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L’olio europeo copre il 97% del mercato statunitense

L’olio d’oliva europeo copre il 97% del mercato statunitense. I consumatori americani lo preferiscono, perché lo ritengono più autentico e perché ha un minor prezzo, mentre i produttori locali  sostengono che l’olio extra vergine europeo non sia così puro come si pensa, perché spesso è miscelato con olio di qualità inferiore.

 

L’olio di produzione statunitense, in maggioranza fatto con materia prima proveniente dalla California, negli ultimi cinque anni ha guadagnato due punti percentuali del mercato domestico, passando dall’uno al tre per cento. I produttori americani premono sul Congresso e sul governo, affinché siano imposte regole e test più stringenti sull’olio d’importazione.

 

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Per ora la lobby dei produttori newyorkese ha respinto la necessità di controlli più stringenti all’olio importato

Come riferisce l’Associated Press, secondo un deputato repubblicano della California, Doug LaMalfa, che appoggia questa battaglia, l’olio di oliva europeo, anziché la dizione “extra vergine”, dovrebbe portare quella di “extra rancido”. Basta andare a New York, invece, dove risiedono i principali importatori di olio d’oliva, per trovare un altro deputato repubblicano, Michael Grimm, che viceversa contesta questa definizione e minimizza la questione, osservando che in ogni settore c’è qualche problema.

 

Per ora, la lobby degli importatori newyorkesi ha vinto il primo round. Lo scorso anno, la Commissione agricoltura del Congresso aveva approvato un testo che accoglieva le richieste dei produttori californiani ma che è stato poi modificato dall’Aula, dove i parlamentari di New York hanno obiettato che i nuovi test sarebbero costati milioni di dollari. Alla fine, la nuova legge sull’agricoltura, firmata dal Presidente Obama all’inizio di febbraio, non contiene alcun riferimento all’olio d’oliva.

 

 

Beniamino Bonardi

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