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L’olio di palma è diventato il grasso più utilizzato nell’industria alimentare italiana

L’olio di palma è l’ingrediente principe della Nutella e la Ferrero è stata forse una delle prime aziende ad usarlo già dagli anni Sessanta. Adesso a distanza di mezzo secolo è diventato il grasso più utilizzato nell’industria alimentare italiana. Fino a pochi mesi fa i consumatori non erano informati, perché sulle etichette l’olio veniva abilmente “nascosto” con la dicitura “oli e grassi vegetali”, e poche aziende riportavano in chiaro la scritta “olio di palma” nell’elenco degli ingredienti.

Da qualche mese la situazione è cambiata, perché la normativa europea che entrerà in vigore definitivamente il 13 dicembre 2014 prevede l’obbligo di indicare in etichetta il tipo di materia grassa impiegata nei prodotti alimentari.

 

Molte aziende hanno già modificato le etichette, basta fare un giro al supermercato per rendersi conto che gli italiani sono dei grandi consumatori di olio di palma. I motivi di questo impiego generalizzato sono tre: costa poco, assomiglia al burro da un punto di vista reologico per cui è ottimo per preparare prodotti da forno, e infine non modifica il sapore degli alimenti.

Da un punto di vista nutrizionale e salutistico la situazione non è altrettanto confortante. L’olio contiene dal 45 al 55% di grassi saturi a catena lunga come l’acido palmitico e favorisce l’aumento dei livelli di colesterolo.

 

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Da un punto di vista nutrizionale contiene dal 45 al 55% di grassi saturi a catena lunga

Purtroppo è un ingrediente che ha invaso il settore alimentare, tanto da essere impiegato dappertutto e per questo motivo diventa molto difficile evitarlo o ridurne il consumo in modo significativo. La questione coinvolge direttamente i bambini visto che si trova nella stragrande maggioranza di merendine e dolci, compresi quelli bio, quelli salutistici preparati con diversi cereali e anche i senza glutine. Per capire la reale portata del problema, Il Fatto Alimentare ha condotto una rilevazione spot in un ipermercato milanese (Ipercoop) (vedi tabella in fondo all’articolo).

 

Sugli scaffali abbiamo trovato 37 prodotti contenenti olio o grasso di palma. Si tratta di marche e prezzi differenti compresi alimenti destinati ad alimentazioni speciali. Tra le merendine troviamo tutti i marchi famosi come Mulino Bianco, Motta e Mr Day. Nella lista ci sono anche Germinal Bio e SZ che hanno un prezzo elevato e si presentano ai consumatori con una veste salutistica. Nell’elenco troviamo i mini plum cake Cuor di Fragola di Céréal, un prodotto dietetico senza glutine. Verificando le informazioni raccolte, abbiamo scoperto che nel sito di Mr Day viene riportata una ricetta casalinga dei muffin con gocce di cioccolato, ma non quella del prodotto industriale. Questo significa che nella ricetta online gli oli vegetali non idrogenati (di palma e girasole) non sono presenti, nonostante siano un ingrediente importante del prodotto.

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dani
dani
13 Giugno 2014 15:43

i plumcake bio Corsini, la linea tradizionale Gentilini, i biscotti Ronci e alcuni della Lazzaroni. Attenzione alle diciture con % che ne specifica solo la parte che conviene e anche alla presenza di mono e digliceridi degli acidi grassi di origine vegetale

Eugenio
Eugenio
13 Giugno 2014 17:36

I crackers bio integrali Esselunga non contengono olio di palma ma extra vergine di oliva(11%)

Lauretta
Lauretta
15 Giugno 2014 18:10

Da un po’ di tempo controllo sempre se nelle confezioni è presente l’olio di palma, ma è veramente un disastro…. lo trovo dappertutto. A questo punto mi limito negli acquisti perché soffro di colesterolo alto e inoltre non voglio assolutamente danneggiare l’habitat degli oranghi.Mangio vegetariano e quasi niente di confezionato. A volte vado al supermercato e non so cosa comprare…. é comica questa vero?

