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Il 26 giugno di quest’anno si è concluso il primo grado di giudizio del processo per inquinamento da PFAS causato dallo stabilimento Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza. In quest’occasione, la Corte d’Assise ha condannato undici manager per un totale di 141 anni di pena. I capi d’accusa contestati alla Miteni sono cinque: avvelenamento doloso delle acque destinate al consumo umano, disastro ambientale, inquinamento ambientale, gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e bancarotta fraudolenta. Per 50 anni la Miteni ha prodotto PFAS (tra cui PFOA e PFOS), contaminando l’acqua, compresa quella potabile, della seconda falda acquifera d’Europa utilizzata da circa 350.000 persone nella regione Veneto e inquinando un territorio di 700 km2 tra le province di Vicenza, Verona e Padova, un’estensione che fa sì che si possa parlare di uno dei maggiori casi di inquinamento da PFAS al mondo.

Cosa sono i PFAS

I PFAS sono sostanze particolarmente stabili, caratterizzate da legami forti tra gli atomi di carbonio e di fluoro. Una volta sintetizzate, se rilasciate nell’ambiente, queste sostanze vi permangono per tempi molto lunghi. Detti inquinanti eterni, i PFAS hanno la capacità di essere incorporati dalle piante, dagli insetti, dagli animali e dagli esseri umani con effetti tossici: è ormai noto che l’assunzione o l’esposizione di PFAS provochi possibili disfunzioni del sistema immunitario, un aumento del rischio di insorgenza di alcuni tipi di cancro, disturbi endocrini, problemi allo sviluppo cognitivo e neurocomportamentale dei bambini.

La pericolosità di queste sostanze è denunciata da anni anche dalle “Mamme no PFAS”, un gruppo di genitori per avere acqua pulita. La loro attività di denuncia e mobilitazione è cominciata nel 2017, a seguito dell’avvio del biomonitoraggio proposto dalla Regione Veneto: dalle analisi è risultato che nel sangue dei loro figli c’era la presenza, talvolta in concentrazioni molto elevate, di PFAS.

Eppure per lungo tempo la loro tossicità si è nascosta e trascurata. Nel documentario Il veleno nell’acqua, un dipendente della Miteni racconta che Giovanni Costa, professore di medicina del lavoro all’Università di Milano e medico aziendale della Miteni per 40 anni, visitava i lavoratori della fabbrica due volte l’anno. In questi incontri Costa assicurava sull’innocuità del PFOA arrivando a menzionare una loro azione positiva per il colesterolo.

L’iniziativa

Con l’avvio del più grande processo per reato ambientale della storia italiana qualcosa potrebbe cambiare. A raccontarcelo è Andrea Tapparo, docente di Chimica Ambientale all’Università di Padova. Tapparo, insieme a Sara Bogialli (docente di Chimica Analitica), Claudia Marcolungo (docente di Diritto Ambientale e osservatrice esterna al processo PFAS) e Angelo Merlin (docente di Diritto Penale dell’ambiente e avvocato difensore di alcune parti civili al processo PFAS), sarà presente all’iniziativa “Il processo e la sentenza PFAS” che si terrà venerdì 17 ottobre alle ore 14:30 nell’aula A Nasini del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Padova (via Marzolo 1). Ecco di seguito l’intervista.

tribunale pfas
Su tratta di una vicenda molto grave perché si è contaminato un bene essenziale: l’acqua

A che punto è il percorso processuale?

L’estate scorsa si è arrivati al primo grado di giudizio che ha portato alla condanna e al risarcimento delle parti civili tra cui gli enti gestori della risorsa idrica, i rappresentanti dei lavoratori e i Comuni dell’area interessata alla contaminazione. La vicenda processuale non ha però affrontato tutte le problematiche come, ad esempio, gli effetti dell’esposizione e della contaminazione sui lavoratori. I giudici della Corte d’Assise hanno chiesto una proroga per la pubblicazione delle motivazioni della sentenza che dovrebbero dunque arrivare verso fine dicembre. Con in mano le motivazioni si potrà capire la linea dei giudici e sarà istruita il secondo grado di giudizio. È verosimile pensare che parte degli imputati e probabilmente parte delle parti civili, come i lavoratori, faranno ricorso non sentendosi del tutto soddisfatti dalla sentenza.

