Ferrero, l’azienda italiana che ha inventato Nutella, ha chiesto al tribunale di Parigi che venga ritirata dai mercati francesi ed europei Nuté+, una crema di nocciole e anacardi biologici, senza olio di palma e senza latte, in commercio dal 2010. L’azienda vorrebbe un risarcimento di 75.000 euro dalla Noiseraie Production, che nel 2014 ha avuto un giro d’affari di 2,8 milioni di euro. Nuté+, di cui Ferrero chiede l’annullamento della registrazione e il divieto di utilizzo del marchio, è un marchio registrato all’Istituto nazionale della proprietà industriale nel 2009.
A destare qualche perplessità è che l’azienda di Cuneo abbia aspettato sei anni prima di intraprendere l’azione giudiziaria, in cui accusa Noiseraie Production di “attentato alla reputazione del marchio, concorrenza sleale, contraffazione e parassitismo”. La concorrenza non è certo sul piano del prezzo, visto che Nuté+ costa due tre volte di più.
Nutella contro Nuté+
È il classico caso di Davide contro Golia. Da una parte un prodotto artigianale, proveniente da una fabbrica con solo dieci dipendenti, dall’altra un gigante che produce centinaia di migliaia di tonnellate di Nutella l’anno. Per di più, i due prodotti non s’incontrano sugli stessi scaffali, dato che Nuté+ viene venduta solo nei negozi biologici. Su Change.org è stata lanciata una petizione online, che chiede a Ferrero di ritirare la propria denuncia e che in tre settimane ha raccolto oltre 91.000 adesioni.
Non è la prima volta che Ferrero cita in giudizio piccoli e grandi produttori di creme al cacao con nocciole. In cinquant’anni ha avviato diverse cause contro aziende che hanno usato nomi simili alla famosa crema, vincendo sempre. Questo perché Ferrero non solo ha registrato il marchio denominativo (Nutella®) ma anche quello figurativo (cioè il disegno della fetta di pane con il coltello le nocciole e il latte). Oltre a ciò esiste la registrazione dei marchi verbali e difensivi. I primi sono espressioni che è possibile associare solo al proprio prodotto, come ad esempio “Che mondo sarebbe senza Nutella” e “Un buongiorno con Nutella fa più buona la vita”. I secondi sono nomi di fantasia che richiamano la Nutella e sono potenzialmente utilizzabili dalla concorrenza: per esempio noccioliere, nutrivi, mitrella, modella, supercrema…
La tutela del marchio
Quali sono i motivi di questa esasperata tutela del marchio? Il fatto più curioso è che questi marchi difensivi non sono concretamente utilizzati daFerrero; in pratica, nel mercato non troviamo creme spalmabili alla nocciola con questi nomi. I marchi sono stati registrati e lasciati latenti, pronti per essere usati contro i tentativi di plagio.
Ferrero quando ravvede l’ipotesi di una forma di concorrenza sleale, non esita a citare in tribunale a prescindere dall’area di mercato, dai prezzi di vendita, dal packaging e dal prodotto. L’azienda si è rivolta agli avvocati per chiudere siti web che avevano un’assonanza nel nome. L’azienda in genere pretende la dichiarazione di nullità dei marchi e cospicui risarcimenti più altre richieste accessorie come: la cessazione immediata dell’uso del marchio, la distruzione dei prodotti, la pubblicazione di una sentenza di condanna su alcuni quotidiani e una penale per gli inadempimenti post-sentenza. Fortunatamente per gli accusati, non sempre i giudici accolgono le richieste.
Il caso Nucilla
Un altro episodio riguarda l’azienda siciliana Rocche S.r.l. chiamata in giudizio nel 2006 per la crema alle nocciole Nucilla. Questa era l’etichetta del prodotto:
Le accuse riguardavano la somiglianza con il marchio Nutella e altri marchi difensivi quali Nucella, Nocella, Nugatella e quindi potenziale fonte di confusione per il pubblico. Inoltre, l’etichetta veniva descritta come pedissequamente evocativa di quella Ferrero. La Rocche evidenziò le differenze fra le due confezioni (colori, disegni, scritte) e negò l’esistenza di una forma di concorrenza (Nucilla era artigianale e biologica, e agiva su aree di mercato diverse, e sarebbe stata venduta solo localmente). Rocche non voleva imitare Nutella, ma creare un prodotto tipico credendo di differenziarsi. C’è di più Nucilla, di quella zona, è il nome dialettale della nocciola. Ferrero vinse la causa e Rocche dovette ritirare dal mercato l’etichetta e il prodotto, con gravi danni economici per la piccola azienda.
Non solo prodotti alimentari: nel 2001, Ferrero cita in tribunale i possessori dei domini gnutella.de e newtella.de, siti web per il download di canzoni. Il tribunale riconosce che il sito violava le leggi tedesche sui marchi e condannò il responsabile di gnutella.de.
