Olio extravergine a 3 euro al litro: com’è possibile? Offerte speciali, partite ritoccate o regole del mercato? Tutti i segreti dei prezzi svelati da Teatro Naturale
Olio extravergine a 3 euro al litro: com’è possibile? Offerte speciali, partite ritoccate o regole del mercato? Tutti i segreti dei prezzi svelati da Teatro Naturale
Valeria Nardi 4 Giugno 2014Trovare sugli scaffali dei supermercati una bottiglia di olio extravergine d’oliva a meno di tre euro al litro è abbastanza facile. Capire se si tratta di una promozione, di un prezzo standard o di una partita di olio “ritoccato” è difficile.
Per comprendere la situazione partiamo da una frase di Maurizio Pescari, giornalista e docente presso l’Università dei Sapori di Perugia, pubblicata di recente in un articolo del sito TeatroNaturale: “Nell’olio industriale la qualità è una conseguenza del prezzo, in quello artigianale il prezzo è una conseguenza della qualità.”
La distinzione parte proprio da questo concetto. La grande distribuzione e buona parte dei consumatori, considerano l’olio extravergine un prodotto di uso corrente, abbastanza standardizzato che varia poco dal punto di vista organolettico. Per questi motivi viene scelto basandosi molto sul prezzo. Le statistiche dicono che il 70% delle bottiglie vendute nei supermercati è collegato a una promozione. Basta osservare i volantini recapitati nella buca delle lettere, per rendersi conto che una marca di olio extravergine in offerta è sempre presente. Per questi lotti proposti a pezzi stracciati il margine di guadagno del punto vendita è quasi nullo, proprio perché è un prodotto con una funzione di “richiamo” e serve ad attirare i clienti. Ma come si spiega comunque un prezzo equivalente a poco più di due litri di latte fresco?
L’aspetto curioso è che sugli stessi scaffali troviamo bottiglie di extravergine vendute a 10-20 euro, e si tratta sempre di prodotti tutte con la medesima denominazione commerciale. Come ricorda Pescari la definizione è attribuita per legge “…olio ricavato tal quale dalla spremitura delle olive, con un’acidità libera espressa in acido oleico non superiore ai 0,8 grammi per 100 grammi”. A ciò si unisce la dicitura obbligatoria in etichetta: “Olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”. Vuol dire che la lettura dell’etichetta non permette di evidenziare significative differenze, anche se il contenuto è diverso.
Per rendersi conto facciamo un passo indietro e vediamo cosa succede nei mercati all’ingrosso, dove i prezzi variano a seconda della qualità, dell’anno di raccolta, dell’origine e di altri fattori. Osservando il borsino pubblicato ogni settimana dal sito Teatro Naturale, si vede che negli ultimi mesi il prezzo dell’olio spagnolo oscilla intorno a 2,30 €/kg (equivalenti a 2,11 €/litro), quello tunisino sui 2,38 €/kg (equivalenti a 2,18 €/litro), il greco a 2,85 €/kg (equivalenti a 2,61 €/litro) e infine quello italiano a 3,60 €/kg ( equivalenti a 3,30 €/litro) (*).
Attenzione però perché ci sono state quest’anno anche alcune partite vendute a 1,83 €/Kg (equivalenti a 1,68 €/litro). Un prezzo così basso trova varie giustificazioni. Per esempio in Spagna la densità delle coltivazioni è molto elevata e si può arrivare ad avere duemila piante per ettaro, mentre la media nazionale italiana si aggira sui duecento olivi per la stessa estensione. Anche il grado di maturazione delle olive e i metodi di raccolta incidono sulla qualità delle olive e quindi sul prezzo finale. Raccogliere a mano è sicuramente più costoso rispetto all’impiego di macchine che scuotono gli alberi e fanno cadere i frutti. Fondamentale è anche il tipo di estrazione: se si impiegano alte temperature, la resa aumenta e le spese di produzione scendono come pure la qualità.
L’esperto precisa che “acquistando un extravergine di oliva in promozione a 2,98 euro, mi porto a casa quanto di meglio si possa trovare sul mercato a quel prezzo.”
Ma quali sono i costi reali di un olio venduto a prezzi stracciati?