Chi è sono stati i maggiori colpiti dall’inquinamento della Miteni?

La contaminazione ambientale ha interessato una vasta area molto ricca di acque di falda utilizzate per uso umano. Sono state coinvolte le province di Vicenza, Padova e Verona. L’entità della contaminazione è stata molto estesa perché si è protratta nel tempo: l’inquinamento è stato scoperto nel 2013, ma chissà da quanto tempo l’acqua degli acquedotti era contaminata senza che si sapesse. Quello che ha subito la popolazione è molto grave perché è stato contaminato un bene essenziale: è proprio dalla contravvenzione di quest’aspetto che nasce il reato di avvelenamento in capo alla Miteni.

Nelle aree inquinate dalla Miteni, anche i bambini hanno un’elevata concentrazione di PFAS nel sangue. Com’è possibile?

È possibile perché l’esposizione avviene attraverso l’acqua. Tutti noi bevendo introduciamo diverse sostanze che, nel caso dei PFAS, non sono degradate dal corpo umano. I bambini hanno un metabolismo diverso dagli adulti e, sebbene siano stati esposti per un periodo limitato, avendo una massa corporea piccola possono presentare un’elevata concentrazione di PFAS nel sangue e nei tessuti. La contaminazione è avvenuta anche con il latte materno: sempre attraverso l’acqua potabile le donne hanno introdotto nell’organismo PFAS che è possibile si siano accumulati nel latte in quantità maggiore rispetto ad altre zone d’Italia.

Va anche segnalato che lo scenario espositivo è stato aggravato dalla presenza di numerosi pozzi di emungimento privati, la cui dismissione non è avvenuta così rapidamente come gli interventi sul sistema acquedottistico.

pfas, acqua, rubinetto con bicchiere
A oggi non è possibile pensare a una bonifica dai PFAS dell’intera falda contaminata

Pur essendo chiusa dal 2018, la Miteni inquina ancora?

Sì, inquina ancora perché la zona di contaminazione primaria è dove si trova lo stabilimento, area affiancata da un corso d’acqua che arriva nella falda indifferenziata. Quest’ultima carica la falda differenziata che alimenta gli acquedotti. Un tema di primaria importanza è infatti la bonifica dell’intera area.

La qualità delle risorse idriche, degli ecosistemi e della salute della popolazione è compromessa per sempre?

No, noi confidiamo di tornate ad avere un ecosistema in equilibrio, ma, essendo i PFAS sostanze persistenti, i tempi in cui ciò potrà avvenire con meccanismi naturali sono nell’ordine dei decenni se non centinaia d’anni. Tanto dipende da quanto velocemente si interviene nell’area di inquinamento primario. A oggi non è possibile pensare a una bonifica dai PFAS dell’intera falda contaminata, quello che sta avvenendo è una lenta diluizione e un trasporto della contaminazione verso altre acque superficiali, altri fiumi, e poi verso il mar Adriatico. Per quanto riguarda la risorsa idrica a uso potabile, per ora si adotta il filtraggio con i carboni attivi finché non si completerà un sistema di distribuzione che attinga esclusivamente da zone di emungimento non contaminate.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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luigiR
luigiR
15 Ottobre 2025 14:29

CHE DISASTROSO DISASTRO!