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Nel caso di Nucilla mi pare davvero una esagerazione, tutto era diverso, ma Nute+, è un richiamo chiarissimo alla Nutella, ha ragione Ferrero
ditemi dove si compra questa nutè. Ho voglia di un prodotto genuino e non di un ammasso di zucchero e olio di palma
io nn compro piu nutella da quando ho saputo ke contiene olio di palma, ci sono le alternative, compro al carrefour una crema di nocciole della Rigoni oppure Novi senza schifezze di oli …. e ottima e sana, e ora ke ho letto questi articoli sono sempre piu convinta di nn comprarla mai piou , fino a ke pure la ferrero nn la smettera con questo olio di palma, nn fa solo male alla salute , ma al pianeta distruggono foreste x impiantare palme da olio , e uccidono la fauna delle foreste , mostruoso, !!!!!il guadagno sopra ogni altra cosa, poveri bambini ……
Se la Ferrero facesse prodotti Bio avrebbe ragione. Ma Bio non sono e quindi è come fare la concorrenza alla natura con prodotti sintetici. Di nocciole ce ne sono che una piccola parte.
Trovo fuorviante il commento di Riccardo, che tira in ballo una distinzione tra natura e prodotti sintetici che in realtà in questo caso non sussiste.
Quanto a Nucilla che non conoscevo: sarà “artigianale” e biologica, ma sempre di crema di zucchero e grassi vegetali si tratta…quindi “prodotto tipico”, non direi e anche nutrizionalmente non vedo motivi per preferirla alla Nutella pagandola di più (in quanto bio, “artigianale” e “tipica”) per avere sostanzialmente lo stesso prodotto. Non l’ho provato eh, leggo solo l’etichetta… Detto questo trovo comunque assurdo che Ferrero abbia vinto la causa sulla base della sola assonanza del nome. Mi chiedo poi, perchè non so come funzioni: se il problema è l’assonanza del nome, non era possibile farlo presente all’azienda siciliana nel momento in cui ha fatto richiesta per la registrazione del marchio in modo che potesse valutare nomi alternativi?
Quella condanna alla piccola azienda siciliana che produceva la “Nucilla” mi sembra incredibile. In Spagna c’è una crema nazionale chiamata “Nocilla”, che è il più venduto, essendo questo l’ unico Paese dove la Nutella non domina il mercato. Oltretutto la Nocilla spagnola ha un profilo nutrizionale persino peggiore della Nutella, perché ha ancor meno nocciole, solo 4 % contro il 13 % della concorrente italiana, e il resto della frazione grassa è il famigerato olio di palma, che quindi è anche più abbondante. Perciò non mi spiego il motivo per cui la Ferrero abbia citato in giudizio una piccola azienda così marginale, che vendeva un prodotto bio molto più caro, e non il colosso spagnolo che ne distribuisce un’ altro meno caro ( perché ancor peggiore in qualità), ma che limita alla Ferrero uno dei principali mercati di consumo in Europa.
Ha ragione ferrero, anche i caratteri sono identici. Tutto il discorso fondato sul fatto che è un prodotto diverso perchè biologico, o perchè venduto in altri canali distributivi non sta in piedi. Sono entrambe creme da spalmare alla nocciola, il riferimento a ferrero è evidente. Semplicemente, è concorrenza scorretta. Si può creare un prodotto diverso senza utilizzare continui richiami ad altri produttori, non mi pare che qualcuno abbia detto qualcosa alla Rigoni di Asiago,per esempio. Ci vuole tanto ad utilizzare immagini e nomi diversi?
Scusa ma anche i caratteri sono identici, ma anche cosa? che altro è identico? dove lo vedi il roditore nell’etichetta della nutella? e la T ha la parte superiore dritta, e i colori sono diversi. la parola inizia in un modo ma finisce con un simbolo. mah
e anche Nucilla, che ora neanche i nomi dialettali si possono usare? diciamo pure che il giudice è stato molto parziale.
Le differenze da te citate nei caratteri sono impercettibili. I richiami al logo nutella sono ben evidenti. Sarebbe bastato utilizzare un’altro carattere invece dello stampatello quasi identico a quello della nutella. Inoltre l’accento sembra abbreviare il nome della crema Ferrero, il + sembra dire che è superiore alla stessa. I riferimenti ci sono tutti, e appena ho visto la foto li ho notati. Ma davvero ci vuole tanto a non trarre ispirazione da altri? Rigoni è l’esempio più lampante che mi viene in mente, ma ce ne sono tantissimi! Per quanto riguarda la “Nocilla” sono d’accordo con te, se è un nome dialettale perché non usarlo!
