Oggi parliamo di etichette che cambiano. Le novità riguardano aziende come Ferrero e Barilla,  che hanno dovuto modificare testo e/o foto ingannevoli di alcuni prodotti.

Cominciamo con l’etichetta della pasta Piccolini della Barilla, che ha aggiunto sul frontespizio della confezione la frase “Per grandi e  bambini sopra i 3 anni”. La scritta è importante, perchè molti genitori convinti dalla pubblicità un po’ambigua, dal nome (Piccolini), dai colori della confezione, dal prezzo conveniente, e dalla forza del marchio, utilizzavano la pasta per i bambini con meno di 36 mesi. Piccolini però non è adatta alla dieta durante la prima infanzia, perchè ha un contenuto di residui di antiparassitari e di altre sostanze che la legge non consente. Per questo Barilla ha  deciso con un certo ritado di modificare l’etichetta, indicando chiaramente che la pasta è adatta solo per adulti e bambini con più di tre anni.

Negli ultimi mesi  anche la Nutella ha dovuto modificare la pubblicità e cambiare etichetta almeno due volte. Si tratta di un bilancio pesante per la crema di nocciole più famosa al mondo. L’ultimo episodio risale alla fine di aprile quando  un tribunale americano ha inflitto alla Ferrero una multa di 3 milioni di dollari per uno spot  ingannevole che  descriveva  la crema come un prodotto «nutriente» e «salutare» per la colazione dei bambini. In realtà due   cucchiai di nutella contengono circa 200 calorie, di cui la metà era composta da grassi.
Il secondo incidente  risale al novembre dell’anno scorso quando l’Alta corte regionale di Francoforte ha invitato la società di Alba a cambiare etichetta. 

 

La causa è stata portata avanti dall’associazione di consumatori tedesca. L’accusa era  di  indicare sull’etichetta  le voci di grassi e carboidrati riferite a una porzione da 15 grammi, mentre i valori di vitamine e sali minerali riferiti a 100 g. Secondo il giudice questo espediente cerca di occultare l’elevato tenore calorico della Nutella e ha invitato la società a cambiare il testo. Ferrero ha modificato l’etichetta ma ha anche annunciato ricorso contro la decisione.

Grandi aziende come Ferrero e Barilla dovrebbero mostrare un pizzico più di attenzione quando elaborano le etichette dei prodotti. Sarebbe anche opportuno evitare le rischiose tentazioni proposte dagli strateghi del marketing, perché  alla fine vengono scoperte e fanno fare brutte figure.

Roberto La Pira

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Scandaloso
Scandaloso
15 Maggio 2012 01:13

Secondo me sono strategie di marketing e basta.Ogni grossa campagna di pubblicità ingannevole ha secondo me il suo articolato rapporto di costi/benefici con differenti ipotetici scenari.
Solo gli improvvisati violano la legge senza preoccuparsi delle conseguenze se vengono beccati.Le multinazionali vivono del valore acquisito dei loro marchi.Ora se ancora oggi si permettono di fare queste campagne è perche sanno che anche se vengono beccati…i mass media mainstream (che vivono dei pacchetti pubblicitari piu sostanziosi dei grossi marchi) se anche arriveranno a parlarne lo faranno con tono conciliante e indulgente.