Nutri-Score su una confezione di pancetta o bacon in stick; concept: etichette a semaforo

Uno studio condotto dall’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’, pubblicato lo scorso mese di agosto su Food Policy, ha analizzato come i cittadini italiani a basso reddito valutano diverse politiche per favorire scelte alimentari più sane. La ricerca ha coinvolto 810 persone con reddito mensile inferiore alla mediana nazionale (2.200 euro), indagando il grado di supporto, l’efficacia percepita e l’intrusività di sette interventi: cinque di ‘nudging’, le cosiddette ‘spinte gentili’, e due politiche tradizionali.

Tra i nudging figurava anche il Nutri-Score, sistema di etichettatura sviluppato in Francia, che utilizzando cinque lettere e cinque colori sintetizza la qualità nutrizionale di un alimento. Le altre strategie comprendevano: la maggiore evidenza visiva delle opzioni salutari (salience), il posizionamento dei prodotti sugli scaffali (placement), l’assortimento dei prodotti nelle avancasse (checkout), e brevi messaggi di incoraggiamento all’acquisto di alimenti sani (prompt). Le politiche tradizionali prese in esame erano le campagne educative e la tassazione dei cibi poco salutari.

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Uno studio dell’Università di Napoli Federico II ha indagato come i cittadini italiani a basso reddito valutano diverse politiche

Il Nutri-Score esce vincitore

I risultati mostrano che Nutri-Score e campagne educative sono le misure più apprezzate, con un tasso di supporto superiore al 70%, e un punteggio medio di favore di 5,41 su un massimo di 7 punti per il Nutri-Score. Questo sistema è stato anche giudicato l’intervento più efficace, sia per influenzare le proprie scelte (media 4,92) sia quelle altrui (5,10). L’intrusività percepita è relativamente bassa (3,29 su 7), nettamente inferiore rispetto alla tassazione, che si colloca al primo posto per fastidio (4,49).

Il supporto al Nutri-Score cresce con l’età, tra chi ha familiari con problemi di salute e tra coloro che ritengono utile un aiuto esterno per migliorare la propria dieta. È però penalizzato, rispetto alle campagne educative, dalla percezione di intrusività e risente della resistenza psicologica a sentirsi guidati nelle scelte.

Dall’analisi emerge infatti che due fattori pesano più di tutti sul sostegno alle politiche: l’efficacia (più è alta, più cresce l’approvazione) e l’intrusività percepite (più è alta, più cala il supporto). Tuttavia, nel caso del Nutri-Score, la forte convinzione della sua utilità compensa in parte la sensazione di ingerenza.

Etichetta Nutri-Score A verde su una confezione di salmone affumicato
I risultati dello studio mostrano che Nutri-Score e campagne educative sono le misure più apprezzate

Politiche meno gradite e spunti per il futuro

Oltre alla tassazione, le modifiche alle casse e i messaggi brevi ottengono meno consensi, pur essendo considerate poco invasive: probabilmente, spiegano i ricercatori, perché modificano abitudini consolidate (come la disposizione abituale dei prodotti) o perché il loro impatto non appare immediato.

Secondo gli autori, etichette come il Nutri-Score e campagne educative dovrebbero costituire il punto di partenza delle politiche pubbliche, affiancate da nudging ambientali come il posizionamento dei prodotti a scaffale e la messa in risalto delle opzioni più salutari, che agiscono senza risultare coercitivi. Comunicare chiaramente che l’obiettivo è sostenere, e non limitare, la libertà di scelta può aumentare ulteriormente il sostegno.

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Claudia
Claudia
2 Ottobre 2025 11:54

Per avere come media di reddito nazionale 2200,00 €, vuol dire che che c’è un certo numero di persone con un reddito molto ma molto alto!
La maggioranza dei dipendenti ritengo che abbia un reddito decisamente più basso; da capire poi, questa media è calcolata solo su tutti i lavori dipendenti in forza o tiene conto anche dei disoccupati?

Massimo
Massimo
Reply to  Claudia
16 Ottobre 2025 20:43

L’articolo parla di mediana e non di media.
Sono valori statistici diversi:
– la media rappresenta il valore dato dalla somma dei valori del campione diviso la sua numerosità (ad es. la piramide demografica di un paese, in cui le persone sono per la maggior parte anziani, il valore medio si accosterà verso l’età più anziana)
– la mediana rappresenta il valore che si trova a metà del numero di campioni ordinato dal più piccolo al più grande (nell’esempio precedente la piramide demografica di un paese, in cui le persone sono per la maggior parte anziani, ma avendo tutte le età rappresentate da 1 a 90, il valore di mezzo si trovi sui 45 anni).

Patrizia Marina
Patrizia Marina
16 Ottobre 2025 11:33

Si ha l’impressione che questo studio ( non l’ho ancora letto commento solo in funzione del vostro articolo) soffra di sue idee preconcette :
la 1) sembra che dia per scontato che le persone con un basso reddito siano anche ignoranti ed incompetentiQuesto non e’ né ovvio né vero Il mondo del lavoro e’ malato e non premia la competenza
2) il secondo preconcetto riguarda anziani e malati sembra che dia per scontato che essere anziani e o malati si associ ancora una volta a ignoranza ed incompetenza Perché ? Scusate non vi sembrano due Bias?