Sabato pomeriggio davanti al banco del pesce all’interno del supermercato si trova di tutto: branzino, salmone, pesce spada, pesce azzurro, frutti di mare e gamberoni del nord-Africa.

Osservando la provenienza sull’etichetta, si scopre che il pesce catturato nel mar Mediterraneo è davvero poco. Sul banco prevalgono sgombri, alici, sarde e qualche triglia, poi ci sono filetti di rana pescatrice e scorfani provenienti dall’oceano Atlantico.

 

 «Il mercato ittico è sempre più globalizzato – spiega Valentina Tepedino veterinaria e direttore di Eurofishmarket – per questo la normativa europea qualche anno fa ha introdotto nuove indicazioni sull’etichetta con precisi riferimenti alla tracciabilità.

Per rendersi conto basta dire che il pesce catturato alle Maldive arriva a Milano in aereo dopo 24-48 ore in ottime condizioni. Tutto ciò è possibile grazie all’organizzazione, il buon collegamento con gli aeroporti e a sistemi di confezionamento in grado di mantenere la temperatura a tra 0 e 4 °C ».

 

Osservando con attenzione i cartellini si nota che la maggior parte del pescato è di allevamento.

In primo piano troviamo branzini e orate cresciute in Grecia, vendute a un prezzo variabile da 10 a 11€/Kg, con riduzioni del 20-30% nel corso delle numerose offerte speciali che si susseguono durante l’anno. Il listino così basso è favorito dai minori costi di gestione e dagli incentivi devoluti dal governo greco alle imprese del settore.

 

A fianco troviamo gli stessi pesci allevati in Italia che costano il 50% di più provenienti da filiere certificate come quelle delle catene di supermercati Coop ed Esselunga che, attraverso capitolati, garantiscono una crescita lenta, simile a quelle dei pesci catturati in mare, un’alimentazione bilanciata e un ridotto affollamento delle vasche.

La differenza si nota anche a tavola perchè la carne è meno grassa e il sapore più delicato. Chi però non ha problemi di budget sceglie le orate e i branzini catturati nel Mare del Nord che, quando sono disponibili, si vendono a 25,00 €/kg. 

 

Un altro pesce sempre presente è il salmone allevato in Norvegia, dove cresce in vasche posizionate nei fiordi. Dopo la cattura i salmoni vengono lavorati e arrivano sui banchi del supermercato dopo 3-4 giorni.

Il prezzo è buono (15-17 €/kg) ma il tenore di grasso risulta elevato, soprattutto quando il prodotto non è di filiera controllata.

 

Nell’elenco dei pesci allevati esposti troviamo il rombo, importato dalla Francia e dal Portogallo, l’ombrina allevata in Italia e in Spagna, la sogliola atlantica proveniente dalla Spagna e dal Portogallo.

Le ultime novità riguardano specie come dentice, pagro e persino il pagello cresciuti in allevamenti situati in Turchia. Tra i pesci di acqua dolce ricordiamo la trota iridea, il persico spigola e lo storione oltre al pangasio che arriva dal Vietnam.

 

Roberto La Pira

(articolo pubblicato sul Corriere della sera, cronaca Milano il 10 novembre 2011) 

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