Dal mese di aprile chi fa la spesa alla Coop trova sullo scaffale la pasta 100% Italia. Il nome è una dichiarazione esplicita di provenienza, carica di significato avallato dalle sigle di tre operatori ben conosciuti nell’agro-alimentare italiano: Coop, Lega Coop e Coldiretti ( la più importante associazione del mondo agricolo nazionale). Sulla confezione spiccano anche i loghi “FAI” (Firmato dagli agricoltori italiani) e “Valore condiviso CSQA”, uno speciale attestato rilasciato da uno dei massimi enti certificatori del settore alimentare. L’etichetta recita: “Prodotto autenticamente italiano fatto con i migliori grani del nostro Paese”. 

 

Il nuovo marchio è frutto di un progetto di co-imprenditorialità che vede coinvolti tutti gli attori della filiera produttiva: gli agricoltori, i produttori e la catena distributiva. Il grano duro utilizzato viene coltivato in Sicilia e conferito al pastificio Cerere del Consorzio agrario lombardo veneto, situato in provincia di Enna. Si tratta di una filiera cortissima, con origine, produzione e distribuzione tutte italiane, certificata dall’ente CSQA. Questa scelta scaturisce dal valore molto importante che il consumatore italiano attribuisce all’origine nazionale del prodotto. Il made in Italy per la pasta è un valore molto sentito dai consumatori, che lo antepongono nel loro giudizio ad altri elementi altrettanto importanti come a  il prezzo, il formato e la marca.

 

 

Il ruolo di CSQA è duplice perchè certifica anche  il prezzo equo e garantito agli agricoltori, definito come “Valore condiviso”. Questo è un elemento fondamentale nell’ambito della sostenibilità, insieme all’aspetto sociale e ambientale. Significa che gli attori si impegnano a riconoscere e a raggiungere un  prezzo minimo che gli agricoltori considerano equo, in modo tale che nessuno sia scontento. Oltre a ciò l’ente verifica direttamente presso Coop, il Consorzio agrario lombardo veneto e un certo numero di agricoltori l’origine del grano,  la lavorazione completamente italiana, oltre a supervisionare gli accordi contrattuali e la soddisfazione delle parti.

 

Il prezzo pagato agli agricoltori è uno degli aspetti critici del comparto cerealicolo. «Il problema principale è costituito dalla volatilità dei listini delle materie prime sul mercato internazionale – spiega Andrea Villani direttore dell’Associazione granaria emiliana romagnola di Bologna. Alcuni anni può andare bene, ma in altri, come nel 2009, i prezzi del grano duro erano molto bassi, e hanno creato grande criticità per i produttori. Per questo motivo negli ultimi anni si cerca di siglare accordi di filiera iper limitare la volatilità dei prezzi. L’iniziativa della pasta 100% Italia va proprio in questa direzione».

 

Ma come viene definito il prezzo equo? «Dipende dal tipo di grano prodotto – spiegano i responsabili Coop. Noi chiediamo materia prima di alta qualità, selezionata e ricca di proteine e garantiamo la copertura dei costi di produzione più un giusto riconoscimento, formando così un prezzo minimo garantito». L’aspetto veramente innovativo dell’operazione (e anche unico nel suo genere) non è l’accordo di filiera, ma la certificazione da parte di un terzo esterno, che aiuta a tutelare l’azienda agricola. Si tratta di una tendenza interessante, anche se per il momento parliamo di uno spicchio di mercato piuttosto ristretto, considerato che l’obiettivo per il marchio 100% Italia è raggiungere in un anno 15.000 quintali di pasta. L’intenzione è di continuare con  la farina 00 e altri alimenti, auspicando che  il format prenda piede anche in altri settori dell’agro-alimentare come quello dell’olio, del vino e dei formaggi.

 

Oltre che di filiera corta e il prezzo equo, i comunicati ufficiali parlano anche di qualità e sicurezza. Sul fronte qualità è da valutare positivamente l’elevato tenore di proteine, pari a 13,5 grammi per etto. Per quanto riguarda la sicurezza, Claudio Mazzini, della Direzione qualità di Coop Italia, precisa che «anche per questo prodotto, come per tutti quelli con il nostro marchio, stabiliamo un limite massimo di eventuali contaminanti, come micotossine o residui di agrofarmaci, pari al 50% in meno rispetto ai limiti consentiti per legge».

