“Il Nutri-Score favorisce i prodotti ultra-trasformati pieni di dolcificanti e additivi”, oppure “perché il Nutri-Score non considera il livello di trasformazione dei prodotti industriali?”. Si tratta di alcune delle obiezioni sollevate più di frequente da chi avversa il modello di etichettatura a semaforo francese. Ora il gruppo di ricerca che ha sviluppato il Nutri-Score ha realizzato, insieme all’agenzia di comunicazione specializzata NutriMarketing, quattro schede divulgative per rispondere alle critiche più diffuse e spiegare meglio questo strumento ai consumatori e ai responsabili politici. Fra gli argomenti toccati non poteva contare la questione degli ultra-trasformati
Gli alimenti ultra-trasformati (gruppo 4 del sistema Nova), ci ricordano gli esperti, sono prodotti che hanno subito intensi processi industriali e/o che contengono additivi o altri ingredienti che in genere non si trovano nelle cucine domestiche. Il livello di trasformazione e la composizione nutrizionale sono due aspetti diversi di un prodotto. Ci sono quelli poco lavorati con una pessima qualità nutrizionale e alimenti ultra-trasformati con una buona qualità nutrizionale. Per questo gli esperti consigliano di preferire, nella dieta cibi grezzi o minimamente lavorati e alimenti con un buon Nutri-Score
Le altre schede informative sul Nutri-Score:
- Il Nutri-Score, uno strumento di salute pubblica basato sulla scienza
- Il Nutri-Score no penalizza i prodotti tipici
© Riproduzione riservata Foto: NutriMarketing, Fotolia
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Possiamo anche arrampicarci sugli specchi, ma un colore su un semaforino dice nulla o poco più di nulla.
Basterebbe colorare i valori della tabella nutrizionale ed il messaggio sarebbe completo ed educativo.
Ma è troppo semplice per essere pensato dagli esperti complicatori di cose semplici ed utili.
Finalmente qualcuno in più si sta accorgendo che fare un cordon bleu con carne separata meccanicamente e acqua, o un “formaggio” spalmabile con acqua, zuccheri e panna dà un punteggio migliore (e costa immensamente meno) che fare un un prosciutto di Parma, o un Parmigiano Reggiano (che, avendo meno acqua, ne mangio di meno). La grande industria europea invece se ne è accorta da tempo, e spinge sul Nutriscore.
La base del Nutri-Score è una sola ed è importante capirla altrimenti si vanifica tutto il sistema. Il Nutri-Score serve per confrontare prodotti simili, non certo un Cordon bleu con un prosciutto di Parma
Gentile dott. La Pira, a mio avviso la persona con competenze scientifiche di base confronterà gli alimenti che si trovano nello stesso frigorifero; per cui confronterà il “cordon bleu” con il Prosciutto di Parma ed il “formaggio” spalmabile con il Parmigiano Reggiano, e non sa che ne mangerà il doppio (perché il cibo industriale contiene molta più acqua) e ingerirà più calorie, csm, zuccheri semplici, ….. . Oppure serviranno cartelli appesi al frigorifero che dicano quali alimenti possano essere confrontati …… realistico? Non varrebbe la pena utilizzare serving-size (ne esistono di moto serie) per attribuire un voto? PS la base del nutriscore io credo di averla capita: è un cavallo di troia per imporre cibi industriali dannosi con ingredientistiche da mezza pagina, a discapito di produzioni Italiane di qualità, che in nessun altro modo si sarebbe riusciti ad abbattere
Non è così.L’unica accortezza del Nutri-Score è di confrontare prodotti di categorie merceologiche identiche. Pizza Margherita con pizza Margherita e non Pizza Margherita con Pizza al prosciutto e funghi. Un confronto come quello che lei propone è stato lo strumento scorretto usato da politici e lobby per dire che il NUTRI SCORE funziona male. Il confronto classico era fra il prosciutto di Parma e la Coca-Cola Light. Ripeto il confronto per avere un senso va fatto fra prodotti alimentari della stessa merceologia e categoria.