Le bibite Pepsi One e Malta Goya sono fuorilegge in California perché secondo una nuova indagine pubblicata da Consumer Reports contengono una quantità di caramello artificiale superiore alla concentrazione stabilita da una normativa del 2012 non indicata sulla confezione. La legge impone ai produttori di indicarne la presenza ogni qualvolta la concentrazione del caramello artificiale superi i 29 microgrammi per lattina o bottiglia. Siamo di fronte all’ultima battaglia intrapresa dalle associazioni dei consumatori americani contro il 4-metil-imidazolo, chiamato 4-MEI negli Stati Uniti, e 4-MI in Europa, ossia il caramello artificiale, impiegato nelle bevande a base di cola, ma anche in diversi altri alimenti come:  insaccati, prodotti da forno, biscotti, cereali da colazione, decorazioni alimentari e molto altro.

Il caramello artificiale

Il 4-MEI (presente in due coloranti al caramello chiamati, secondo il codice europeo, E150c ed E150d), si ottiene per sintesi chimica in una reazione ad alta pressione con ammoniaca e solfiti. Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, l’agenzia dell’OMS che si occupa di cancro, è un “possibile cancerogeno” per l’uomo e un cancerogeno certo nell’animale, poiché negli animali assunzioni regolari ed elevate danno origine a tumori del fegato, della tiroide, del polmone e del sangue e ad altre anomalie.

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Tra le bevande fuorilegge in California troviamo anche Malta Goya: supera il limite dei 29 microgrammi ma non lo dichiara in etichetta. L’azienda non risponde

Per la Food and Drug Administration invece lo stesso composto non è pericoloso, soprattutto alle dosi mediamente assunte dai consumatori. L’EFSA, chiamata anch’essa a esprimersi, ha assunto una posizione intermedia. L’organismo europeo ha dichiarato che, a oggi, non ci sono prove sufficienti per affermare che il composto sia cancerogeno nell’uomo, ma ha comunque fissato dei limiti di assunzione giornaliera per il caramello ammoniacale (E150c) e il caramello solfito ammoniacale (E150d), pari, rispettivamente, a 300 e i 100 mg/kg di peso, sottolineando che tali dosi sono facilmente superabili da persone abituate a consumare bibite e altri alimenti colorati artificialmente.

L’azione delle associazioni

Consumer Reports – e nei mesi scorsi il Center for Science in the Public Interest – hanno deciso di esercitare una sorta di “persuasione morale” sulle aziende, per giungere a una riduzione volontaria dell’impiego del 4-MEI, e per costringere la FDA a formulare una normativa uniforme per tutti gli Stati Uniti. Per questo sono state analizzate, tra aprile e settembre, 81 tra lattine e bottiglie di alcune delle bevande più popolari vendute nei supermercati della California e dello stato di New York e poi, nello scorso mese di dicembre, Consumer Reports ha ripetuto le indagini su 29 nuovi campioni, risultati fuori legge nella prima analisi.

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Dalle analisi si è visto che Coca-Cola, Diet Coke e Coca Zero erano in regola. Nel secondo round di fine anno anche Pepsi (New York) rientrava nei limiti

I test

Dalla ricerca è emerso quindi che Pepsi One e la Malta Goya californiane contenevano un livello di 4-MEI superiore ai 29 microgrammi, senza però riportare alcuna indicazione specifica in etichetta. Inoltre, sempre secondo quanto riferito dall’associazione, nella prima fase di analisi gli stessi prodotti che in California rispettavano il limite dei 20 microgrammi, a New York – dove non vige la normativa californiana – quasi sempre lo superavano, mentre nella seconda serie di analisi effettuata a dicembre la situazione era migliorata.

Per esempio, nei test di aprile-settembre, la Pepsi normale a New York conteneva in media 174 microgrammi di 4-MEI per lattina (da 335 cl): valore sceso a 32 microgrammi per lattina a fine 2013, con la seconda prova. Tutto ciò dimostra che anche senza leggi specifiche l’opinione pubblica può costringere le aziende a modificare alcuni comportamenti ritenuti poco in linea con la tutela della salute. In media, comunque, anche a New York, e quindi presumibilmente in tutti gli Stati Uniti, la Coca Cola, la Diet Coke e la Coca Zero avevano concentrazione di 4-MEI attorno ai 5 microgrammi per lattina.

Pepsi con meno caramello artificiale?

Interrogata sulla vicenda, la Pepsi dichiarato che le versioni con meno 4-MEI saranno sul mercato entro il prossimo mese di febbraio, mentre l’azienda che produce la Malta Goya non ha risposto a Consumer Reports. In ogni caso – ha tenuto a sottolineare la Pepsi, il consumo medio degli americani è di 100 ml, e tale quantità contiene livelli di 4-MEI ben al di sotto dei 29 microgrammi: per tale motivo, anche se la composizione rimanesse identica, secondo l’azienda non ci dovrebbe essere alcun obbligo di scrivere in etichetta che il prodotto contiene sostanze potenzialmente nocive. Posizione, com’è ovvio, subito attaccata da molti nutrizionisti, che hanno sottolineato come gli abituali  bevitori di bibite gassate e dolci spesso ne bevono più di una lattina al giorno, e non 100 ml.

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I produttori potrebbero utilizzare uno degli altri due caramelli artificiali esistenti, nessuno dei quali ritenuto potenzialmente pericoloso, anche se sono molto più cari.

Le iniziative

Diverse le iniziative annunciate da Consumer Reports in seguito alla pubblicazione dei risultati: innanzitutto è già stato allertato il Procuratore Generale della California, per verificare se vi siano gli estremi per un’azione sanzionatoria contro Pepsi e Malta Goya.  L’associazione di consumatori ha chiesto alla FDA di varare una norma omogenea, federale, per le diciture sull’aggiunta di coloranti, sulla scia di quanto avviene da anni in Europa. Contemporaneamente ha invitato le aziende a specificare che tipo di colorante caramello viene usato negli alimenti (al momento, i produttori possono infatti utilizzare indistintamente le diciture “colorante artificiale” o “caramello”, senza essere più precisi). Infine ha invitato i produttori a utilizzare uno degli altri due caramelli artificiali esistenti, nessuno dei quali ritenuto potenzialmente pericoloso, anche se sono molto più cari. La FDA, dopo aver ribadito di non considerare il 4-MEI pericoloso, ha dichiarato che sono in corso nuove indagini su dati più aggiornati.

La Consumer Union ha invitato chiunque desideri saperne di più a visitare il suo sito NontInMyFood.org, per esercitare qualche forma di pressione su agenzie regolatorie e produttori.

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