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La pasta non è prodotta con farina OGM. Le norme europee lo vietano

Nell’articolo sulla pasta ho letto numerosi commenti  interessanti, alcuni assolutamente condivisibili, ma non ho trovato l’argomento che mi sta più a cuore. La pasta contiene o non contiene OGM? Da quanto mi risulta in etichetta dovrebbe essere indicato solo se contiene OGM (è cosi?)
Ma una ditta seria che conosce e condivide l’importanza sul tema, a mio avviso farebbe bene a specificare che il suo prodotto non contiene OGM. Io non compro prodotti OGM e per questo leggo sempre l’etichetta.

Francesco Marcucci

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Risponde l’avvocato esperto di diritto alimentare Dario Dongo

I consumatori più attenti al tema degli OGM – tra i quali molti lettori del Fatto Alimentare, che invero segue da sempre questo argomento, possono confidare a tutt’oggi nella totale assenza di organismi geneticamente modificati sia nelle farine e semole di grano e frumento, sia nella pasta prodotta in Italia. Siamo perciò lieti di sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, evidenziando che non esiste, in Europa, alcuna autorizzazione sulla coltivazione di frumento OGM, né tantomeno esiste autorizzazione di sorta all’impiego di derivati da qualsivoglia variante OGM di grano o frumento nella produzione alimentare.

Vale al proposito la pena ricordare alcuni dei capisaldi del diritto alimentare UE, che si distingue sotto tali aspetti per lo straordinario rigore:

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Ogni alimento e mangime che contiene sia anche soltanto derivato da OGM è soggetto all’onere di indicazione specifica in etichetta

– la coltivazione di sementi OGM in Europa è soggetta sia a un regime autorizzativo comunitario, sia a una verifica di compatibilità delle colture con i piani di coesistenza definiti a livello nazionale (dir. 2001/18/CE)

– l’impiego di OGM o loro derivati nelle filiere alimentare e mangimistica europee è in ogni caso a sua volta soggetto ad apposite autorizzazioni centralizzate da riferirsi a ogni possibile modalità di utilizzo, con specificazione della categoria di alimento o mangime di destino

– ogni cessione di materiale OGM, anche se di provenienza extra-UE, è comunque vincolata a un regime specifico di tracciabilità, con dovere di conservazione dei documenti da parte di cedente e cessionario per un periodo di cinque anni dalla transazione

– ogni alimento e mangime che contenga o sia anche soltanto derivato da OGM (quando anche non ne rechi traccia, come nel caso degli oli raffinati che sono sostanzialmente privi di proteine e perciò di DNA) è soggetto all’onere di indicazione specifica in etichetta (regolamenti CE 1829, 1830/03).

 

Questo regime specifico di tutela e sorveglianza di OGM e loro derivati si integra con le regole generali che a partire dal 1 gennaio 2005 hanno imposto la tenuta di appositi registri, sulle merci in ingresso e i prodotti in uscita, da parte di tutti gli operatori che partecipano alla filiera agroalimentare (reg. CE 178/02, articolo 18).

In ragione di quanto sopra, si può affermare con serenità che l’assenza di OGM e loro derivati costituisce la regola per la stragrande maggioranza dei prodotti alimentari disponibili nel mercato interno.

Risulta quindi pletorico, anzi addirittura ingannevole, vantare l’assenza di OGM su prodotti che siano privi di una corrispondente matrice geneticamente modificata. Per tornare all’esempio della pasta, riportare in etichetta la dicitura ‘non OGM’ integra il generale divieto di declamare caratteristiche comuni a tutti gli alimenti che appartengono a quella stessa categoria di prodotti, in quanto ogni pasta é per definizione ‘non OGM’.

 

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La dicitura ‘non OGM’ integra il generale divieto di declamare caratteristiche comuni a tutti gli alimenti che appartengono a quella stessa categoria , in quanto ogni pasta é per definizione ‘non OGM’.

Viceversa, può considerarsi legittima la dicitura ‘non OGM’ su una confezione di olio di soia o di mais, proprio perché la produzione di olio a partire da alcune varianti OGM di soia e mais é ammessa in Europa. L’impiego di tale dicitura, peraltro, vale a esprimere al consumatore la totale assenza di residui di OGM, escludendo pure ogni ipotesi di contaminazione accidentale o tecnicamente inevitabile che il legislatore europeo ammette entro il limite dello 0,9%. Anche riferendosi a tali prodotti, tuttavia, il ‘non-OGM’ dovrebbe costituire la regola, senza bisogno di apposito vanto. Si tratterà piuttosto, da parte delle competenti Autorità, di verificare la effettiva assenza o derivazione da OGM degli oli di soia, mais e semi vari le cui etichette non ne riportino traccia. Ispezioni, campionamenti e analisi di cui un tempo si aveva frequente notizia, all’indomani dell’entrata in vigore dei predetti regolamenti. E ora?