Francesco Felarte
Francesco Felarte
15 Ottobre 2025 15:34

Buongiorno. Cito dall’articolo: “..per lungo tempo la loro tossicità è stata NASCOSTA” e

“[…]L’entità della contaminazione è stata molto estesa perché si è protratta nel tempo: l’inquinamento è stato SCOPERTO nel 2013, ma chissà da quanto tempo l’acqua degli acquedotti era contaminata senza che si sapesse”(maiuscoli miei.) Appunto, ecco perchè ora la situazione è così drammatica in tutta quella zona e PREOCCUPANTE in linea generale.

E’ questo GRAVE RITARDO che, come si spiega correttamente nell’intervista, ha anche reso la situazione IRREVERSIBILE, almeno per molti “decenni” se non “secoli”. L’intempestività.

“A oggi non è possibile pensare a una bonifica[…] dell’intera area contaminata”.

Per questo nell’altro articolo invitavo alla prudenza prima di pronunciarsi sull’ area complessiva di diffusione, nel territorio nazionale, della contaminazione da PFAS. La Miteni NON è l’unica grande azienda in Italia che era nelle condizioni di poter causare un simile catastrofico inquinamento ambientale. Ce ne sono e ce ne sono state diverse altre. Andrebbero “censite”.

E sempre per la stessa ragione continuo a insistere sulla PRIORITA’, emergenziale ormai, di aumentare la FREQUENZA dei controlli delle falde acquifere e sulla necessità di APPROFONDIMENTO continuativo del monitoraggio e delle analisi di TUTTE le aree da cui viene attinta l’acqua, comunale e minerale. (a intervalli, brevi, prestabiliti per legge)
Tutta l’acqua va controllata,perchè viene adoperata anche per le colture e arriva nel nostro cibo (specialmente FRUTTA E VERDURA),pertanto impatta su tutta la filiera alimentare.

La sicurezza di “beni essenziali” come ACQUA e alimenti di base della nostra dieta DEVONO sempre avere la massima priorità rispetto alla “produttività” economica e i profitti delle aziende coinvolte. Sono VALORI e DIRITTI inscindibili dalla salvaguardia della SALUTE pubblica, individuale e collettiva, da ANTEPORRE sempre a qualsiasi altra esigenza e diritto.

E lo stato dovrebbe farsi carico di regolamentarne la gestione con l’intermediazione degli enti preposti alle verifiche,equipaggiandole di tutta la tecnologia necessaria per effettuarle.

Fabiano
Fabiano
Reply to  Francesco Felarte
15 Ottobre 2025 16:30

Tutto Esatto!!! e si sono aggiunti anche i pozzi privati non dismessi in tempo!

La Miteni intanto ‘ inquina ancora’…..

Situazione vergognosa e allarmante !

Azul98
16 Ottobre 2025 17:26

Oltre il danno anche la beffa, appena scoperto la catastrofe che ha coinvolto tutti, aziende agricole che hanno bruciato tutto comprese le carcasse degli animali,la contaminazione è toccata alle cave di pesca, fiumi e torrenti che non erano nemmeno più acqua ma liquido al veleno, arrivano assessori che dicono che era tutto risolto con nuovi depuratori di nuova generazione (???),ai carboni attivi,le acque non hanno smesso di avvelenare,sono stati rimossi, ma il problema è ancora attivo più che mai, dato che la Miteni è solo la prima ad essere indagata,io ero in un azienda che era una cromatura con 90 dipendenti, oltre 40 anni è sempre stato buttato nel terreno 30,000 ettolitri di nichel e bisolfito,250 kg di soda caustica a scaglie la più potente ogni settimana, 20.000 kg di trielina per sgrassaggio,ormai inutilizzabile, cromo esavalente esausto,a quintali,per finire quintali di cianuro puro per sgrassatura come soda caustica, e acqua,acido solforico a quintali perché era esausto, il tutto ogni settimana, in buche nel terreno, prima sono morti gli alberi di ciliegio, poi gradualmente l’erba la vedevo andare sempre più scomparendo, fino che non esisteva più, la ditta dopo il mio licenziamento ha avuto problemi finanziari ed è venuto tutto a galla il marcio che per 40 anni aveva fatto, la bonifica è durata anni circa 6-7,con denuncia del proprietario che ha pareggiato, per 30 cm,poi era la faglia che dava da bere a 35.000 mila persone residenti, di giorno essendo la Z.I. faceva oltre 160.000 persone tra operai e dipendenti in ufficio, allora faccio una domanda quante realtà così ci sono ancora nascoste di aziende che hanno chiuso e di ciò hanno fatto di loro non si saprà mai niente o colpevolmente in ritardo,perché quando venivano i controlli c’era già la busta pronta sulla scrivania, era il prezzo del silenzio sulle nostre vite,adesso l’azienda ha cambiato il nome ed è solamente andata in un’altra zona vicina, continuando il suo operato come nulla fosse mai accaduto.

