Lo scandalo della pizza Buitoni Fraîch’Up è arrivato nei tribunali francesi. Come riporta la rivista dei consumatori 60 Millions de Consummateurs, all’inizio di luglio Nestlé France e una delle sue filiali, la Société des Produits Alimentaires de Caudry, sono state incriminate. Due anni fa la presenza di Escherichia coli STEC in alcuni lotti di pizza surgelata (vedi foto sotto) ha provocato 56 casi di intossicazioni alimentari e causato la morte di due bambini (ne avevamo parlato in questo articolo sul focolaio).
Nel maggio del 2022 la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta giudiziaria per “omicidio colposo contro una persona, lesioni involontarie contro 14 persone, inganno su una merce che mette in pericolo la salute dell’uomo o dell’animale, esposizione o vendita di prodotti alimentari adulterati o alterati e nocivi alla salute, immettendo sul mercato un prodotto pericoloso per la salute e mettendo in pericolo altrui” (ne avevamo già parlato in questo articolo sull’avvio dell’inchiesta). Nel frattempo Nestlé France ha messo fine alla causa civile con le famiglie coinvolte firmando un accordo di risarcimento, di cui non l’azienda non ha reso noto l’importo, perché prevede una valutazione medica per tenere conto della gravità del danno per ciascuna famiglia.
Il caso delle pizze Buitoni
Nel corso delle indagini per stabilire la causa di un aumento di casi di sindrome emolitico-uremica registrate nel corso del 2022, le autorità sanitarie francesi avevano rilevato tracce di Escherichia coli O26 nell’impasto di una pizza Buitoni trovata nel congelatore di una delle famiglie coinvolte. La pizza faceva parte della linea Fraîch’Up, caratterizzata da un impasto crudo che lievita e cuoce nel forno, e per questo richiede tempi di cottura più lunghi delle classiche pizze surgelate. Gli impasti crudi o poco cotti possono essere una via di trasmissione dei batteri responsabili della sindrome emolitico-uremica, Escherichia coli STEC.
La produzione di queste pizze crude surgelate avveniva nello stabilimento Buitoni di Caudry. Il 1 aprile 2022, il prefetto del Dipartimento del Nord ha fermato la produzione nell’impianto perché le ispezioni avevano evidenziato “un livello degradato di controllo dell’igiene alimentare”. Alla fine di marzo 2023, Nestlé ha cessato definitivamente la produzione nello stabilimento, che Italpizza ha rilevato nel febbraio 2024.
© Riproduzione riservata Foto: Fotolia, Nestlé France
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
come hanno fatto i batteri Escherichia coli STEC a sopravvivere alla cottura della pizza in forno?
Si è trattato di un caso molto particolare. La pizze surgelate della linea Fraîch’Up erano a impasto crudo (gli impasti crudi possono essere vettori di batteri patogeni) che lievitava in forno e richiedeva un tempo di cottura superiore a quello delle classiche pizze surgelate con base precotta.
L’ipotesi che è stata fatta all’epoca, quindi, è che le famiglie colpite non abbiano letto o rispettato le istruzioni di cottura, e, abituati alle altre pizze surgelate, non abbiano tenuto il prodotto in forno un tempo sufficiente per completare la cottura al cuore del prodotto ed eliminare completamente l’Escherichia coli STEC.
ottimo articolo
Fa sempre piacere sapere che ci sono persone che si preoccupano di quello che mangiamo. Io mi fido sempre meno di quello che porto in tavola
“Igienismo Alimentare” Che parola!!!
La pastorizzazione, che prende il nome da Louis Pasteur, è il processo di riscaldamento cui vengono sottoposti il latte o altri prodotti alimentari. Generalmente i trattamenti di pastorizzazione sono condotti a temperature variabili da 54 a 70°C e per tempi compresi fra i 20 e i 30 minuti. I nuovi metodi “flash” di pastorizzazione riscaldano il latte da 65 a 76°C per 15-22 secondi. In tal modo si distruggono i batteri patogeni e si ritarda lo sviluppo di altri batteri. Ma, secondo lo scienziato Norman Walker, si richiedono temperature da 87 a 110°C per uccidere i microrganismi patogeni come gli agenti del tifo, i colibacilli, i micobatteri e le brucelle.
Una cosa è certa: il latte ha perso, nel tempo, una parte della sua gustosità. Preciso che non sto facendo confronti con il latte crudo, ma solo a quello pastorizzato.
Ed ora tutto risolto con Italpizza???
Spero ci siano stati controlli a distanza di un anno
Nestlé è già nella mia lista di boicottaggio contro aziende che hanno stretto accordi economici con lo stato occupante d’Israele.
Grazie mille al fatto alimentare.
Nestlè è responsabile di tante altre situazioni negative per le popolazioni locali e l’ambiente in giro per il mondo.
finalmente un articolo senza remore! oggettivo ed esauriente