Riferimenti sbagliati

L’etichetta dei ravioli è scorretta perché usa come riferimento le indicazioni dell’OMS che sono calcolate considerando la media delle abitudini e delle problematiche dei vari Paesi. I valori OMS  non valgono per l’Italia, dove si usano le indicazioni del Larn e le Linee guida per una sana alimentazione (Inran) che invitano a consumare ogni giorno due porzioni di verdure da 250 g (oppure una di verdura e una di insalata da 50 g). La ragione è da individuare nella nostra dieta che si caratterizza per una scarsa presenza di fibre (meno di 20 g al giorno contro i 30 raccomandati).

Utilizzando come riferimento i Larn, quando due persone mangiano una confezione di Gioiaverde ai broccoli da 250 g assumono il 10% circa delle verdure necessarie al fabbisogno giornaliero. Un po’ poco rispetto a quanto lascia intendere la pubblicità. Per essere in linea con i consigli dei nutrizionisti bisognerebbe aggiungere il 90% di insalate e altri ortaggi, oltre alle tre porzioni di frutta per arrivare all’obiettivo.

Il Comitato di controllo dello IAP forse pensa che i ravioli Rana siano consumati poco in Italia e molto all’estero, per cui il riferimento al fabbisogno ai valori dell’Oms si deve ritenere valido. In realtà non è così, le diciture sono in italiano e risultano palesemente scorrette. 

Il nostro appello a Rana

L’idea di Giovanni Rana di proporre una linea di ravioli ricca di verdure è ottima, perché va incontro alle esigenze dei consumatori alla ricerca di prodotti ricchi di fibre. Forse però l’ufficio marketing si è lasciato prendere dall’entusiasmo e ha esagerato con la pubblicità.  È un peccato, perché in genere i ravioli e i tortellini Rana nei test condotti dalla rivista Altroconsumo si collocano sempre ai primi posti della classifica, e non hanno certo bisogno di promesse impossibili.

Rinnovo l’invito a Giovanni Rana a cambiare l’etichetta, anche se il giudizio del Comitato di controllo è stato per lui favorevole, si tratta di una forma di rispetto nei confronti dei suoi affezionati consumatori (come il sottoscritto) che apprezzano i ravioli, ma non amano essere presi in giro.

© Riproduzione riservata Foto: Gioiaverde.it

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

0 0 voti
Vota
2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Michele
Michele
21 Marzo 2012 21:14

Come mai tutti questi sapientoni di Roma hanno una prospettiva così limitata? È talmente ovvio ciò che Lei scrive che non capisco come questo ectoplasma del giurì (nel senso che lo conosce solamente Lei e pochi altri compresa la banca che gli fa il bonifico per lo stipendio) possa respingere lo studio dell’INRAN.

Andrea Tibaldi
Andrea Tibaldi
23 Marzo 2012 05:45

Fermo restando che sono d’accordo con la vostra tesi (la pubblicità è ingannevole), dico altresì che chiunque pensi che mangiando una porzione di ravioli da 125 g sia possibile assumere il 50% delle verdure necessarie in un’alimentazione sana, è spacciato comunque perché la sua coscienza alimentare è sotto il livello di guardia.
Di pubblicità un tantino forzate come questa ce ne sono a bizzeffe, dai sanissimi biscotti con margarina del mulino bianco ai cereali “fitness” che hanno le stesse calorie del panettone, e potrei continuare per ore.