Pesticidi negli alimenti: pubblicati i risultati delle analisi ufficiali del 2016. In diminuzione le irregolarità nei prodotti ortofrutticoli
Pesticidi negli alimenti: pubblicati i risultati delle analisi ufficiali del 2016. In diminuzione le irregolarità nei prodotti ortofrutticoli
Beniamino Bonardi 26 Marzo 2018Il Ministero della salute ha pubblicato i risultati dei controlli ufficiali condotti nel 2016 sui residui di pesticidi negli alimenti, osservando che “complessivamente, come per gli scorsi anni, continuano ad essere in linea con quelli rilevati negli altri Paesi dell’Unione europea e indicano un elevato livello di protezione del consumatore”. In totale, sono stati analizzati 11.263 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food, e altri prodotti. Di questi, 92 sono risultati non regolamentari, con residui superiore al limite di legge. La percentuale di irregolarità è pari allo 0.8%, in diminuzione rispetto all’1,1% del 2015.
La maggior parte delle analisi (6.785) ha riguardato i prodotti ortofrutticoli, 61 dei quali (0,9%) sono risultati irregolari, cioè con un contenuto di residui di pesticidi superiore ai limiti massimi consentiti ( si trattava di 33 campioni di frutta e 28 di ortaggi). Nell’ambito dei campioni regolari, quelli privi di pesticidi sono stati 3.645 (53,7%), mentre quelli con residui entro il limite legale 3.079 (45,4%). I campioni contenenti tracce di più pesticidi sono stati 1.750, pari al 25,8% del totale analizzati. Confrontando i dati del 2016 con quelli dell’anno precedente, la percentuale di prodotti ortofrutticoli irregolari è scesa dall’1,4% allo 0,9%.
Secondo il ministero, “tale risultato positivo è attribuibile in parte alle attività delle strutture sia centrali sia territoriali ormai permanentemente impegnate nel controllo ufficiale in materia di prodotti fitosanitari in Italia, in parte alla costante revisione in senso restrittivo operata dal ministero su alcuni impieghi ammessi, nonché ad una sempre maggiore consapevolezza degli operatori agricoli nell’impiego dei prodotti fitosanitari”.
Per quanto riguarda cereali, oli e vino, su 2.456 campioni sono state rilevate 5 non conformità, tutte tra i cereali (0,4%, rispetto allo 0,7% del 2015). Considerando i campioni regolamentari, quelli privi di residui di pesticidi sono stati il 74,7 %, mentre quelli con tracce nei limiti legali sono stati il 25,1 %.
Nel settore degli alimenti destinati all’infanzia, sono stati state fatte 70 analisi e tutti i prodotti sono risultati regolari. Uno solo conteneva residui ma nei limiti consentiti dalla legge. Il campionamento riguardava: 37 campioni di alimenti destinati ai lattanti e ai bambini, due alimenti di proseguimento, 10 alimenti per lattanti e 21 alimenti trasformati a base di cereali e altri destinati ai lattanti e ai bambini.
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[sostieni]
Non ho trovato alcun riferimento ne analisi anche su alimenti di origine biologica.
Sono compresi anche se non catalogati, oppure fanno parte di altra attività di controllo dell’unità ministeriale?
OTTIMO!
Scusi, cosa è ottimo? Il 45% degli alimenti di origine vegetale, contiene residui di pesticidi, la percentuale è molto simile a quella degli anni precedenti! Insomma ogni giorno mangiamo pesticidi con il cibo, e non sappiamo quanto ne mangiamo complessivamente!
@Giuseppe pensavo molto peggio (almeno il 60%)..
Detto questo io, ma penso anche tante altre persone ho l’abitudine di mischiare all’insalata comprata almeno un 50-60% di verdura selvatica raccolta ( come le foglie di Tarassaco ad esempio o le erbe raccolte in vaso in balcone )
Cosi mi abituo all’amaro e mi rendo anche conto che per un insalata mista tutti i giorni basta pochissimo e il tempo di raccolta di pochi minuti.
Degli 8.439 campioni, 490 campioni sono stati di prodotti biologici (il 5,8%, 132 campioni di frutta, 111 di ortaggi, 82 di cereali, 21 di olio, 39 di vino, 22 di baby food, e 83 di altri prodotti).
Il 95.9 % dei campioni non ha presentato residui; il 3.7% ne ha presentato (18 campioni); i residui presenti in 15 di questi campioni sono risultati inferiori a 0.01 parti per milione (pari a 1 grammo di sostanza su 10 tonnellate di prodotto), cioè al livello che la legge riconosce come contaminazione involontaria e tecnicamente inevitabile, dovuto alla contaminazione di fondo, contro la quale l’operatore nulla può fare.
1 prodotto (0,2% del totale) ha presentato residui superiori a 0.01 ppm, ma entro i limiti di legge generali (regolamento CE 396/2005), altri 2 (sempre 0.4%), hanno invece superato tali limiti.
Per un confronto: nella produzione convenzionale presentava residui il 59,6% dei campioni di frutta (lo 0,9% oltre i limiti di legge), il 44,1% dei campioni di vino, il 36,1% dei trasformati di frutta, il 31,2% degli ortaggi (anche qui lo 0,9% oltre i limiti di legge), il 29,4% delle spezie (3,9% oltre i limiti), il 25,3% dei prodotti trasfornati a base di cereali, il 23,2% dei trasformatoi di ortaggi (2,8% oltre i limiti) di legge), il 22% dei legumi (il 6,7% oltre i limiti di legge), il 18,1% dei cereali (lo 0,4% oltre i limiti di legge), l’8,3% del latte, il 2,7% degli alimenti destinati a lattanti e bambini.
Grazie dell’informazione che conferma la qualità e costanza degli ottimi risultati nel tempo delle coltivazioni biologiche, anche se con qualche eccezione onestamente ineliminabile come in ogni attività umana.
su 11.263 analisi solo 70 sul baby food (22 dei quali bio), troppo poco per dire tutto ok, inoltre dal 2014 in Italia il così detto Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi prevede per legge che non possono essere usati pesticidi se non in casi davvero eccezionali e dichiarati dalle autorità…invece siamo solo a piccoli miglioramenti e non ci rendiamo conto che ogni 100 acquisti di ortaggi ce ne fanno ingurgitare uno con residui superiori ai limiti consentiti, chiudendo sempre gli occhi davanti al deleterio effetto cocktail. NON C’E’ DA ESSERE QUINDI TANTO SODDISFATTI BENIAMINO CARO