Da circa un mese la Ferrero ha lanciato, con lo slogan “Nutella parla come te”, il progetto ‘dialetti’. L’idea è di personalizzare i barattoli con 135 diverse frasi dialettali, scherzose o legate al buongiorno, scelte con l’aiuto di un team di linguisti coordinati da Francesco Avolio dell’Università degli studi dell’Aquila.
Le DIALETTIchette di Nutella
Le etichette personalizzate – ribattezzate DIALETTIchette – su cui si leggono espressioni come “uelà”, “ganzo”, “daje” ,“ajò”, si trovano sui barattoli in vendita al supermercato, oppure possono essere scaricate dal sito dedicato. Online, oltre all’elenco delle frasi e allo spot, c’è un vero e proprio manuale scaricabile con la storia e il significato delle espressioni scelte.
Un’iniziativa di successo, che però ha scatenato qualche polemica, a partire dalla scelta di dividere il paese in sedici aree, accomunando zone con tradizioni linguistiche molto diverse. A questo si aggiunge la scelta di una grafica approssimativa, dato che è quasi impossibile riprodurre correttamente un’espressione dialettale senza far ricorso all’alfabeto fonetico.
Le polemiche
Le discussioni più accese nascono però dall’aver etichettato come dialetti – riaccendendo un dibattito vecchio e mai risolto – due idiomi come il sardo e il friulano, che sono generalmente classificati come lingue. Il Coordinamento pro Sardu Ufiziale ha infatti ricordato che il sardo gode dello status di lingua “riconosciuta ufficialmente dallo Stato Italiano già da 16 anni con la legge numero 482 del 1999”.
A rendere ‘indigeste’ le dialettichette ai friulani invece, oltre alla questione lingua/dialetto, è la grafia imprecisa di alcune espressioni, per non parlare della scelta di includere nell’area linguistica veneta la provincia di Gorizia, dove invece in moltissimi comuni si parla friulano (vedi approfondimento). Anche in Friuli però si levano voci discordi: mentre l’Assemblea della comunità linguistica friulana è molto critica nei confronti dell’iniziativa, il presidente della Filologica Friulana Federico Vicario ha affermato di considerarla una buona opportunità per avvicinare la gente al friulano.
Altrettanto vivace ma più goliardica la mobilitazione in Veneto, dove a dar fastidio – oltre al fatto che nello spot siano stati privilegiati i dialetti meridionali – è stata la scelta di espressioni troppo veneziane e più in generale poco attuali o inadatte. Tanto che il popolare blogger Canal, dopo un sondaggio tra i suoi follower, ha girato addirittura un video per proporre alla Ferrero diciture alternative: la più gettonata è risultata “magna e tasi”. E poi c’è anche chi si è risentito per non aver trovato sulle etichette la propria frase preferita: Nutella, fa notare l’Eco di Bergamo “per ora non dice alura”.
© Riproduzione riservata. Foto: Nutella
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giornalista scientifica
Il “dizionario dialettale” messo insieme dalla Ferrero è molto carino considerando anche che è composto da oltre 100 pagine, con un impegno realizzativo non indifferente.
Mi chiedo se abbia dei reali ritorni in termini di “marketing” (e, soprattutto, di mercato) oltre che a far parlare dell’iniziativa (che, comunque è pubblicità gratuita). Mi chiedo a quale target di clientela “aggiuntiva” si rivolga: quello dei ragazzotti che un po’ si vergognano di mangiare ancora la “banale” Nutella come dei bimbi ? I kolti che snobbano per motivi vari il marchio e che potrebbero essere attratti dal gioco kulturale ? Boh.
Forse è un semplice tentativo di distogliere il discorso dall’olio di palma. In fondo si sa che gli Italiani dimenticano in fretta, meglio affrettare i tempi visto che il Natale si avvicina.
ma cosi’ la questione palma passa in secondo piano, vero ferrero?
personalmente, temo proprio di sì. comunque, chi vuole, compra altro…
Il Veneto non ha una “lingua”. Solo il Veneziano è Lingua, nobilitata da opere letterarie (Goldoni in primis).
Ogni provincia veneta ha un suo dialetto, spesso variabile finanche nell’ambito della provincia medesima.
Inoltre il dialetto trevigiano e quello rodigino sono tra loro incomprensibili.
L’iniziativa di Nutella, se non altro, è utile a sviluppare qualche discussione su lingue e dialetti su cui presunzione e imposture sembrano purtroppo prevalere.
Signor Luigi , mi scusi , ma chi tace acconsente, io certo compro altro ,ma se penso ai milioni di ragazzi che mangiano un vasetto di Nutella al giorno ,mi irrito, E quindi dico al signor FERRERO, invece di spendere denaro in pubblicita’ assurda ,e a dirla tutta un po’ pecoreccia ,lo spenda per non usare meno grassi idrogenati in tutti i suoi prodotti. grazie.
DOVE SAREBBERO QUESTI GRASSI IDROGENATI????? MI FACCIA QUALCHE ESEMPIO??????
Ferrero non usa grassi idrogenati ma da sempre solo olio di palma per Nutella
Che differenza c’è tra lingua e dialetto? Sono tutti idiomi parlati da diversi gruppi.
La lingua italiana non è figlia del dialetto fiorentino del ‘200?
Io che che mi reputo un dialettista, perché amo tutti i dialetti, trovo stupide queste diatribe.
E’ proprio il caso di dire che per noi italiani anche il volo di una mosca è occasione per far polemica!
Sono poco informato oppure la Ferrero sta facendo questo gran polverone con la faccenda dei dialetti sulle etichette per farci dimenticare che nella nutella c’è, o c’era, l’olio di palma?
Infatti, tutta sta differenza tra dialetto e lingua dove sta?
Se una parlata popolare la si vuole “ergere” ad ogni costo a lingua, è proprio una stupidaggine.
E poi le 2 lingue in questione, sardo e friulano, hanno avuto la necessità di emanazioni di leggi ad hoc. Quale vera lingua necessita di una legge per essere definita tale? Pare che la definizione di “dialetto” diminuisca l’importanza di un popolo, e ci si batta a volerla far passare per “lingua” ad ogni costo, anche con “decreto legge”. Questo comportamento sì che sminuisce ancor di più l’intelligenza di una popolazione.
La Nutella, ha fatto un’azione di marketing. Pessima. Se piace Ok, altrimenti non cambia niente. Se invece si sta a discutere di queste banalità dei dialetti/lingue e ci si distoglie dal vero problema che è l’olio di palma che il prodotto contiene, allora significa che si parla della pagliuzza e non ci si accorge della trave.
Signor Kutscher , non è del tutto vero.. Esistono dei criteri usati dai linguisti per distinguere tra lingua e dialetto – sostanzialmente, la ricchezza del vocabolario e la complessità della grammatica – ma in pratica ciò che rende tale una lingua è una deliberazione di legge…
D’accordo in ogni caso, sul non prendere troppo sul serio un’iniziativa che ha comunque il merito di far discutere su questo argomento.
Anche in lingua Piemontese (http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_piemontese) Ferrero ha commesso molte imprecisioni nella grafia, comunque l’iniziativa è divertente e non va presa troppo sul serio.
Mauro
Campagna di distrazione di massa.
Spendessero risorse non per vendere di più, ma per migliorare i prodotti destinati ai loro principali consumatori quotidiani, che sono i bambini di tutte le età.