Chi non vuole assumere proteine animali, chi è intollerante al lattosio o allergico, chi è vegano o vegetariano e chiunque altro lo desideri potrebbe presto avere a disposizione una formulazione del tutto nuova di probiotici. Una gamma di tè e caffè freddi che, in quanto infusi vegetali, potrebbero aiutare chi preferisce non assumere le formulazioni attuali, quasi tutte realizzate con i derivati del latte. I ricercatori dell’Università di Singapore hanno messo a punto due diversi tipi di infusioni arricchite con specifici nutrienti, lasciate fermentare, che apportano ceppi benefici per la salute senza bisogno di latte o derivati, e che si conservano a temperatura ambiente o in frigorifero per diverse settimane (più di 14 quelle sperimentate).
Come spiegano nel comunicato, le due famiglie di bevande sono state ottenute con procedimenti non molto diversi, e cioè aggiungendo sostanze nutritive per far sì che sapore e aroma restassero immutati e i batteri avessero i giusti prebiotici, e ricorrendo a una fermentazione che dura al massimo un paio di giorni. I prodotti ottenuti sono molto simili a quelli senza probiotici, e possono essere corretti aggiungendo zucchero, dolcificanti o latte e panna (anche vegetali). Sia i tè che i caffè mantengono le caratteristiche rispettivamente antisettiche e clorogeniche degli infusi originari, e il contenuto di caffeina e teina che la maggior parte delle persone richiede. Ma, soprattutto, tutte le varietà studiate apportano non meno di un miliardo di fermenti, molti dei quali vivi, cioè rispettano i quantitativi (giornalieri) indicati come indispensabili per il mantenimento di un buono stato di salute dall’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics.
Al momento sono in corso trattative con alcuni gruppi industriali di Singapore e non solo, per giungere prima possibile alla produzione e alla commercializzazione di queste bevande. C’è poi un altro gruppo che ha messo a punto un prodotto che evita il ricorso agli animali: un latte ottenuto con i lieviti dai ricercatori dell’Università di Tel Aviv, in Israele, che hanno realizzato un composto simile a quello già realizzato dalla start up americana Perfect Day Foods.
Anche in questo caso l’idea di fondo è ridurre il ricorso agli allevamenti, esigenza particolarmente sentita in un paese dalle risorse molto scarse come Israele. E allora ecco Imaginedairy, la start up che ha già realizzato sia il latte sia alcuni formaggi partendo da specifici lieviti e inserendovi il genoma delle principali proteine del latte. Il risultato di studi in corso da anni (anche per traferire il tutto su una scala industriale e poter disporre di prodotti competitivi dal punto di vista del prezzo) è un latte che, oltre a mantenere aroma, consistenza e gusto dell’originale, ha anche la maggior parte di nutrienti principali e non contiene colesterolo, lattosio né cellule o residui di origine animale. Questo latte insieme ai formaggi non si pone come concorrente delle bevande a base di soia o riso, ma come competitor diretto del latte vaccino, potendo offrire, oltre a un impatto ambientale molto più basso, caratteristiche specifiche in base a esigenze particolari quali, per esempio, l’assenza di grassi o lattosio.
© Riproduzione riservata. Foto 2 NusNews
[sostieni]
Giornalista scientifica
Tutti a rincorrere le mode alimentari correnti, ma ben pochi studiano buoni prodotti adatti ai diabetici (che sono milioni e milioni) costretti a rinunciare ai dolci, al prosciutto cotto e tantissimi altri prodotti che contengono zuccheri, spesso accuratamente mascherati. Ho provato a comprare biscotti cosiddetti senza zuccheri ma poi ho scoperto che non era vero.
Trovare prodotti idonei ad un diabetico comporta una fatica disumana, perchè si è costretti ad andarteli a cercare scaffale per scaffale, leggendoti tutti gli ingredienti.
Sarà mica perchè in genere i vegani et similia sono giovani mentre i diabetici sono in genere dei vecchi e quindi chi se ne frega?
I diabetici non sono una moda, e quindi all’industria non interessano come target così come non le interessavano i celiaci sino a quando non è scoppiata, per tutt’altri motivi, la moda del “senza glutine”.
Anche il “senza zucchero” è di moda, ma in molte cose proprio non si possono evitare, e quindi l’unica è leggere con attenzione le etichette perché gli zuccheri possono essere presenti sotto forma di succo d’uva o concentrati di frutta.
Per quanto scritto nell’articolo, che i succedanei di cui si parla “apportano non meno di un miliardo di fermenti, molti dei quali vivi” bisogna ricordarsi che nello stomaco verranno quai totalmente eliminati dai succhi gastrici, che sono lì apposta.