In Francia Patto governo-imprese-Ong sugli imballaggi in plastica. Critiche da associazioni ambientaliste, che chiedono leggi vincolanti
In Francia Patto governo-imprese-Ong sugli imballaggi in plastica. Critiche da associazioni ambientaliste, che chiedono leggi vincolanti
Beniamino Bonardi 7 Marzo 2019In Francia è stato sottoscritto un Patto nazionale sugli imballaggi in plastica, che vede la collaborazione di governo, imprese e Ong, per ridurre i rifiuti plastici. Il Patto è stato firmato dal ministero per la Transizione ecologica, da diverse imprese della grande distribuzione e soprattutto del settore alimentare come Auchan, Biscuits Bouvard, Carrefour, Casino, Coca-Cola, Danone, Franprix, L´Oréal, LSDH, Monoprix, Nestlé, Système-U eUnilever, oltre che da Wwf e Fondazione Tara Expéditions.
I firmatari del Patto si impegnano a redigere un elenco di imballaggi classificati come problematici o non necessari, indicando le azioni da intraprendere; raggiungere collettivamente, entro il 2022, il 60% di imballaggi di plastica effettivamente riciclati; lavorare sull’ecodesign degli imballaggi per renderli riutilizzabili, riciclabili o compostabili al 100% entro il 2025; svolgere attività di sensibilizzazione e di educazione del grande pubblico sui problemi dell’inquinamento da plastica.
Sul rispetto degli impegni assunti vigileranno i poteri pubblici e le due Ong, e dal 2021 sono previsti rapporti annuali sui progressi realizzati. Se il meccanismo degli impegni volontari non dovesse funzionare “passeremo dagli incentivi alle sanzioni”, ha avvertito il segretario di Stato alla Transizione ecologica, Brune Poirson, che sta studiando dei meccanismi finanziari di incentivazione per l’ecodesign.
Nonostante il coinvolgimento del Wwf nel Patto, il ricorso ad accordi volontari, anziché a provvedimenti legislativi vincolanti, viene criticato da altre associazioni ambientaliste, come Zero Waste France e Surfrider Foundation Europe, membro del movimento Break Free From Plastic, che riunisce 1.700 organizzazioni della società civile a livello internazionale. Secondo queste associazioni il problema principale è la riduzione dell’uso della plastica per gli imballaggi monouso, che continuano la loro crescita esponenziale e sui quali nel Patto non c’è alcun impegno, dato che ci si limita agli aspetti, seppur positivi, del riciclaggio e del riutilizzo. Per queste associazioni è necessario che nella legge sull’economia circolare, discussa nei prossimi mesi, venga indicato un obiettivo nazionale di riduzione degli imballaggi in plastica, che riguardi tutti gli attori economici e non solo i sottoscrittori di Patti volontari.
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“passeremo dagli incentivi alle sanzioni”
Ottimo sistema per perdere tempo perché il volontarismo non porta a nulla e creando concorrenza sleale da parte di chi non aderisce per risparmiare sui maggiori costi iniziali, finisce per essere vanificato.
Esperienze già viste nel campo delle bottiglie ecologiche di acque minerali ed abbandonate per lo stesso motivo di concorrenza del PET.
Meglio passare da subito alla fase finale delle sanzioni, dopo un tempo minimo di riorganizzazione tecnologica.