Negli Stati Uniti le patate fritte McDonald’s sono preparate con 19 ingredienti. È la stessa catena di fast food che attraverso un video affidato a un personaggio televisivo, Grant Imahara, descrive il processo produttivo e fa l’elenco. In realtà gli ingredienti sono 14 perché alcuni si ripetono, essendo utilizzati sia in fase di produzione, sia durante il completamento della frittura nei vari ristoranti. Per la precisione, nella prefrittura realizzata in grossi centri gli ingredienti sono dodici: patate, olio di colza, olio di semi di soia, olio di semi di soia idrogenato, aroma naturale di carne, grano idrolizzato, latte idrolizzato, acido citrico, dimetilsilossano, destrosio, pirosfato acido di sodio e sale.
Quelli utilizzati negli USA per concludere la cottura nei ristoranti sono sei: olio di colza, olio di semi di mais, olio di semi di soia, olio di semi di soia idrogenato, terz-butil-idrochinone, acido citrico e l’antischiumogeno dimetilsilossano.
McDonald’s Italia ha precisato al ilPost, che da noi gli ingredienti sono solo nove e in parte diversi. Cinque sono impiegati nella produzione industriale (patate, olio di girasole, olio di colza, destrosio, stabilizzante: difosfato disodico). Nei singoli ristoranti la frittura viene completata utilizzando olio di girasole, olio di colza, un antischiumogeno: il dimetilsilossano(E900) e il sale iodato.
Da questa descrizione emergono due elementi importanti, l’assurdità di impiegare 19 ingredienti (come l’aroma di carne o il latte idroilizzato) per un piatto di patatine fritte e la scelta positiva di MCDonald’s di non usare olio di palma per salvaguardare le foreste tropicali. In ogni caso per le nostre abitudini gastronomiche anche le patatine made in Italy di McDonald’s contengono troppi ingredienti. Nelle patatine prefritte surgelate Findus, McCain, Pizzoli vendute al supermercato gli ingredienti sono due: patate e olio di semi di girasole. BoFrost, oltre alle patate, utilizza olio di girasole o olio di palma, a seconda dei prodotti. Patate e olio di palma anche per Buitoni nella linea “La valle degli orti”. Patate e olio vegetale non specificato per l’austriaca 11er. Non sempre però è così, ci sono patate delle stesse aziende che hanno qualche ingrediente in più. Per completare la notizia è doveroso ricordare che probabilmente il record spetta alle Pringles che pur essendo leggermente diverse dalle altre patatine fritte nell’elenco degli ingredienti riportano un elenco variabile da 19 a 30 nomi.
Beniamino Bonardi
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Le pringles non sono patatine fritte secondo i tribunali inglesi. Perché non sono a base di patate pertanto in inghilterra non possono neanche usifruire del regime fiscale agevolato.