È forse la prima volta che un’associazione di docenti universitari chiede la censura di un collega perché ha espresso un parere critico sull’olio di palma. Stiamo parlando del Sistal che accusa Antonello Paparella – docente di microbiologia degli alimenti e presidente del corso di laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università degli Studi di Teramo – di non avere titoli per parlare di prodotti alimentari in programmi Rai come Geo&Geo perché non sono temi microbiologici. Sarebbe come dire che quando si parla di problemi di cuore in televisione si devono intervistare solo cardiologi e non farmacologi perché non sono laureati in medicina.
Al di fuori dei titoli accademici Paparella ha sempre dimostrato una grande conoscenza della tecnologie alimentari e delle correlazioni con la microbiologia tanto da essere uno dei docenti più quotato nella materia. L’accusa del Sistal riguarda in modo particolare l’intervista rilasciata al programma Veleni nel piatto di Rai 1 sull’olio di palma dove c’è stato un confronto con un nutrizionista di parere diverso (vedi il video qui sotto). Insomma Paparella non esprime concetti errati, non ha falsificato dati scientifici e non ha conflitti di interessi ma secondo Sistal ha due gravi colpe è un microbiologo e critica l’olio di palma.
Sistal e olio di palma
Non vogliamo pensare male, ma Mara Fiorenza Caboni che firma la richiesta di censura ha le idee molto confuse sull’olio di palma. In un suo articolo pubblicato sul sito della Sistal dice che “Al momento, dal punto di vista tecnologico, non sono facilmente identificabili alternative valide all’olio di palma” dimostrando una scarsa conoscenza della materia in materia visto che Il Fatto Alimentare ha classificato in una banca dati oltre 500 prodotti firmati da marchi famosi come Colussi, Barilla, Plasmon che propongono prodotti palma free.
Le tesi di Mara Fiorenza Carboni assomigliano molto a quelle della lobby costituita da 400 aziende alimentari che usano l’olio tropicale e sono riunite nell’Associazione per l’olio di palma sostenibile che ha investito 10 milioni di euro in pubblicità per convincere che il grasso tropicale e buona , sana e protegge l’ambiente. Mara Fiorenza Carboni (presidentessa della Sistal) va oltre e invita a costituire un network per la divulgazione scientifica per rendere il consumatore consapevole e fa appello ai nutrizionisti SINU.
Il conflitto di interessi
Tutto ciò è bizzarro perché la Sistal non lancia un appello contro l’informazione scorretta, contro i cuochi che parlano al posto dei docenti universitari, contro personaggi che propongono diete improbabili contro la cattiva informazione, contro il conflitto di interessi di molti nutrizionisti pagati dalle aziende come consulenti che vanno ogni settimana in televisione ma contro docenti che esprimono concetti corretti ma ahimè criticano l’abuso dell’olio di palma rispetto, in linea con quanto riportato in un dossier dell’Istituto Superiore di Sanità.
I programmi televisivi che creano terrorismo alimentare sono tanti e su questo fronte avrebbe un senso scagliarsi criticando l’improvvisazione di molti conduttori e il pressappochismo di molti colleghi, la stessa cosa succede sui giornali. Perché la Sistal non si prende questo impegno di segnalare le falsità televisive anziché scagliarsi contro colleghi che hanno un parere diverso? Questa storia non è frutto di fantasia ,ma è quanto accade oggi quando si prova a criticare l’olio di palma.
Contro la singolare proposta della Sistal nei confronti di Antonello Paparella, il giornalista Alessandro Gaeta di Rai 1 invita a spedire una mail alla presidentessa Mara Fiorenza Caboni manifestando il dissenso. Anche Il Fatto Alimentare si associa all’appello di Gaeta. L’indirizzo della Sistal è info@sistal.org.
Roberto La Pira e Dario Dongo
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Sto senza dubbio con Antonio Paparella e non ho paura di firmare con il mio nome e cognome.