![Poke aqua cultured foods](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2023/04/Poke-aqua-cultured-foods.png)
Secondo le stime, circa il 90% del pesce selvatico è sovra-sfruttato (per un totale di 2,2 milioni di tonnellate di pescato in eccesso ogni anno e 2.270 specie minacciate) e 170 Paesi non riescono a soddisfare già oggi una domanda che, nei prossimi anni, dovrebbe salire del 30%. In più il pesce selvatico è ormai a elevato rischio di contaminazione da micro e nanoplastiche e da metalli pesanti. Bastano queste informazioni a spiegare il grande interesse che stanno suscitando le alternative, sia vegetali che a base di pesce coltivato, i cui progressi sono seguiti costantemente da FoodNavigator.
Per esempio, un articolo pubblicato a metà aprile 2023 illustra un progetto tutto europeo, basato su una materia prima che presenta enormi vantaggi: le alghe. Queste, infatti, oltre a non richiedere alcun tipo di allevamento particolare, e quindi a non consumare suolo né acqua dolce o salata, mentre si sviluppano catturano CO2, assorbono nitrati e fosfati, rallentando l’eutrofizzazione del mare, e costituiscono una barriera naturale verso le maree e un rifugio per numerose specie marine. In più alcune di esse hanno profili nutrizionali eccezionali, essendo ricche di fibre, sali minerali, proteine e di grassi benefici come gli omega-3 (la cui domanda è in aumento esponenziale), ma povere di calorie. E, da ultimo, hanno già un retrogusto ‘marino’ che ne facilita la trasformazione in surrogati del pesce.
![salmone affumicato di alghe algama](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2023/04/salmone-affumicato-di-alghe-algama.jpg)
Per questi motivi nel 2021 l’Unione Europa ha finanziato il progetto Seafood Alg-ternative con 2,8 milioni di euro (di cui 2 milioni ottenuti dallo European Maritime and Fisheries Fund). Il progetto è guidato dalla francese Algama, in partnership con Seafood Reboot, anch’essa francese, che insieme hanno già depositato dieci brevetti in 31 Paesi. Le due aziende hanno raggiunto un livello organolettico e nutrizionale considerato ottimale e stanno quindi lavorando con le autorità sanitarie europee per ottenere le ultime autorizzazioni e avviare così la produzione di scala necessaria per immettere sul mercato i loro sostituti di salmone affumicato, tonno in scatola, caviale e taramosalata (crema spalmabile a base di uova di pesce tipica della cucina greca) come primi prodotti.
Punta invece sulla fermentazione microbica la Aqua Cultured Foods di Chicago, che realizza così alternative a base di funghi a gamberi, tonno, calamari e coregone privi di allergeni e ricchi di nutrienti, che possono anche vantare un procedimento naturale e l’assenza di derivati animali o alterazioni genetiche, perché la texture voluta è data dal micelio. Al momento la start up ha tre tipologie di brevetti – per il procedimento, per il suo uso nei sistemi alimentari e per il micelio – e dovrebbe essere anch’essa vicina alla commercializzazione. La conferma è l’accordo che ha già siglato con l’azienda della Gdo elvetica Migros, nel 2021. È invece già sul mercato la svedese Hooked Foods, con diversi prodotti che ricordano il tonno, il salmone e il pesce bianco e che sono realizzati con basi più classiche dei prodotti vegani come la soia, miscelati però, anche in questo caso, con alghe.
![sashimi branzino micelio AquaCultured Foods](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2023/04/sashimi-branzino-micelio-AquaCultured-Foods--1024x575.jpg)
Lavorano poi al pesce coltivato, ottenuto in modo del tutto analogo a quanto accade con la carne, la Shiok Meats di Singapore, che è anche la prima ad aver iniziato a coltivare carne di crostaceo ed è quella più avanti, in Asia Sudorientale. C’è poi la Avant Meats di Hong Kong e, quindi, la prima cinese, con tutte le potenzialità del caso. Prima di queste è partita la californiana Finless Foods, che oltre al pesce coltiva anche i molluschi, studia anche sostituti vegani e, visti i recenti via libera della Fda alla carne do pollo e di manzo, confida di essere presto sul mercato.
Pensare di sostituire la carne di allevamento con il pesce di allevamento o pescato non è una soluzione praticabile, visti i danni ambientali e per la salute umana associati a entrambe le pratiche. Per questo si stanno cercando attivamente alternative sostenibili, come i sostituti a base di alghe e il pesce coltivato.
© Riproduzione riservata Foto: Algama, Aqua Cultured Foods
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Giornalista scientifica
interessante: a Londra ho mangiato il quorn ed era buonissimo…
C’era anche in italia ma poi non vendeva purtroppo invece era un prodotto molto valido