Purè di mele per pappe servite nel piatto su sfondo pastello. Concetto di cibo per bambini. pappa neonati svezzamento frutta

Mamma, sei sicura che quello che mangiano i tuoi figli non contenga schifezze?” è la domanda a effetto che campeggia nel volantino predisposto da Coldiretti per presentare la proposta di legge europea di iniziativa popolare per l’estensione a tutti i prodotti alimentari commercializzati nell’Unione Europea dell’obbligo di riportare in etichetta l’origine geografica.

Giova qui ricordare che in base a disposizioni europee è già obbligatorio indicare l’origine della frutta e degli ortaggi, del miele, del pesce, dell’olio d’oliva, della carne bovina e dei prodotti a base di carni bovine, delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili. L’obbligo è esteso da normative nazionali al grano duro utilizzato per la produzione di pasta, al riso, al pomodoro nei prodotti derivati, alla materia prima per il latte e i prodotti lattiero caseari, per le carni suine trasformate. In base alla normativa europea, è inoltre obbligatorio indicare l’origine dell’ingrediente primario di qualsiasi alimento nel caso in cui l’omissione possa indurre in errore il consumatore in merito al paese d’origine o al luogo di provenienza reali dell’alimento.

Coldiretti informa che la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha dichiarato il suo sostegno alla proposta di legge, anche raccogliendo firme negli ambulatori dei pediatri di famiglia. Tecnicamente la raccolta di firme presso gli ambulatori è priva di qualsiasi effetto giuridico, perché per dare valore legale alla sottoscrizione è necessaria l’autenticazione da parte di un pubblico ufficiale. Serve quindi un notaio, un cancelliere, il segretario comunale o un incaricato dal sindaco: il pediatra di famiglia non è legittimato ad autenticare alcunché. Si tratta di un’azione puramente propagandistica.

Le motivazioni dei pediatri

Il comunicato di Coldiretti spiega le ragioni che hanno convinto la FIMP a sostenere la sua iniziativa: “L’alimentazione dei bambini nei primi mille giorni pesa sulla salute della vita intera” ha dichiarato Antonio D’Avino, presidente della Federazione. Ettore Prandini, presidente Coldiretti ha sottolineato che l’adesione alla proposta di legge della FIMP “contribuisce a definirne i contorni e la portata, chiarendo che il diritto dei consumatori di conoscere le materie prime che mettono nel piatto non protegge soltanto l’avvenire dei nostri agricoltori, ma anche la salute dei nostri figli”.

Coldiretti pediatri campagna 11.20224
La Federazione Italiana Medici Pediatri ha dichiarato il suo sostegno alla proposta di legge di Coldiretti

A lasciare perplessi sono le motivazioni alla base della scelta dei pediatri, allineati alla posizione di Ettore Prandini, secondo cui “Per il cibo destinato ai bambini da 0 a 3 anni, origine italiana significa non solo più qualità, ma anche più sicurezza”. Un’affermazione simile è arrivata anche da Ruggiero Francavilla, professore ordinario di Pediatria presso l’Azienda Universitaria Ospedaliera del Policlinico di Bari, secondo cui “il nostro Paese è dotato di una normativa fra le più rigorose a livello mondiale, consentendoci di affermare che gli alimenti per l’infanzia provenienti dalla filiera agroalimentare italiana garantiscono i più alti livelli di sicurezza”

Gli interessi economici nascosti

A sostenere l’iniziativa di Coldiretti anche Plasmon Dietetici Alimentari s.r.l. (società del gruppo Kraft Heinz S.p.A., divisione della multinazionale statunitense Kraft Heinz Foods Company) e Filiera Italia, alla quale aderiscono decine di aziende alimentari assieme, curiosamente, a Poste Italiane e ai colossi energetici Snam, Enel, ed Eni. Va detto che Filiera Italia dichiara in tutta trasparenza di essersi costituita allo scopo – peraltro legittimo – di fare lobby a Bruxelles e sugli altri tavoli internazionali per difendere gli interessi delle imprese aderenti.

Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha affermato che “Insieme ai nostri operatori, crediamo fortemente nella sinergia fra Filiera Italia, Coldiretti e i pediatri italiani, resa possibile anche da partner come Plasmon, che da anni ha puntato sulla filiera italiana per promuovere un’alimentazione sana sin dalla prima infanzia.” Plasmon, infatti, ha siglato nel 2019 un protocollo di intesa con il Ministero dell’Agricoltura volto a valorizzare la filiera italiana degli alimenti per l’infanzia, e in base ad esso predilige materie prime di origine italiana come cereali, frutta, verdure, latte e carni.