Teatro Naturale analizza le voci di spesa di una bottiglia da un litro venduta a tre euro, sulla quale il supermercato non ha margini di guadagno poiché si tratta di un prodotto civetta. Nella tabella a sinistra abbiamo scomposto il prezzo. Sommando il costo del contenitore (0,37 euro), le spese relative a produzione, trasporto, confezionamento… (0,64 euro/l) e la materia prima (1,99 €/l ) alla fine si arriva a tre euro. Si tratta di un prezzo basso ma assolutamente coerente con la materia prima che si può acquistare al mercato all’ingrosso.
Se invece consideriamo un olio più costoso e di qualità superiore (vedi tabella sotto) le cifre sullo scaffale lievitano ma neanche di tanto, visto che un extravergine italiano si trova a 4,5 € al litro, mentre uno greco costa quasi un euro in meno. Anche in questo caso non è previsto il guadagno da parte del supermercato.
La realtà però è più complessa, perché in genere l’extravergine in bottiglia è una miscela di olio italiano, greco, spagnolo, tunisino… Ogni marca individua una “ricetta” con un determinato sapore e ogni anno ai propri clienti cerca di riproporre la medesima qualità, dosando le diverse partite che possono cambiare a seconda dell’andamento climatico, per ottenere un extravergine standard.
(*) L’olio all’ingrosso viene venduto a peso e non a volume. Per calcolare il prezzo al litro bisogna moltiplicare il prezzo al chilo per 0,916.
Valeria Nardi
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
L’Unione Europea dal 1992 ha creato due marchi di qualità che garantiscono in generale i prodotti agroalimentari, sono il marchio DOP e quello IGP.
A mio avviso, acquistare i prodotti DOP/IGP sono l’unico modo e anche il più semplice, per avere la sicurezza di avere sul tavolo un Olio EVO genuino di sicura provenienza, garantito tra l’altro dal Ministero delle Politiche Agricole che, grazie agli Agronomi dell’ICQRF vigila su tutte le fasi della filiera, inoltre la filiera viene controllata da Organismi di controllo accreditati dallo stesso Ministero.
Basterebbe diffondere la cultura delle Denominazioni di Origine per proteggere il mercato del made in Italy e non sparare a caso sulla grande distribuzione che non fà altro che il suo lavoro.
E tu ci credi? Da assaggiatore ed operatore di settore posso dirti sicuramente che certi produttori nonostante i controlli “aggiustano” anche il dop per farlo rientrare nei parametri del panel… La soluzione è quella di informare la gente su quello che è realmente un extravergine di qualità facendole capire i costi di produzione e le qualità vere di un olio fatto bene.
Gentili amici, grazie per le informazione che fornite, chiaritemi un aspetto: l’olio a tre euro è olio extravergine? o è fasullo? un trucco? una sofisticazione? la differenza di prezzo è dettata dalla provienza? e allora, in questo caso, se l’olio extra va bene per il Marocco o la Grecia (come qualità e rispondenza con ciò che si vende…) allora, penso, vada bene anche per me consumatore stretto da salari miseri e imposizioni fiscali. E’ ovvio che se desidero un olio dalla particolari caratteristiche organolettiche ho una vasta scelta a prezzi molto più alti. La mia esperienza dice che quando ho comprato al frantoio ho preso spesso fregature (purtoppo…) perciò preferisco la produzione o l’imbottigliamento industriale perchè più soggetto a controlli. Salvo che, grazie alle vostre informazioni, non emerga che imbottigliano schifezze, allora cambia il problema. Se a tre euro mi danno un olio extra non rettificato, non taroccato con la clorofilla e di buon sapore (fosse cattivo non comprerei più il prodotto)perchè non comprarlo? viene dalla Turchia? ce ne faremo una ragione. Basta che non ci imbroglino… il made in Italy lo difendo in mille modi ma non vorrei pregiudizi su prodotti simili che vengono da altrove ma sono onesti come i nostri. Grazie di tutto.
A tre euro al litro si trova olio extra vergine di qualità minima e dal sapore medio. Secondo me ci sono anche partite d olio deodorato vendute a basso prezzo che poi vengono miscelate a olio discreto in misura del 10-20%, tanto nessuno se ne accorge. Il mondo dell’olio è molto complesso e le truffe ci sono sempre state e ci saranno per un semplice motivo si tratta di truffe merceologiche difficili da individuare e l’olio finale anche se taroccato non fa male.