Dario Dongo

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Giancarlo Curzel
Giancarlo Curzel
1 Aprile 2014 16:05

EZIO, anzitutto: vedo che non hai compreso un dato di fondo, con la conseguenza di farti precipitare dritto dritto in quella che tu chiami “grossolana ascentifica (sic) distrazione di massa”; e questo dato di fondo è che, sul piano scientifico, NON esiste un DNA vegetale contrapposto ad un DNA animale. Finchè le tue convinzioni si baseranno su un dato di partenza creazionista, anzichè evoluzionista, qualsiasi discussione con te sarà, citando un vecchio proverbio contadino (io vengo dalla campagna e ci vivo tuttora, come agronomo laureato pre-68 e non impiegato a tavolino in qualche ufficio), sarà come “dare del becco ad un asino”, col massimo rispetto per questi due animali utilissimi.
Dr. G. La Pira.
Vado con ordine: anzitutto credo che lei sappia che Bressanini è per l’etichettatura (come lo siamo in molti, del resto) di tutti i prodotti GM e dei loro derivati. Per dirne uno, il formaggio grana. Ma Lei sa che i derivati sono migliaia. Lei dice che nessuno li comprerebbe, se etichettati: si è mai chiesto se questo possa essere la conseguenza logica del tamtam disinformativo sugli OGM, su tutti i media, fin dal loro primo apparire, e tuttora perdurante, ad esempio, sui siti COOP o Greenpeace? A loro volta in buona compagnia, ad esempio, di “Report” – che a suo tempo ha sposato acriticamente la fragola/pesce, in sintonia con Grillo – e di altre articolesse giornalistiche di vero e proprio terrorismo alimentare sui GM? Personalmente credo di più all’EFSA, tanto più che non è composta da deficienti e che contribuisco, come Lei, ai suoi costi.
Poi la ringrazio, a nome di Bressanini (che Lei considera ironicamente pro GM, ma se lo conoscesse davvero, saprebbe che non è nè pro nè contro GM, ma che si limita a dare dati scientifici dimostrati) per averlo ospitato “lo stesso” su questo blog…Forse mi sbaglio, ma per come Lei si esprime, pare che la citazione le sia costata un sforzo notevole: vuol forse dire che chi non è dichiaratamente anti-GM è mal sopportato su questo sito?
Forse potrà ospitare allora senza sforzo Mark Lynas, con un passato da attivista ambientalista di punta, nonchè uno dei giornalisti britannici più autorevoli, credibili e pluripremiati in tema di ambiente. Dopo anni di battaglie anti-GM, lui dichiara: …”Non so voi, ma io ne ho abbastanza. Il dibattito sugli Ogm è chiuso. E’ finito. Non abbiamo più bisogno di discutere se siano o no sicuri – più di una decade e mezza con 3mila miliardi di pasti geneticamente modificati mangiati e non c’è mai stato un solo caso di danno comprovato. Per di più, delle persone sono morte per aver scelto il biologico, ma nessuno è mai morto per aver mangiato Ogm.” (Dic. 2012, intervento alla Oxford Farming Conference).
E mi lasci dire un’ultima cosa: quando Lei scrive che, …” a proposito di scienza, anche il nostro organismo contiene sali minerali, ma fare un accostamento tra l’uomo e i sassi è difficoltoso”…è un’affermazione che, in quest’ambito di discussione, fa torto alla sua intelligenza.
Mi rendo conto che quanto sopra corre il rischio di non essere pubblicato: meglio così, piuttosto che censurato. Ma continuerò lo stesso a leggere ed informarmi su questo sito, che trovo veramente interessante ed utile.

marco
marco
Reply to  Roberto La Pira
2 Aprile 2014 18:38

Il Sig. Giancarlo ha già dato una risposta. Secondo lui in base a tutte le attività (sempre secondo lui) volutamente atte a distrarre il consumatore, si spingerebbe lo stesso consumatore a non comprare GMO …

A tutte queste discussioni di carattere squisitamente “tecnico/legislativo” aggiungerei un paio di riflessioni.
La natura ha impiegato “TANTO” (millenni a volte??) per consentire “certi incroci casuali”.
Ora l’uomo in 18 anni e con “3 miliardi e xxx spesi” crede di avere in mano queste certezze quando ancora conosce molto ma ancora molto poco della sua struttura “chimico-fisica”!?!?.
Mahhh, da non tecnico resto molto molto perplesso in merito a queste certezze.

A mio pare vi è sicuramentee una certezza. Il controllo economico delle lobby che producono semi e erbicidi appositi . . . anche questo è documentato/abile

Matteo
Matteo
3 Aprile 2014 01:49

Ma date anche retta a gente che cerca di far passare l’idea che ci sia una lobby anti-ogm che vuole infangare i prodotti ogm senza motivo?
Guardate la situazione in USA: la gente ormai mangia ogm dappertutto, è diventato praticamente impossibile in America mangiare ogm free.
Sapete il perché? Perché li c’è davvero una lobby, quella della Monsanto, che vorrebbe sostituire tutte le semenze con le proprie ogm! Ecco dove si trova l’unico potere forte in questa storia, nella Monsanto, non certo tra chi vuole almeno scegliere se mangiare o meno gli ogm.
E comunque a chi dice che se un cibo è sicuro allora lo mangia ricordo un piccolo particolare: quasi nulla è “velenoso” in piccole dosi, ma cosa succede se lo mangi tutti i giorni? Studi sui ratti hanno sollevato più di una perplessità sugli ogm nel medio lungo periodo. E nel dubbio io li evito (senza farne una malattia) o pensate che nel dubbio sia più furbo rischiare di avvelenarsi? Mi sembra davvero un ragionamento banale.

Elena
Elena
Reply to  Matteo
7 Aprile 2014 11:41

A me sembra che negli USA i danni li facciano i cibi stra-salati, stra-grassi e stra-zuccherati, non le materie prime OGM…