A tre anni dall’adozione ufficiale del Nutri-Score è tempo dei primi bilanci. Santé Publique France ha pubblicato i risultati di un monitoraggio periodico, condotto tra il 2018 e il 2020 per seguire l’evoluzione della percezione e dell’utilizzo dell’etichetta a semaforo(*) tra i consumatori, rivelando come il logo sia ormai diventato parte integrante della quotidianità dei francesi e abbia un effetto concreto sui comportamenti d’acquisto.
Il Nutri-Score è infatti sempre più diffuso in Francia, dove dalla quarantina di aziende aderenti del maggio 2018, si è passati alle oltre 500 attuali. Secondo i dati dell’Osservatorio qualità dell’alimentazione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro (Anses) e dell’Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente (Inrae), i marchi che utilizzano il logo nutrizionale rappresentano ormai il 50% del volume delle vendite.
Questo significa che i consumatori francesi sono più esposti al Nutri-Score e, di conseguenza, lo utilizzano sempre di più. Il 18% delle persone che hanno partecipato all’indagine dichiarano di osservarlo regolarmente per valutare la qualità nutrizionale degli alimenti, contro l’1% del 2018. Inoltre, quasi il 93% dei francesi lo considera uno strumento utile, il 94% è d’accordo con la sua presenza sulle confezioni e addirittura l’89% pensa che dovrebbe essere obbligatorio. Per il 70% dei consumatori l’uso dell’etichetta a semaforo contribuisce a migliorare l’immagine del marchio, che viene ritenuto più trasparente.
Oltre ad essere ben percepito dai consumatori, il Nutri-Score contribuisce a modificarne i comportamenti. Più della metà degli intervistati (57%) dichiara di aver cambiato una o più abitudini d’acquisto. Il 39% afferma di aver comprato lo stesso tipo di prodotto ma di un altro marchio rispetto al solito, mentre il 36% ha scelto un alimento con un giudizio migliore nella stessa categoria. Il 34% dei consumatori, poi, dichiara di aver limitato l’acquisto di cibi con i punteggi peggiori (D ed E), e il 35% sostiene di aver cambiato stabilmente le proprie abitudini.
Ora si aspetta di vedere cosa accadrà quando, nell’ambito della quarta fase del Programma nazionale di nutrizione e salute francese (Pnns), l’uso del Nutri-Score sarà esteso e inizierà a comparire anche nei menu della ristorazione collettiva e commerciale.
(*) Il Nutri-Score utilizza cinque lettere e cinque colori – dalla “A” verde scuro alla ‘E’ rossa – per dare un giudizio sulla qualità nutrizionale degli alimenti, prendendo in considerazione sia gli elementi positivi del prodotto che quelli da limitare in una dieta sana e bilanciata.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
L’unica critica che faccio al Nutriscore è che poi tutti guardano velocemente queste lettere colorate e si perde l’abitudine di girare la confezione e leggere/interpretare l’etichetta.
In Francia lo hanno da 3 anni e il 93% dei consumatori ne è contento
Da noi ancora non vogliono introdurlo perché le lobby del junk food spingono per non averlo..
Il Bel Paese del …