I prezzi dei prodotti alimentari salgono a ritmo frenetico e i segnali di rallentamento sono pochi. I dati Istat parlano di un aumento del 7,1 su base annua, ma chi fa la spesa tutti i giorni ha spesso la sensazione che queste percentuali siano sottostimate. Altroconsumo ha condotto un’indagine valutando l’incremento di prezzo di otto prodotti alimentari venduti nei supermercati utilizzando i dati IRI. La lista comprendeva: olio di semi di girasole, farina 00, pasta, olio extravergine di oliva, zucchero, caffè, latte e passata di pomodoro. A questo gruppo sono stati aggiunti, facendo una rilevazione sul campo, zucchine e banane. Il confronto prezzi è stato fatto sia sia rispetto ai listini dell’anno scorso (maggio 2021/maggio 2022), sia considerando gli incrementi registrati nell’ultimo mese (maggio 2022 /aprile 2022)
Visti gli aumenti considerevoli dei prezzi Altroconsumo ha chiesto all’Antitrust di fare luce su eventuali speculazioni e al Governo di estendere a più persone i ‘buoni spesa’, una misura già esistente, ma limitata a nuclei familiari con Isee fino a 12mila euro.
Uno dei prodotti a subire maggiormente le conseguenze dell’inflazione è sicuramente l’olio di semi di girasole. Il prezzo è schizzato negli ultimi dodici mesi del 93% (con un’impennata del 70% da quando è iniziata la guerra). La farina 00, anche se negli ultimi 30 giorni non è aumentata di prezzo, facendo i conti rispetto a un anno fasi registra una crescita del 33% che colloca il prodotto in cima alla classifica dei rincari. In questo caso la crescita è cominciata ben prima della guerra in Ucraina. La pasta, a causa dell’innalzamento dei costi della materia prima questa volta non collegati alla guerra, ha iniziato a lievitare di prezzo a partire dalla scorsa estate. Pur registrando qualche rallentamento nelle ultime settimane adesso il costo medio è di 1,57 €/kg mentre nel 2021 era di 1,26 euro, il 25% in meno.
Per l’olio extravergine di oliva il rincaro è stato del 13% e la crescita continua ancora visto che nell’ultimo mese il prezzo è aumentato dell’1%. Le quotazioni internazionali dello zucchero sono salite rapidamente durante la scorsa estate e si sono riversate subito sugli scontrini. Oggi i consumatori lo pagano il 12% in più.
Anche se il costo del caffè macinato è calato del 3% nell’ultimo mese, il rincaro registrato soprattutto l’anno scorso non è stato per niente assorbito. Per questo motivo l’incremento annuale segna un +11%. Il latte a lunga conservazione è uno dei prodotti che ha subito un aumento del prezzo nei primi mesi di quest’anno con un + 6% che diventa + 8% se si considera l’incremento nell’arco di un anno (maggio 2021/maggio 2022). Tra i prodotti monitorati, la passata di pomodoro ha subito meno rincari, anche se l’indice segna un + 6% guadagnato soprattutto prima dell’inizio della guerra.
Anche per le zucchine si notano aumenti rispetto al 2021. Già il mese scorso Altroconsumo aveva segnalato un incremento dei listini del 32%, che però a maggio si è ridimensionato. Alla fine il conto resta comunque salato: +19% nell’ultimo anno. Per le banane, fino all’ inizio del 2022 i prezzi non avevano subito un aumento significativo, poi le tensioni sul fronte dei trasporti e gli aumenti del carburante hanno inciso in modo pesante visto che adesso costano il 6%. Per gli otto prodotti selezionati da Altroconsumo (vedi tabella sotto) l’aumento è stato mediamente del 20% ( prima si spendevano 16,60 €, adesso si arriva quasi 20, anche se nel calcolo non sono comprese zucchine e banane soggette a troppe variazioni stagionali).
È vero che la la situazione in Ucraina ha avuto un forte impatto sui prezzi al dettaglio, ma è altrettanto vero che già a partire da gennaio 2022, prima dell’inizio della guerra, molti listini erano saliti in molto sensibile. I motivi sono molteplici e non sempre possono essere gestiti o controllati a livello locale o nazionale. La cosa più preoccupante è che gli esperti non fanno pronostici per il futuro e questo non è certo un buon segno.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare