La pubblicità del Galletto di Barletta è ingannevole: è questa la decisione del Presidente del Comitato di controllo del Giurì nei confronti di un manifesto utilizzato da un servizio commerciale specializzato nel pollo alla brace. Il cartellone, affisso nella città di Barletta lo scorso maggio (vedi foto), è stato ritenuto contrario agli articoli 1-9-10 del Codice di Autodisciplina. Il messaggio viola la dignità della persona perché «offende la donna, accostata e assimilata alla merce pubblicizzata».
La foto della pubblicità mostra il mezzo busto nudo di una donna, lasciando in evidenza un seno prosperoso parzialmente coperto dalle braccia conserte. Il testo riprende l’immagine: “Petto? Ce n’è per tutti!”. Simbolismo sessuale, sessismo e volgarità sono gli elementi che hanno caratterizzato la contestazione oltre all’aggravante di un messaggio esposto in luoghi pubblici.
Il manifesto è stato rimosso dallo stesso commerciante. A rivolgersi all’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria è stato il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella che ha dichiarato «Il titolare dell’esercizio ha preso atto dell’ingiunzione sostenendo che il contenuto della pubblicità ha travalicato e prevaricato il senso del messaggio commerciale. E ha assicurato che quella campagna pubblicitaria non proseguirà in alcuna altra forma e mezzo, riconoscendo così il rispetto dovuto a tutte le donne».
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Talvolta la percezione della dignità femminile è ondivaga; tempo fa ho segnalato una pubblicità allo IAP, ma pur condividendo i motivi della segnalazione,la stessa era stata giudicata al di fuori delle loro competenze.
vedi: http://paoblog.net/2015/03/10/pubblicita-163/
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In ogni caso se certe pubblicità esistono non è solo perchè c’è chi le “pensa” (diciamo così) e le aziende le approvano, ma alla fine dei giochi probabilmente la volgarità paga, visto l’insistenza di certi a far passare il loro messaggio pubblicitario solo e sempre in un modo.
Vedi: http://paoblog.net/2013/05/30/pubblicita-95/
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E se come Persona queste pubblicità mi disturbano, come Consumatore mi fanno arrabbiare, perchè attestano che i pubblicitari (e le aziende) ci percepiscono (a ragione?) come dei fessi ai quali basta far vedere una donna seminuda o ammiccante per attirarci verso il prodotto.