Pollo intero crudo in una vaschetta; concept: polli, carne

L’Antitrust francese ha comminato multe pari a 15,2 milioni di euro a 21 aziende e due associazioni che si occupano di carni avicole, colpevoli di aver costituito un cartello sui prezzi tra il 2000 e il 2007. Le imprese condannate rappresentano quasi la totalità del mercato francese del settore visto che vendono polli, tacchini, anatre, faraone e  conigli sia freschi che congelati e trasformati.

Secondo quanto ricostruito dall’Antitrust, tra il 2001 e il 2006 i contatti tra le imprese non furono tali da costituire un vero cartello sui prezzi all’ingrosso e al dettaglio, ma sufficienti a ridurre l’incertezza nel condurre le trattative con i diversi canali di distribuzione. Tra la fine del 2006 e quella del 2007, invece, gli incontri furono circa sessanta, a causa del raddoppio del prezzo dei cereali in pochi mesi. L’efficacia di questi scambi d’informazione ebbe efficacia soprattutto nelle trattative sui prezzi con la grande distribuzione.

Le multe comminate ai produttori di polli sono decisamente inferiori rispetto ai 192,7 milioni di euro inflitti in marzo a nove aziende che operano nel settore del latte. “Una sanzione leggera come una piuma. O quasi”, ha commentato Le Monde, visto il coinvolgimento di quasi tutte le industrie del settore. Nel  determinare le sanzioni l’Antitrust francese non ha applicato il metodo abituale, che può arrivare fino al 10% del fatturato delle imprese coinvolte, ma ha scelto multe molte più basse. Le imprese, da parte loro, hanno rinunciato a opporsi alle sanzioni e si sono impegnate a creare una nuova organizzazione interprofessionale, sorvegliata da un rappresentante dell’Antitrust. Se questo impegno non sarà mantenuto entro tre anni, le aziende potrebbero essere multate sino al 5% delle loro vendite.

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