Azul98
16 Ottobre 2025 17:53

Mi sono dimenticato, che tutta l’acqua che serviva per lavare le vasche veniva buttata anche lei con tutto il veleno che aveva accumulato nel terreno come nulla fosse, ho sbagliato a scrivere una parola il titolare ha pateggiato mentre chi ha aperto la nuova azienda è il capo- officina dopo il terremoto giudiziario, che ha causato leucemie, contaminazioni nel sangue a tutti noi dipendenti per sempre, dato che respiravamo tutto, ci davano una mascherina bianca che faceva più male che bene, molti miei colleghi sono morti di tumore,ma non è mai stato aperto un fascicolo contro una multinazionale che ci ha distrutto le vite e le nostre gioventù.

Veronica Conti
Veronica Conti
Reply to  Azul98
17 Ottobre 2025 13:33

Uguale a Legnago, Siamo pieni di pfas, diossina, bio gas bio metano, bonifiche di siti inquinati per colpa di una fabbrica giudicata INSALUBRE

Salvatore
Salvatore
Reply to  Azul98
18 Ottobre 2025 10:13

Ha cambiato nome. Bene, se inquina ed e’ certo che è’ così’ DENUNCIATE! Domanda: in Puglia abbiamo simili problemi? e dove?

Maridina
Maridina
Reply to  Azul98
18 Ottobre 2025 10:51

Io condannerei anche e soprattutto i governi di quegli anni per mancato controllo , spettava allo stato controllare sulle irregolarità industriali,a prescindere dall’inquinamento. Ma certo tutti parlavano di scarti innocuisenza aver fatto esami

Piero
Piero
18 Ottobre 2025 09:32

È scioccante tutto ciò, ma soprattutto che a livello pratico non si possa lavorare a santificare la zona, il fiume è le falde. Sicuramente i tecnici ed esperti dicono il giusto, ma se non si investe in lavori efficaci a bloccare ulteriore inquinamento si continua a fare danni sempre più protratti nel tempo e per un numero enorme di persone. Ci vogliono tanti tanti soldi, sì e la società non c’è li ha per tutto e tutti. Per cui se non intervengono sia la Regione e sia i Comuni, massicciamente, non risolveranno il problema danneggiando ancora ambiente e persone chissà per quanti anni a venire!

Maridina
Maridina
18 Ottobre 2025 10:47

Dopo aver avuto queste notizie di inquinamento eterno e irreversibile, cosa si pensa? Niente perché non c’è niente da fare… Incredibile italianità!