Io lo prendo da un mio amico contadino al prezzo di favore di 7 euro al litro, almeno sono sicuro dell’olio che uso.. Di quelli nei supermercati non mi fido.
Premetto che non sono esperto di olio, ma non sarebbe ora che gli olivicoltori italiani si dessero una mossa per migliorare i loro sistemi ed abbassare i costi di produzione pur mantenendo la loro sbandierata “qualità eccelsa”, in modo da risultare un po’ più competitivi? In Spagna ci hanno pensato, utilizzando a pieno i contributi CE, già da decine d’anni, e basta farci un giro e vedere come sono organizzati e piantati gli uliveti, programmati per una raccolta razionale a basso costo! Altrimenti con le chiacchiere non andremo da nessuna parte. Non si può pretendere di continuare a vendere l’olio, tanto decantato, a 7-10 euro al litro quando alla fin fine le differenze non sono così macroscopiche, e le furbizie , come le descrivete, che pur rimangono entro i termini analitici, sono all’ordine del giorno. Qualche superesperto addetto veramente ai lavori, fra l’altro, afferma in via confidenziale che il miglior olio del mediterraneo sia quello greco.
Bravo Valerio. In tre righe hai espresso tutto quello che si potrebbe dire senza scomodare scienza ed economia.
Caro Costante, che non sei un esperto lo hai detto tu.
Posso dirti che quando l’olio d’oliva è di qualità non serve tentare di abbassare i prezzi. L’olio in se è quasi un medicinale. Pertanto perché correre alla competitività per un prodotto salutare dove il suo utilizzo ci fa guadagnare in salute?? Quanto lo paghi un grammo di oro?? Eppure gioca solo al tuo ego. No?? Allora devi sapere che i tentativi di razionalizzazione nel l’olivo non hanno un seguito importante anche per ragioni qualitative. Infatti l’olio spagnolo è un olio di massa e scarsa qualità. Costituito fondamentalmente da 2/3 cultivar con principi organolettici poco caratteristici, un olio mediocre. L’olio italiano ha una variabilità enorme e la tecnica tradizionale di coltivazione influisce abbastanza sul prodotto finito. Il miglioramento poi del processo estrattivo ha ulteriormente apportato benefici al nostro prodotto quando è garantito, spesso combacia con quello che dice Valerio.
Quindi quando vai a comperare un prodotto del genere non cercare il risparmio. Non esiste. Cerca un buon agricoltore nelle tue vicinanze, sii esigente con lui e lui non tradirà la tua fiducia appioppando ti prodotti mistificati come spesso fanno le grandi distribuzioni, che come te ricercano la competitività e per loro significa mera speculazione a prescindere dal prodotto.
Ho già scritto che nel tarantino, ogni anno, compro l’olio dal contadino amico, intorno ai 5 euro al litro.
Il costo varia secondo il mercato e le stagioni, l’anno scorso l’ho pagato a 4.
E’olio locale, non c’è costo di trasporto e la lattina si compra a parte.
Invito chi vive in prossimità delle Puglie a recarsi lì; si trova olio buono anche nella provincia di Bari e di Foggia.
ahhh…..ma è un continuo ….gli articoli vengono spesso commentanti da “pseudoconsumatori” squattrinati aggrediti dalla crisi che guarda un po difendono i prodotti industriali low cost e addirittura portano testimoniante di produttori artigianali che tirano sole, ma che coincidenza.
Qua le fregature le propinano in tanti !!
Se si vuole sapere le schifezze che vengono imbottigliate a “livello industriale-grande distribuzione” basta andarsi a leggere gli articoli relativi a recenti grossi scandali recenti fatti da importatori di olio spagnolo che poi fornivano noti marchi …. non porto referenze , cerca su google tu che se sei stato fregato dall’artigiano …..
se non altro con l’artigiano sai con chi puoi andartela a prendere e puoi anche tentare una causa. con una azienda un po’ più grandicella “e ammanigliata” diventa un po’ più difficile..
Sarai tu uno squattrinato ed anche un consumatore che considera:
più caro uguale più buono. Manco pè gnente!
