I panini, intesi come sandwiches, hamburger e quant’altro, sono un costituente fondamentale della dieta americana nonché una delle principali fonti di sodio e calorie. Le persone che nemangiano almeno uno al giorno ingeriscono circa un quinto della quantità totale di sodio. Il panino (genericamente chiamato sandwich negli Stati Uniti) è da anni al centro di un’importante rilevazione sulla dieta, denominata What we eat in America NHANES, condotta dallo US Department of Agricultural Research Service.
Nell’ultima edizione, che aveva preso in esame il periodo 2009-2010, i sandwiches erano stati catalogati e valutati con una modalità che aveva determinato una grave sottostima. Esistevano infatti solo poche tipologie di sandwiches veri e propri, soprattutto tra gli hamburger, mentre quelli più leggeri, ma altrettanto diffusi, erano stati catalogati in base ai singoli ingredienti. In questo modo, per esempio, un normale panino formaggio e prosciutto veniva conteggiato per il pane, il formaggio, il prosciutto, la maionese e l’insalata separatamente, ma mai come panino, come accadeva, per esempio, agli hamburger di tacchino e bacon. Sulla base di questo calcolo dallo studio emergeva che i panini nel loro insieme, contribuivano solo al 4% dell’apporto totale di sodio.
Nella versione rivista, pubblicata ora sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, i dati sono molto diversi, e preoccupanti. Allargando la definizione, è emerso che il sodio presente nei sandwiches rappresenta circa un quinto della dieta media dei cittadini, visto che un americano su due ne mangia almeno uno al giorno. La nuova analisi ha rivelato che i sandwiches apportano, sempre in media, il 30% della quantità di sodio giornaliero consigliata dalle 2010 Dietary Guidelines for Americans (2.300 milligrammi al giorno), valore che sale al 46% per i soggetti a rischio e gli over 50, per i quali la dose massima scende a 1.500 milligrammi.
C’è unaltro dato su cui riflettere. Chi sceglie abitualmente sandwiches è incline ad assumere in media 300 calorie al giorno in più rispetto a chi non ne consuma, e a mangiare più salato, con 600 milligrammi di sodio in più. «Chi proprio non vuole rinunciare al panino – hanno commentato gli autori – deve prestare molta attenzione agli ingredienti, perché tra le principali fonti di sodio ci sono molti degli ingredienti tipici dei sandwiches: formaggio, salse, hamburger, pane lievitato». Un sandwiches contiene in media tra i 1.700 e i 1.800 milligrammi di sodio ogni 1.000 calorie, si tratta di un valore molto alto, in grado di spiegare perché sale e calorie siano strettamente associati. «Poiché l’abitudine di mangiare panini è così radicata – concludono i ricercatori – sceglierne con meno sodio può dare un reale contributo a migliorare la dieta. Oltre allo sforzo delle autorità sanitarie anche i consumatori devono fare la loro parte, e questa è senza dubbio una buona opportunità».
Agnese Codignola
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Giornalista scientifica
Scusate, non capisco, che differenza fa conteggiare gli ingredienti uno per uno o conteggiarli insieme?
La differenze è che vengono inseriti in una categoria diversa
Va bene i dati scientifici, ma non perdiamo di vista il buonsenso. SEICENTO mg di Na suonano “male”, ma sono 0,6 grammi di sodio, ovvero circa 1 g di sale. Un piccolo pizzico. Se questa quota equivale a quella assunta come pranzo di una persona adulta sana …
Magari si può evitare di consumare TUTTI i giorni la classica pizza bianca spolverata di sale grosso e imbottita di prosciutto crudo di montagna (quello piu’ salato), ma bisogna pure evitare di vivere nel terrore …
Anche quelli “sanissimi” lo erano fino in punto di morte 🙂