Le indagini su Prosciuttopoli avviate in diversi tribunali, dopo la scoperta di oltre 2 milioni di cosce dal peso sospetto avviate nel circuito del prosciutto di Parma e San Daniele, proseguono. La procura di Cremona ha condotto perquisizioni in alcuni macelli della Lombardia e del Piemonte per verificare eventuali violazioni o frodi sulla produzione di carni destinate al circuito dei prosciutti Dop. Le perquisizioni, sono state eseguite dagli ufficiali di polizia giudiziaria del settore repressione frodi del ministero delle Politiche agricole di Roma. La notizia è stata pubblicata due giorni fa da Sara Pizzorni, giornalista del quotidiano online Cremona Oggi ed esperta di giudiziaria. “Le indagini seguite dai pm Ilaria Prette e Davide Rocco – scrive Pizzorni – mirano ad accertare se nel circuito alimentare vengano inserite carni con caratteristiche difformi da quelle indicate nelle normative imposte dal disciplinare del prosciutto Dop di Parma e di San Daniele. La documentazione sequestrata verrà attentamente vagliata per trovare eventuali difformità rispetto a quanto dettato dalla disciplina in materia. L’indagine della procura di Cremona riguarda in particolare i tempi di allevamento, che non sarebbero quelli dichiarati. Le regole, anche in questo caso, sono molto precise, e indicano che un suino debba raggiungere il peso ideale in nove mesi, mentre qui i tempi effettivi sarebbero inferiori.”
Un’analoga inchiesta si è conclusa pochi mesi fa a Torino con il patteggiamento per 10 imputati con pene variabili da pochi mesi ad oltre un anno di reclusione più una multa (altri patteggiamenti erano stati fatti in precedenza). La sentenza ha interessato anche 6 società per responsabilità amministrativa, condannate complessivamente ad alcune decine di migliaia di euro.
Il sospetto degli inquirenti di Cremona è che aggirando le regole imposte dai disciplinari del prosciutto di Parma e di San Daniele gli allevatori (forse in accordo con i macellatori e i prosciuttifici), abbiano utilizzato per inseminare le scrofe, seme di Duroc danese o di altre razze vietate a crescita rapida. Lo scopo è ottenere animali che crescono velocemente con meno mangime e che rendono meglio nella fase di vendita sul mercato. Il Duroc danese è infatti un maiale dall’aspetto “gonfio” (come il fisico di un bodybuilder) che cresce in fretta, con poco grasso e una massa muscolare ricca di acqua, inadatta per la lunga stagionatura dei prosciutti Dop.
Le cosce dei prosciutti di Parma e di San Daniele devono invece provenire da cosce di suini di razze pesanti, con una muscolatura tenace e molto grasso sottocutaneo. Il disciplinare prevede la macellazione dopo almeno nove mesi, quando gli animali arrivano a 160 kg (con un’oscillazione del 10% fra 146 e 176 kg). Ma i maiali di Duroc danese, già dopo otto mesi raggiungono il peso massimo, da qui la necessità di cambiare le date di nascita per farli risultare più vecchi.
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