Ma fa bene o fa male? Abbiamo visto quanto l’olio di palma sia diffuso e vantaggioso per l’industria alimentare, per versatilità e, soprattutto, costi. Rimane però da chiarire quale sia il suo valore nutrizionale e quali effetti abbia sulla nostra salute. Un tema complesso e ancora oggetto di ricerca, eppure alcune indicazioni sembrano rassicuranti. Come spesso accade, il punto critico è la quantità: un consumo occasionale non fa danni, mentre assumere ogni giorno, magari più volte al giorno, prodotti con olio di palma potrebbe rappresentare un rischio per la salute di cuore e arterie. Esattamente come mangiare troppo burro.
In realtà sulle conseguenze per la salute dell’olio di palma c’è una certa confusione. Da un lato, c’è chi tende a demonizzarlo per l’elevato contenuto di acidi grassi saturi (circa il 50% del totale), considerati poco salutari perché tendono a far alzare i livelli di colesterolo nel sangue. Dall’altro, c’è chi lo considera molto positivamente per l’elevato contenuto di precursori delle vitamine A ed E oltre alle sostanze antiossidanti. In questo caso, parte della confusione deriva dal fatto che non sempre è chiaro di quale olio di palma stiamo parlando: se del prodotto integrale o di quello raffinato.
L’alto contenuto di vitamine e sostanze antiossidanti, infatti, vale soltanto per l’olio di palma integrale: un liquido dal vivace colore rosso utilizzato soprattutto nei paesi produttori, anche nell’ambito di programmi di salute pubblica che puntano a ridurre le carenze di vitamina A.
«Una volta raffinato, però, l’olio di palma perde quasi completamente queste sostanze benefiche» ricorda Renato Bruni, ricercatore in botanica e biologia farmaceutica dell’Università di Parma. Per questo chi si pronuncia a favore del palma nei prodotti industriali tirando in ballo vitamine e antiossidanti si dimostra poco informato (oppure in mala fede).
giornalista scientifica
Ecco un motivo in più per rinunciare all’olio di palma:
http://www.corriere.it/foto-gallery/ambiente/14_settembre_03/sumatra-strage-elefanti-disturbano-coltivazioni-palma-olio-a65f4bf0-3340-11e4-9d48-ef4163c6635c.shtml
Complimenti per l’articolo! E’ interessante il dato che i grassi saturi devono costituire il 7-10% delle calorie totali. Quindi una persona che consuma 2000 kcal (l’italiano adulto medio) ha un “budget” giornaliero di massimo 22 g di grassi saturi!
1 cucchiaio di parmigiano sulla pasta ce ne dona 1,8 g
2 uova ne contengono 3,5 g
10 g di burro ce ne donano 5 g
Una tazza di latte intero da 250 g ne contiene 5,5 g
10 taralli del Mulino Bianco 7 g
100 g di salame o mortadella ce ne donano 10 g
Una crescenza (100 g) ce ne regala 13,6 g
6 grisbì ne esauriscono totalmente il budget: 22,5 g
10 taralli, 6 grisbì… ma io mi sento in colpa se ne mangio solo 5. Certo poi forse esagero con spalmabili vari e cioccolato ma questa “dieta” succitata non mi sembra tento sana…?
CIAO ROBERTO non era mia intenzione citare una dieta, ma solo far capire che raggiungere il massimo consentito di grassi saturi è molto facile e che ci sono alimenti, come le uova, che in genere si reputano poco salutari invece contengono meno grassi saturi di altri, tacciati come dietetici (come la crescenza) o di alcuni biscotti.
Articolo molto esaustivo.
Segnalo un articolo analogo (più semplice) che ho postato qualche settimana fa per rispondere ad un quesito che mi era stato posto.
http://www.dietaesalute.it/2014/08/olio-di-palma-si-olio-di-palma-no.html
grazie,sig.Pratesi,per l’articolo e soprattutto per aver chiaramente fatto i nomi delle aziende alimentari responsabili della malnutrizione
perché sistematicamente censurate i messaggi che contengono nomi di marchi “FAMOSI”? se barilla usa oli di palma,perchè non lo si può dire?
Gentile Fr, non censuriamo niente, anzi abbiamo più volte sottolineato come molte aziende famose (tra cui Barilla) impieghino l’olio di palma. Qui di seguito il link di uno degli ultimi articoli sull’argomento: http://www.ilfattoalimentare.it/biscottone-mulino-bianco.html