Flesh kiwi cut ripe orange. Product of genetic engineering. Computer assembly.
Adesso ogni nazione può limitare gli ogm sul proprio territorio solo temporaneamente, per nuove valutazioni su rischi alla salute o l’ambiente

Ogni Stato della Comunità europea potrà decidere se vietare la coltivazione sul proprio territorio di piante geneticamente modificate. Così si è espressa a Bruxelles la Commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo, che ha emendato l’accordo raggiunto dai ministri lo scorso giugno. Il testo proposto dalla relatrice belga, Frédérique Ries (Alde), approvato con 53 voti a favore, 11 contrari e due astensioni, è stato migliorato, reintroducendo il potere decisionale degli Stati membri e limitando il ruolo centrale che i ministri Ue sembravano voler concedere alle aziende biotech nella progettazione del bando. Nelle prossime settimane si attende la finalizzazione della nuova legge direttiva da parte di Parlamento, Commissione, e governi, ma i rischi non sono scongiurati e il semestre di presidenza italiana sarà decisivo per fare in modo che la proposta di legge non venga manipolata.

 

Fino ad oggi la questione è stata regolamentate dalla direttiva 2001/18/CE, che all’articolo 26 (“libera circolazione”) prevede gli Stati membri non possano vietare, limitare o impedire l’immissione in commercio di OGM autorizzati a livello europeo. Ogni nazione può limitarne o vietarne l’uso e la vendita sul proprio territorio solo temporaneamente, in seguito a nuove valutazioni su rischi per la salute o l’ambiente. L’ultima parola, però, spetta alla Commissione che deve valutare se ritenere fondate le motivazioni o respingerle (nel qual caso il divieto nazionale provvisorio deve decadere).

 

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Ogni Stato della Comunità europea potrà decidere se vietare la coltivazione sul proprio territorio di piante geneticamente modificate.

Il 12 giugno scorso il Consiglio ambiente UE aveva raggiunto l’accordo politico per la modifica della Direttiva 2001/18/CE. Ogni Stato membro poteva scegliere se accogliere la decisione di autorizzare un nuovo prodotto GM o vietarne l’utilizzo sul proprio territorio o limitarlo ad alcune regioni , ma chiedendo all’impresa titolare dei diritti l’esclusione dell’area dalla fase della “coltivazione”. La grande polemica riguardava il peso decisionale delle aziende: uno Stato sovrano e un’impresa sementiera erano posti sullo stesso piano, e lo Stato doveva negoziare con una società privata. Se con questa non si raggiungeva l’accordo, lo Stato membro poteva comunque vietare o limitare la coltivazione, con il rischio però che la decisione fosse impugnata nei tribunali internazionali dalla società sementiera che consideri violati i propri diritti.

 

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Non è pensabile che l’Unione europea possa decidere unilateralmente su come un Paese intende delineare le proprie strategie di sviluppo

Con quest’ultimo testo la Commissione ambiente dell’Europarlamento ha tolto di mezzo la necessità di “trattativa” con i titolari dei diritti: lo Stato membro può esercitare la propria sovranità senza dover negoziare con le industrie sementiere come Monsanto, Bayer Crop Science, Syngenta Seeds, Ciba-Geigy e Pioneer Hi-Bred International, e senza che la Commissione possa impugnare le decisioni dei governi. In questo caso non è pensabile che l’Unione europea possa decidere unilateralmente su come un Paese intende delineare le proprie strategie di sviluppo. Se l’Italia e altri Paesi si schierano contro gli Ogm sul proprio territorio si lede il diritto di qualche altro Paese?

 

Non si può impedire agli Stati di mantenere il proprio ambiente e la propria produzione alimentare liberi da OGM (e magari di valorizzare queste caratteristiche), finché ciò non comporti una distorsione della concorrenza a danno di altri Stati. Così come ogni Stato ha la facoltà di imporre ai suoi operatori economici standard più severi di quelli europei (casomai saranno gli operatori a dover protestare) purché non si limiti il mercato agli altri prodotti semplicemente conformi alla normativa europea.

 

Il voto del Parlamento europeo è solo incidentalmente sul tema OGM, in realtà è sul tema della sovranità nazionale, e sancisce che le legislazioni nazionali debbano conformarsi sì ai limiti minimi europei, ma possano anche essere più stringenti se il parlamento nazionale decide scelte più rigorose. Basta che non violi i diritti degli altri Stati e qui, sinceramente, non si vede cosa possa essere violato.

 

Sara Rossi

© Riproduzione riservata

Foto: iStockphoto.com

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vincenzo
vincenzo
17 Novembre 2014 18:17

A volte mi sorprendo di come un blog serio ed indipendente come questo diventi improvvisamente fazioso su alcuni argomenti come gli OGM…

Roberto La Pira
Reply to  vincenzo
17 Novembre 2014 18:41

La nostra posizione sugli OGM non è mai cambiata

Andrea
Andrea
18 Novembre 2014 10:38

Non vedo nessuna faziosità sinceramente…hanno opinioni che si possono non condividere, ma basta che raccontino anche e soprattutto i fatti. E mi sembra che in questo articolo ci siano, molto più che in altri giornali. Qui si capisce bene che se l’italia vieta gli ogm, non vuol mica dire che la spagna non potrà farci arrivare farine gm o altri prodotti. Nessuno lo dice,tranne questo articolo