Olio di palma sostenibile, rilasciate le prime tre certificazioni dal sistema promosso da Greenpeace e WWF. Criteri più rigorosi rispetto a quelli RSPO
Olio di palma sostenibile, rilasciate le prime tre certificazioni dal sistema promosso da Greenpeace e WWF. Criteri più rigorosi rispetto a quelli RSPO
Beniamino Bonardi 1 Settembre 2015Con il rilascio delle prime tre certificazioni è diventato operativo il Palm Oil Innovation Group (POIG), organismo lanciato nel novembre 2013 dai produttori rispettosi delle foreste e diverse organizzazioni non governative, tra cui Greenpeace e WWF, per garantire l’impiego di olio di palma non derivante da deforestazione o frutto di violazione dei diritti delle popolazioni locali. Questo gruppo è nato dalla necessità di andare oltre la certificazione rilasciata dalla Tavola Rotonda sull’Olio di Palma Sostenibile (RSPO), i cui criteri vengono giudicati insufficienti, perché non contemplano la protezione di ecosistemi forestali importanti come le foreste torbiere. Oltre a ciò RSPO continua a concedere certificazioni a fornitori che non rispettano neanche i principi base previsti nello statuto.
Greenpeace precisa che il Palm Oil Innovation Group adotta un sistema di certificazione più rigoroso rispetto a quello RSPO , essendo basato sul principio della “Deforestazione zero” . Questo metodo funziona tanto che sono state rilasciate le prime certificazioni a tre compagnie – due in America Latina e una in Papua Nuova Guinea – dopo una verifica degli standard da parte di soggetti terzi indipendenti.
Al Palm Oil Innovation Group possono aderire anche compagnie che fanno parte della RSPO ma vogliono adottare criteri di sostenibilità più stringenti già adottati volontariamente da compagnie come Unilever, Ferrero, Mars e Wilmar.
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Presto cominceranno a scrivere sulle confezioni “olio di palma certificato” per calmare i consumatori. Ma rimane un grasso nutrizionalmente da evitare e quasi sempre estratto chimicamente.
“Per capire quanto sia ambiguo il testo pubblicitario basta dire che la frase sull’origine “naturale” è fuorviante in quanto l’olio utilizzato nei dolci e nei prodotti da forno spesso viene estratto dal frutto con solventi, decolorato, deodorato e deacidificato”
Anche quando sarà certificato e sostenibile rimarrà sempre nutrizionalmente da evitare e quasi sempre estratto chimicamente.
Per capire quanto sia ambiguo il testo pubblicitario basta dire che la frase sull’origine “naturale” è fuorviante in quanto l’olio utilizzato nei dolci e nei prodotti da forno spesso viene estratto dal frutto con solventi, decolorato, deodorato e deacidificato”.