Sono nato nella zona ed ho parenti sul posto,gente che si nutre da secoli con l’olio locale e che sa dove andare a comprarlo.
Non è un prezzo di favore, lo decide il mercato ed il mercato lì è così.
Considera pure che l’olio in Puglia è come la neve sulle Alpi.
Il contadino preferisce venderlo in proprio piuttosto che venderlo alla “raffineria” di Bitonto per quattro soldi.
Studia caro e, sopratutto, vai in Puglia a documentarti.
sono purtroppo un piccolo produttore di olio marchigiano. L’articolo da voi proposto è si interessante ma a mio avviso non ha analizzato i costi che un produttore deve sostenere. La potatura delle piante e lo smaltimento dei rami tagliati, la raccolta, la molitura…facendo i conti della serva con 7 euro al litro si pareggiano i conti. Ancora non riesco a capire come fanno a venderlo a 3 euro. Quest’anno con la crisi l’olio non se ne vende poi tanto perché 7 euro per alcuni sono molti.
la cosa migliore sarebbe autoprodurselo… in alternativa andare da un amico produttore, la gdo nemmeno dio sa cosa combinano!
Sono praticamente allibito dai commenti:
– L’olio in se è quasi un medicinale:specialità farmaceutica
– Perché correre alla competitività? (restiamo al medio evo)
– La GDO sarebbe a livello banditesco
– Pseudoconsumatori difendono i prod. industriali low cost
– A livello industriale-GDO vengono imbottigliate schifezze
– Mera speculazione a prescindere dal prodotto
– L’olio italiano ha variabilità enorme(vero:ottimo/balordo)
– Piantiamoci ognuno il nostro olivo
– Etc. Etc. Etc. : davvero con questo modo di pensare non si può andare da nessuna parte !
Non so chi tu sia ma credo che tu non conosca l’argomento. Sei in dissacratore senza ritegno.
Non conosci nel merito nulla, fai un elenco di assurdità senza porre contraddittorio sostenibile. Non so di cosa ti occupi ma non dimostri certo sapienza nel merito ne economica ne tecnica.
Conosci l’assorbimento plasmatico dei fenoli?? Sai cosa è lo squalene? Conosci il CLA??
Ecco chi sei, quello che ha detto di non saperne nulla.
Dubito che ti conosca il significato delle parole che critichi in maniera grossolana.
Ho solo colto un fior da fiore dei commenti di cui sopra.
Non sono uno specifico esperto di olio d’oliva, anche se ho avuto a che fare con grassi, fenoli e CLA durante oltre 40 anni di attività nel campo delle tecnologie e della qualità alimentare. Certo non faccio confusione fra “costi di produzione” e “prezzi”.
Ma non vale la pena di continuare una polemica di questo livello.
Allora sei un esperto dai. Non voglio polemizzare con te. leggi questo, forse troviamo un punto di incontro
file:///C:/Users/Progetto1/Downloads/MOROZZI_G_E_FABIANI_R_%20OLIO_E_TUMORI.pdf
il link al file è errato
http://212.39.3.4/fmi/iwp/cgi?-db=LEGUIDE&-loadframes
spero sia giusto
Scusate, ma l’olio evo “da battaglia” non dovrebbe essere composto da olii comunitari (come indicato in etichetta) ? se sì, cosa c’entra l’olio tunisino.?
Visto che a Venezia olivi ce ne sono pochini, noi usiamo il Fior Fiore Coop igp (toscano, ligure, ecc.). Costi quel che costi. Siamo quello che mangiamo, in fondo.
a Giunela
L’Indicazione Geografica Protetta (IGP) è quel marchio di qualità che viene assegnato ai prodotti agricoli o alimentari dove una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento. Le ricordo che l’Italia oltre ad essere il primo produttore di olio è anche il primo importatore.
Cosa voglio dire??
Che dentro al marchio IGP c’è un po’ di tutto. Per esempio olio tunisino, greco, spagnolo che i grossi industriali comprano, lo imbottigliano in italia maggiorato in più di un euro al litro e scrivono olio toscano per esempio.
Posso darle un consiglio? è vero a venezia non ci sono molti olivi, allora vada in un territorio magari del centro italia, si goda il panorama che incontra e quando trova una azienda agricola che produce olio acquisti il suo prodotto.