Non sarebbe la prima volta che la Federazione dei pediatri si presta a sostenere gli interessi di Coldiretti e Plasmon. Per esempio nel 2022 hanno condotto insieme una campagna “a tutela della salute dei bambini” per sensibilizzare sui rischi legati al “cibo sintetico”, che peraltro non c’è.

bambino che gioca con tre vasetti di omogeneizzato, baby food
A sostenere l’iniziativa di Coldiretti anche Plasmon e Filiera Italia

Prime reazioni

Critico Roberto Pinton, esperto tecnico-economico della distribuzione alimentare: “I pediatri scendono molto in basso con la loro adesione all’iniziativa e con l’offerta degli ambulatori per raccogliere firme che saranno inevitabilmente cestinate: è pura fuffa a favor di telecamere. Dovrebbero piuttosto spiegare cosa c’entra l’origine con la sicurezza nell’alimentazione dei bambini. Personalmente, da non pediatra, ho il vago sospetto che la sicurezza di un ingrediente austriaco, tedesco e svizzero non sia inferiore a quella di un prodotto coltivato non dico nella Terra dei Fuochi (che pure è etichettato come “origine: Italia”), ma nella Pianura padana o a un tiro di schioppo da Taranto, Marghera e Prato.”

I pesticidi nell’ambiente e nel cibo italiano

“Sono stati trovati fitosanitari (183 sostanze diverse, per la maggior parte erbicidi) nel 55,1% dei punti di monitoraggio delle nostre acque superficiali e nel 23,3% delle acque sotterranee. – continua Pinton – Nel 30,5% dei punti di monitoraggio si trovano concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale; le sostanze che più spesso determinano il superamento sono l’erbicida glifosate e il suo metabolita AMPA, smentendo la narrativa di Coldiretti che le vorrebbe come specifiche dei cereali d’importazione. Nel Nord del Paese, la presenza di residui di pesticidi supera la media nazionale, arrivando a interessare il 67% dei punti delle acque superficiali e il 34% delle acque sotterranee: si tratta di dati impressionanti e in via di peggioramento anno dopo anno. Dobbiamo essere onesti: chilometro zero, qualità e sicurezza sono film molto diversi.”

“In Italia l’organizzazione dei controlli è di ottimo livello, ma ciò non toglie che dal tradizionale dossier Stop pesticidi nel piatto redatto da Legambiente sulla base delle analisi ufficiali svolte dai laboratori pubblici regionali delle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente, ASL, ATS e Istituti Zooprofilattici Sperimentali risulti che il 69,9% della frutta campionata presenta residui di pesticidi che la rendono non idonea all’alimentazione dell’infanzia. Altrettanto si può dire per il 31,4% degli ortaggi e per il 36,9% degli alimenti trasformati.– ricorda Pinton – L’elevata competenza degli organi di vigilanza, non serve a impedire che l’84,97% delle pere contenga uno o più residui di pesticidi (fino a 9 nello stesso campione), così come che contenga residui il 53,85% dei peperoni; non impedisce nemmeno che si trovino campioni di pesche di origine italiana con 14 residui contemporaneamente e fragole con 12 residui.”

Le altre raccomandazioni dei pediatri

“Non è serio presentarsi come paladini dei consumatori, per di più speculando sulle preoccupazioni dei genitori, raccontando loro favole secondo le quali i prodotti italiani sono immacolati e quelli provenienti dall’estero sono macchiati delle peggiori nefandezze.  Non è serio, ma come ben sanno gli addetti ai lavori, non è nemmeno vero. Ai pediatri che sono scivolati prestandosi ad affiancare lobby agroindustriali per confondere i consumatori, preferisco quelli (e sono gli stessi!) che nella pubblicazione della FIMP “Vivi sano e proteggi l’ambiente (consigli per tutelare la salute di tuo figlio e della famiglia)” raccomandano: Se possibile utilizzare frutta biologica certificata e limitare la frutta che può contenere multiresidui (uva, fragola, mela, pera)”

Pappa per bambini piccoli con zucchina, mela; concept baby food, omogeneizzato
Un documento della stessa Federazione dei pediatri consiglia di scegliere alimenti biologici e limitare la frutta che può contenere multiresidui

Qual è la soluzione possibile?

Continua la pubblicazione dei pediatri: “La soluzione risiede nell’agricoltura biologica che si serve, per contrastare insetti e parassiti, di accurate metodiche di coltivazione, garantendo un alto livello di biodiversità. si avvale dell’impiego di sostanze naturali con l’eliminazione dell’uso di pesticidi e di ogm (organismi geneticamente modificati). L’agricoltura biologica protegge la salute degli agricoltori, dei consumatori, l’integrità dell’ambiente naturale e tutela il benessere degli animali. Il consumo di alimenti biologici risulta associato a una minore esposizione ai pesticidi ed è protettivo contro diversi tumori. Numerosi studi dimostrano nei bambini e negli adulti una ridotta eliminazione di pesticidi attraverso le urine durante una dieta con alimenti biologici. Che cosa possiamo fare dunque?