Azul98
18 Ottobre 2025 17:57

Chi ci ha sempre salvato sono state le eroiche mamme coraggio, hanno loro bloccato aziende, loro hanno lottato per i loro figli e mariti che non guarivano più, loro erano la nostra unica salvezza, la nostra forza, quando sono entrato dal stramaledetto posto di lavoro e ho detto mamma sto male e mentre parlavo sputavo sangue perché ero intossicato dal cianuro e la soda caustica a 60° gradi che avevo respirato,vedere la sua espressione e la sua prontezza a prendermi e portarmi al Pronto Soccorso dove mi hanno ricoverato di urgenza, come tanti altri, ma ci si pensa che abbiamo la Sandoz,L’Ilva a Taranto,e Porto Marghera che urla ancora vendetta con il Disastro del PVC,e vado ad una conferenza a Castelvecchio e ci sono le mamme No PFAS come testimoni che raccontano tutto, e gli ho stretto la mano, (Che bello!),Poi parla l’assessore dell’agricoltura del Veneto dicendo che gli allevamenti sono tutti a norma, non c’è alcun problema e nessun rischio per le falde acquifere perché hanno fatto prelievi loro, e hanno installato depuratori che possiamo usare liberamente l’acqua come prima del problema, ma ci pensiamo come ci siamo rimasti tutti 2 anni fa. E ha avuto la sfacciataggine di dirlo davanti alle mamme No PFAS, quando è indifferente davanti a ciò che sta succedendo.

giova
giova
18 Ottobre 2025 20:17

M’interessa sapere di quali basi scientifiche il prof. Giovanni Costa sosteneva sia l’innocuità della sostanza, sia l’azione positiva sul colesterolo.

Azul98
Reply to  giova
20 Ottobre 2025 18:41

Ma sai quanti medici aziendali, come il prof.Costa, hanno taciuto sulla verità. Altrimenti ci sarebbe stato il caso Miteni, e vedremo in Corte d’Appello se verrà confermata la sentenza o aggravata oppure sarà una farsa come in tanti casi anche recenti.

giova
giova
Reply to  Azul98
21 Ottobre 2025 10:59

Ora il caso Miteni c’è e mi auguro una sentenza equilibrata e ben studiata, utile pure per processi futuri.
Poi mi chido: e l’Ordine dei medici applicherà il Codice deontologico una volta emerse le reticenze, le accondiscendente, i “falsi scientifici”, le omissioni? E in fase di processo dovrà rendere conto di quanto dichiarato o non fatto.

DANIELE TOMMASO MELLACE
DANIELE TOMMASO MELLACE
21 Ottobre 2025 22:27

MI SONO GIA’ ESPESSO PIU’ VLTE IN MERITO ALLA GRANDE VALIDITA’ DI QUESTO SITO DI INFORMAZIONE, RITENDOLO RIGORISO, LIBERO E COERENTE CON LE SUE FINALITA’ (SE POSSO DIRE) PIU’ DI ALTRI STRUMENTI ED ASSOCIAZIONI A TUTELA DEI CONSUMATORI. E’ PER QUESTO CHE PERIODICAMENTE VERSO UN MODESTO CONTRIBUTO ECONOMICO ALLA TESTATA GIORNALISTICA! GRAZIE!!

Prof. Franco Brindani
Prof. Franco Brindani
11 Novembre 2025 15:01

Sembra un po’ tardi.

Azul98
11 Novembre 2025 17:02

E mentre si aspettava finalmente dopo rinvii e lotte per avere una giustizia,la Miteni se va tra lo sgomento delle mamme No PFAS e di tutti chi le hanno sostenute in varie udienze fino alla corte d’Assise che ha condannato a 141 anni per disastro ambientale colposo e plurimo,con tutte le aggravanti del caso, appunto la Miteni ha trovato posto di in India per continuare a produrre ciò che faceva devastando ogni falda acquifera, la vita di persone, entrando con i loro rifiuti tossici nel sangue non solo delle già contaminate zone che inquinate per sempre, da,PFAS PFOA e TFA, adesso può farlo anche in India eludendo il processo d’Appello che avrebbe portato alla condanna definitiva dei titolari dell’azienda, che tranquillamente si sono trasferiti anche loro in India come avessero fatto nulla, e la vita di 4.000 persone persa per colpa loro, adesso non si sa più cosa fare, si sa soltanto che la complicità gli aiutati ad andarsene,nella più totale amarezza e sconforto.

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