Ormai in ogni casa si fa (o si dovrebbe fare) la raccolta differenziata dei rifiuti, eppure può succedere di incontrare dei materiali o delle indicazioni di smaltimento che ci lasciano perplessi. Di seguito pubblichiamo i dubbi di una lettrice su due confezioni molto simili e le risposte delle aziende.
Ho una domanda riguardante il packaging di due prodotti. Due aziende, Mulino Bianco e Misura, impiegano lo stesso materiale per il confezionamento di alcuni prodotti e indicano entrambe lo smaltimento nella frazione della carta. Eppure il materiale sembra plastica con un sottile strato di metallo, forse alluminio. Mi ricorda il tetrapak ma molto più sottile. Vi invio anche le foto. Ma mi chiedo: siamo sicuri della correttezza delle indicazioni di smaltimento presenti sulle confezioni? Stiamo facendo del nostro meglio, oppure queste aziende continuano a prendere per i fondelli le persone che realmente credono di contribuire a non inquinare più? Claudia
Di seguito la risposta di Mulino Bianco
La riciclabilità dei nostri imballaggi a base carta è stata concordata con Comieco: i materiali, che rispettano almeno la classe B del metodo Aticelca MC501, risultano riciclabili nel flusso standard delle cartiere. Come validato con test di laboratorio dedicati, i materiali utilizzati per i sacchetti dei nostri biscotti rispondono a questi requisiti e possono quindi essere conferiti nella raccolta differenziata della carta.
Di seguito la risposta di Misura
Per quel che riguarda la tipologia del nostro incarto, pur non vedendo con chiarezza dalla foto che ci avete inviato di quale prodotto si tratti, possiamo rassicurarla che tutte le confezioni in sacchetto dei nostri biscotti e cracker Misura sono certificate carta e come tali da smaltire nella raccolta di carta e cartone, secondo le indicazioni del suo comune.
La ringraziamo per la sua segnalazione che non fa che rafforzare il nostro impegno ad andare avanti sul fronte della sostenibilità, un tema che trova sempre più persone attente e giustamente esigenti. Abbiamo intrapreso questa strada già da tempo. Siamo stati tra i primi nel mercato italiano a togliere l’olio di palma dai nostri prodotti, abbiamo introdotto uova di galline allevate a terra, abbiamo scelto la via della qualità della filiera e delle materie prime.
Nel 2020 per esempio abbiamo dato il via a una vera rivoluzione e nel settore e per primi abbiamo sostituito gli incarti di plastica di pasta e snack Misura con materiali compostabili, confezioni che possono essere conferite nella raccolta dell’umido.
© Riproduzione riservata
Si fa fatica spesso a capire dove buttare le confezioni. Dei simboli unici e obbligatori no eh???
Infatti il problema è proprio questo: indicazioni poco chiare. E poi il bello viene quando scrivono: “Per lo smaltimento attenersi alle disposizioni del proprio Comune in accordo con l’ente che ricicla la differenziata”. Seee! Come se fosse semplice capire cosa dice il proprio “Comune” 🙁
Forse non è una classificazione univoca e omogenea in tutto il Paese.
Secondo me il tipo di smaltimento dipende anche da quale azienda fa la raccolta differenziata e dal tipo di impianti che possiede.
Vogliamo parlare della confezione di stracchino nonno Nanni? Da indicazioni andrebbe nel compost ma sembra proprio plastica.
Mi chiedo quanti lo smaltiscano correttamente…
Spesso per non stare lì a leggere le righe minute (sono presbite e ho poco tempo), le confezioni “boh” le butto nell’indifferenziata. Lo confesso. Perciò, come dice il lettore Federico, una bella dicitura in grande con su scritto “buttami nella carta/nell’umido/nella plastica” non sarebbe male.
veramente pare che l’autrice del post abbia frainteso le indicazioni. Il vassoio interno di carta va nella carta, mentre imballo esterno e sacchetto singolo vanno nella plastica.
Non mi sembra che abbia frainteso la prima foto, dove c’è solo l’imballaggio esterno, di carta con uno strato poliaccoppiato di alluminio e/o plastica.
Il difetto sta nel manico: ogni Comune decide per sè come conferire la differenziata, per cui regna la massima confusione ovunque.
Ad esempio in due comuni confinanti al mio abbiamo: carta nel contenitore giallo in uno, blu negli altri; plasica nel sacco trasparente (che i cani sbrindellano dopo dieci minuti spargendo tutto per la strada) in due, nel contenitore bianco nel terzo.
Non bastasse, in un Comune il tetrapack e in genere gli imballi di carta stratificata (come quelli citati nell’articolo) vanno nella carta, negli altri due nell’indiffererenziato, mentre vetro e lattine vanno in contenitori diversi in un Comune, assieme nel contenitore blu negli altri.
Ovvio che alla fine si finisca per sbagliare, o nel dubbio buttare tutto nell’indifferenziato.
Una delle tante manchevolezze dello Stato, che non trova il tempo o la voglia per unificare a livello nazionale una buona volta le metodologie e i recipienti di raccolta della differenziata.
Da me, ad esempio, il tetrapack va nella carta, i tovagliolini di carta nell’indifferenziato, plastica e lattine di alluminio insieme nello stesso cassonetto…
C’è tutto un vademecum che l’Azienda raccolta rifiuti ha lasciato a ciascuna famiglia.
Come della serie: “se qualcosa si poteva fare male l’abbiamo fatta ancora peggio?”
In realtà, dalla foto che Misura pubblica, si evince che la parte esterna vada collocata con la carta, mentre quella interna nella plastica. Quindi non corrisponde, credo, alla risposta in cui dicono “possiamo rassicurarla che tutte le confezioni in sacchetto dei nostri biscotti e cracker Misura sono certificate carta e come tali da smaltire nella raccolta di carta e cartone”. A cosa dobbiamo credere? All’immagine o alla risposta?