Ecco quattro consigli utili a tre categorie di persone:

  1. Alle autorità politiche. A livello locale istituire una fascia di rispetto intorno ai centri abitati in cui sia vietato usare pesticidi e convertire al biologico le mense scolastiche. a livello nazionale ed europeo promuovere in tutti i modi possibili l’agricoltura biologica con leggi apposite.
  2. Agli agricoltori. Promuovere l’uso di indumenti protettivi durante il lavoro, il lavaggio delle mani, il cambio di vestiti e calzature prima di entrare in casa, il lavaggio separato degli indumenti da lavoro per ridurre parzialmente l’esposizione domestica ai pesticidi. incentivare la conversione dei terreni al biologico.
  3. Ai cittadini. Scegliere quanto più possibile di alimentarsi con cibi biologici. Questo consiglio vale per tutti ma soprattutto per donne incinte e bambini piccoli.
  4. Ai cittadini. Evitare l’uso di pesticidi di sintesi in ambiente domestico (per piante da interni, giardinaggio, serre, animali da compagnia, disinfestazioni, ecc), privilegiando i mezzi manuali, fisici, meccanici, e biologici. Controllare con regolarità, in particolare nelle stagioni più calde, gli ambienti di vita, allo scopo di evitare l’insediamento di parassiti (pidocchi, scarafaggi ecc.).”

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Coldiretti, Fotolia

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luigiR
luigiR
8 Novembre 2024 14:30

ha detto tutto Roberto Pinton. è davvero imbarazzante vedere Coldiretti muoversi per promuovere la bontà del prodotto nazionale rispetto a quello estero, solo perché garantito “del territorio”, come se noi non usassimo pesticidi quanto e fors’anche più che all’estero…

Maurizio
Maurizio
15 Novembre 2024 08:09

Ancora una volta la Coldiretti si espone e fà il suo ” non lavoro” per l’agricoltura italiana , ma porta avanti la sua filiera italia con i suoi partner più o meno conosciuti e noti.
Stanno drenando fondi europei ai loro scopi sottraendoli ad altri settori agricoli per un progetto di finanza e remunerazione dei soci investitori oltre che di strategico controllo delle derrate e dei prezzi del mercato nazionale.
Ricordiamoci dove ha fatto la sua prima apparizione televisiva Giorgia Meloni dopo il successo elettorale. Sul palco della Coldiretti.
Perchè non fare un articolo su Filiera Italia, i soggetti che la compongono, i ruoli, i fondi attinti da bandi europei ecc. ecc. ?

Costantino
Costantino
26 Novembre 2024 09:27

Qualche osservazione, partendo dal titolo.
–L’origine è facile da determinare, assai più discutibile ed aleatorio il concetto di “qualità”.Dunque ben venga indicare l’origine perchè indicare una presunta “qualità” si presterebbe a molti equivoci.
–Legittimo sostenere e preferire prodotti italiani, è interesse comune. Inspiegabile ed autolesionistico demonizzare – tutte le volte che è possibile – le iniziative tendenti
a sostenere le filiere produttive italiane.
–Proprio questo periodico ha più e più volte sottolineato come prodotti provenienti da paesi extraeuropei siano sottoposti a normative e controlli assai meno rigorosi e, pertanto, meno affidabili.

Augusto
Augusto
Reply to  Costantino
26 Novembre 2024 11:39

Grazie Costantino. Coldiretti come Sindacato ha il compito di difendere i suoi associati. Criticare l’attivismo di Coldiretti nell’eseguire il suo compito statutario non lo trovo proprio un comportamento esemplare .

Maurizio Bosio
Maurizio Bosio
26 Novembre 2024 15:21

Preferisco far parlare i dati e non le lobby.
E se i prodotti non italiani possono essere soggetti a meno vincoli non per questo, visto i dati, i prodotti italiani sono immacolati.
Quindi trovo ridicolo che si creino le fazioni tutte da una parte o tutti dall’altra.
Si valuti e si decida caso per caso per il meglio per il consumatore senza fare i lobbisti per interessi di parte che forse con quelli del consumatore a volte corrono il rischio di non avere tanta relazione.
Peccato non poter mettere un’etichetta obbligatoria che indichi oltre all’origine anche tutti i trattamenti a cui vengono sottoposti i prodotti e se poi a fronte di controlli a campione sui banchi della GDO o sulle bancarelle dei mercati risultasse che l’etichetta non fosse veritiera punire molto severamente il produttore. Mah.

Mario Cospite
Mario Cospite
27 Novembre 2024 21:15

Complimenti!!! Sono felice di leggere queste affermazioni coraggiose e mi vergogno x aver creduto a coldiretti xk mi rappresentasse.
Ho una piccola azienda biologica nel Metapontino (MT) e c’è tanto bisogno di istruire i consumatori
Grazie x quello k fate

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