 

Il prodotto si rivolge a un consumatore attento agli aspetti etici della produzione e si colloca in una fascia elevata (0,90 € per 500 g) ovvero il del 50% in più rispetto alla normale pasta Coop (0,61 € per 500 g) (vedi tabella).

 

Francesca Avalle e Valentina Murelli

foto: Photos.com

 

Confronto prezzi tra Barilla  De Cecco e pasta Coop

Marchio della pasta

Prezzo medio
(g 500)

Indice di prezzo 100 = prodotto più economico

Coop

0,61

100

Barilla

0,77 127

 Coop 100% Italia

0,90

148

De Cecco

1,21

199

Media prezzi riscontrati in due supermercati Coop e in un Ipercoop di Torino maggio 2012.

 

 

 

Confronto tra vari tipi di pasta a marchio  Coop

Coop Pasta
di semola di grano duro

Sacchetto plastica 500 g

Produttore:

Corticella Molini e Pastifici Spa Bologna

Prezzo

0,61 cent. a confezione/ 1,32 euro al kg

Ingredienti

semola di grano duro


100% ITALIA

Pasta di semola di grano duro

(5 formati)

Sacchetto plastica 500g

Produttore:

Cerere srl, Z.I. Valle del Dittaino 94100- Enna- Italia

 

Prezzo

0,90 cent. a confezione/ 1,80 euro al kg

Ingredienti

semola di grano duro italiano

 


 

Fiorfiore Coop
Pasta di semola
di grano duro

Sacchetto plastica 500 g

Produttore: Liguori Pastificio dal 1820 Spa via dei Pastai, 50 Gragnano (Na)

Prezzo

0,99 cent. a confezione/ 1,98 euro al kg

Ingredienti

semola di grano duro

Prezzo da scaffale, supermercato Coop, giugno 2012

 

 

Informazioni nutrizionali in etichetta delle marche Coop

 

100% Italia

Coop

Fiorfiore Coop

Valore energetico

kJ    1502

kcal 354

kJ 1511

kcal 356

kJ 1496

kcal 353

Proteine

g 13,5

g 12,5

g 14,1

Carboidrati

di cui zuccheri

g 71,6

g 1,2

g 73,1

 

g 69,9

g 3,1

Grassi

di cui saturi

colesterolo

g 1,5

g 0,4

g 1,5

 

g 1,2

g 0,3

mg 0,7

Fibre alimentari

g 3,5

 

g 3,0

Sodio

g 0,03

 

g 0,00

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renzo
renzo
19 Giugno 2012 15:22

poteva essere utile il confronto nutrizionale anche con barilla e de cecco

Giacomo
Giacomo
22 Giugno 2012 08:47

nella pasta dove non è specificato che è fatta con semola di grano duro italiano, vuol dire che non è certo la provenienza delle farine? possono essere non italiane?
comunque l’indice proteico è un elemento molto importante per la qualità…

Franco Gentile
Franco Gentile
23 Giugno 2012 20:51

Il progetto ‘valore condiviso’ offre senza dubbio una grande speranza per la sopravvivenza della filiera agroalimentare in Italia. Peccato soltanto che nella pubblicità del progetto si trascuri il ruolo dell’impresa che realizza la pasta, quasi come fosse solo la provenienza del grano a determinarne la qualità

Daniela
Daniela
25 Giugno 2012 09:05

per la pasta non è obbligatorio indicare la provenienza della materia prima, quindi spesso il grano proviene dall’estero e viene poi trasformato in Italia. La pasta prodotto tipico italiano ma forse poco protetto….e molta confusione, basta guardare le differenze di prezzi sullo scaffale e provare a chiedersi perchè. Buona l’idea della Coop della filera italiana.

Gisueppe
Gisueppe
27 Giugno 2012 09:37

Ma in definitiva quanto è stato pagato agli agricoltori?