Mara
Mara
16 Giugno 2014 16:11

Io evito l’acquisto di tutti i prodotti in cui è indicato l’olio di palma e di quelli con la ingannevole dicitura olii e grassi vegetali non idrogenati (l’olio di palma lo è già di suo e non ha bisogno di essere idrogenato) e consiglio sempre i miei allievi di fare altrettanto, insegno Scienze in un Liceo. Sono convinta che diffondendo a macchia d’olio l’informazione i produttori dovranno cambiare ingredienti. Noi consumatori non siamo così disinformati come credono.

Giovanni Parisi
Giovanni Parisi
17 Giugno 2014 15:48

Correggetemi se sbaglio!! In Italia i grassi e/o olii vegetali idrogenati chiamati anche trans per la loro conformazione chimica(quasi sempre di palma o di cocco) non sono stati mai banditi come invece è avvenuto prima in Danimarca e poi Israele e Australia dove sono proibiti e dal 1° gennaio 2006 devono essere facilmente identificabili su tutte le confezioni statunitensi al fine risparmiare denaro pubblico sensibilizzando i consumatori. Ebbene, in Italia non sono stati vietati e quindi gli oli e/o grassi vegetali possono essere idrogenati e lo sono quasi sempre! e inseriti nei vari prodotti industriali (merendine biscotti e compagnia bella!!! proprio per mantenerne a lungo la conservabilità! ( a meno che non ne sia specificata l’ assenza! Infatti leggiamo oggi sempre piu’ spesso la dicitura olio di palma , di cocco, o semplicemente oli e/o grassi non idrogenati!!)Conclusione: Fra tutti i grassi che noi consumiamo quelli che si sono dimostrati i peggiori in assoluto e pericolosi per la salute umana sono proprio i grassi idrogenati come tali, (e non per chiamarsi di cocco o di palma ecc. ecc.) anche più dei grassi saturi che se non in eccesso nessuno ne ha mai dimostrato la pericolosità!! Quindi ripeto(perché sono intervenuto più volte su questo argomento) che la battaglia vera deve essere condotta ai grassi idrogenati o trans!! Certo si può spingere anche per oli piu’ salutari e senza dubbio l’ olio extravergine di oliva rimane la scelta piu’ salutare! A voi…

Renato
Renato
Reply to  Giovanni Parisi
17 Giugno 2014 22:27

Molte confezioni fanno bella mostra della dicitura “senza grassi idrogenati”, ma trascurano di dire che il grasso di palma e palmisti si comportano chimicamente come se fossero idrogenati e quindi non hanno bisogno di esserlo industrialmente. Quindi bisogna guardare bene le confezioni e i vari grassi che sono presenti.
Sull’olio di cocco invece ci sono pareri contrastanti, ci sono ricerche che indicano come faccia aumentare il colesterolo HDL, cioè quello buono…I grassi saturi non sono tutti uguali, evidentemente; in fondo anche l’olio EVO ne contiene un bel po’.

ROSA
ROSA
20 Giugno 2014 12:54

ero a conoscenza di tutto ciò già da diversi mesi, infatti ho iniziato a preparare più cose x i bimbi fatte in casa, persino la “nutella”. la cosa assurda è che l’olio di palma è presente anche nel latte in polvere per i neonati, assurdo! dovrebbe sostituire quello materno ed essere il più genuino possibile e invece…

ezio
ezio
21 Giugno 2014 10:40

Forse il Dott. La Pira dovrebbe chiarire, in quanto leggo commenti contradditori sul fatto che l’olio di palma e di cocco sono naturalmente idrogenati e quindi trans, anche per il metodo di estrazione che viene inpiegato.
Siccome non mi risulta sia così, bisognerebbe fare chiarezza almeno su questi punti:
l’estrazione, l’idrogenazione ed i grassi trans.
Poi ognuno può scegliere l’olio che preferisce, più o meno saturo che sia, ma almeno evitiamo i trans che sono quelli veramente dannosi.

Roberto La Pira
Reply to  ezio
10 Luglio 2014 11:36

Abbiamo pubblicato diversi articoli che chiariscono il problema