Spett.le Il Fatto alimentare,
sono un Medico Veterinario libero professionista e mi occupo di consulenza aziendale in materia di autocontrollo. Ho letto l’intervista al Ministro Fazio, sicuramente condivisibile, ma trovo che alcuni passaggi siano poco attuabili nella pratica. In primo luogo per quel che riguarda le segnalazioni da parte di laboratori di analisi privati. Se, ad esempio, ci fosse qualche laboratorio, anche accreditato Accredia, che non effettuasse veramente le analisi, ma che si facesse pagare per emettere rapporti di prova falsi, chi e in che modo potrebbe controllare l’operato di tale laboratorio? Inoltre, se qualche controllore ufficiale svolgesse anche il ruolo di consulente privato, in regime di Intra moenia, avvalendosi di laboratori privati, chi garantirebbe l’indipendenza del suo giudizio poi in sede di ispezione o di audit? E soprattutto, quale interesse avrebbe nei confronti di suoi clienti-controllati a denunciare eventuali non conformità? Purtoppo tale sistema è efficentissimo nelle teopria ma mi sembra ancora lontano il tempo in cui possa diventarlo in pratica, soprattutto se non si fa la necessaria chiarezza e non si opera con correttezza e serietà. Senza pensare che in questo modo chi ci rimette è sempre il consumatore, paradossalmente al centro delle norme europee!!!
Maria Antonella Leo
© Riproduzione riservata