Premesso che adoro il cibo spazzatura – e Nutella lo è a pieno titolo, poichè gronda zucchero e grasso di palma – come i calci nelle parti intime, non posso fare a meno di giudicare ragionevole e giustificata l’azione legale intrapresa da Ferrero. Il prodotto concorrente si chiama “Nutè+”: per fare un esempio, cosa penseremmo del nome di un’auto chiamata “Alfa+”? o Lamborg+? o Rolls+? o per restare in campo alimentare, forse la Barilla chiuderebbe un occhio davanti ad una pasta chiamata “Barì+”???
Pensa se esistesse Parmigia+ che scandalo per gli italici, però se è Ferrero che è una “multinazionale” e usa l’olio di palma sono cattivi per forza e devono essere obbligati a far vivere le piccole aziende che sfruttano il loro mercato.
io tiferei per Nuté+, almeno si darebbe spazio a del cibo rispettabile e bio…
bravo.
Direi che qualsiasi cosa accada come esito del contenzioso, Ferrero ha fatto un autogol, se il marchio Nuté+ era noto a pochi, ora è noto a moltissimi, Io non ci sarei arrivato se non fosse stato mosso lo stagno nel quale nuotava tranquillamente il prodotto biologico in questione.
A volte questi grandi gruppi, specie dopo il cambio di guardia, diventano molto arroganti anche senza volerlo essere (credo che Ferrero abbia comunque storicamente un atteggiamento tendenzialmente etico) e credono di dover difendere un diritto quasi “divino”.
Non so come andrà la vicenda, ritengo che la non possibile compresenza dei due prodotti sullo stesso circuito commerciale alla fine darà la vittoria al prodotto francese. E in questo caso l’avrà doppia perché da marchio sconosciuto diventerà ricercato e se ciò avverrà non sarà per una particolare politica seguita dal loro marketing, ma dalle azioni intraprese dalla parte che si è sentita lesa nei suoi diritti e il secondo è che verrà particolarmente sottolineato il fatto che Ferrero utilizza olio di palma, Non un granché come risultato.
A me sembra che Ferrero investe di multinazionale usi troppo questo potere. Perché non lascia in pace le altre piccole aziende che devono campare? Mi sembra una farsa. Il colosso che ha paura di una mosca!
Chissà quanti soldi ha intascato chi ha giudicato sleale il nome di Nucilla. Che una multinazionale abbia di che temere da una piccola azienda locale, che fa un prodotto con un nome assolutamente diverso, fa davvero pensare… male!! Mi spiace per gli amici siciliani. Per non sbagliare io compro la creama di cacao e nocciole Rigoni: adios Nutella e olio di Palma.
temo che comunque ferrero ce la farà a vincere anche stavolta…..io è da tempo che sto cercando di combattere l’olio di palma (di cui nutella ne è piena visto che è il secondo o terzo ingrediente in etichetta) anche se sembra una battaglia persa perchè dovunque ti giri lo trovi.
Per non sbagliare compro Rigoni anche se costa il doppio (ma è buona il doppio!) e ho intenzione di provare anche la crema di Novi che ha il 45% di nocciole e non ha olio di palma!
Trovo veramente scorretto da parte della Ferrero di combattere quelle realtà artigianali che minimamente potrebbero scalfire il suo fatturato. Difatti contro Aziende di un certo livello, come letto nei precedenti commenti (Ivo Caliendo), nemmeno ci prova; tra l’altro mi trovano perfettamente d’accordo coloro che asseriscono che le differenze tra le etichette è notevole e mi permette di asserire ciò una trentennale esperienza come agente di commercio nel settore dolciario. E’ vero che le due aziende citate avrebbero potuto trovare un altro marchio, ma è anche vero che quando questo marchio è stato depositato presso l’apposito ente, questo avrebbe potuto mettere in guardia l’azienda da una possibilità, anche se ritenuta remota, di contestazione.
E’ naturale che Ferrero attacchi i piccoli produttori, sta difendendo i propri profitti e che profitti ragazzi! E sicuramente vincerà, perché la legge è dalla sua parte. Ma a me questo non da fastidio, mi da invece fastidio che i Ferrero vogliano passare a tutti i costi per i “buoni”, i “bravi”, quelli che fanno un capitalismo “umano ed eticamente sostenibile”. Qui non c’è niente di “sostenibile”, c’è solo il voler difendere una posizione dominante. Hanno addirittura registrato l’immagine della “fetta di pane con sopra la crema al cioccolato…” ma vi sembra normale?
I Ferrero esagerano. Sanno benissimo cosa mettono dentro la loro ‘preziosissima’ crema: poche nocciole e molto olio di palma! Mi inorridisce il fatto che vogliano distruggere un’azienda che fa un prodotto biologico. Pensassero invece a migliorare il loro! Io, per mio conto, non la compro più da tempo.
Non è vero che è una battaglia persa! Senza olio di palma si può! Io, seppure abbia due bimbi, sono rigidissima: da quando l’olio di palma ė comparso nella lista degli ingredienti….a casa mia non ė più entrato un solo prodotto che li contenga!
Scelgo marchi alternativi, talvolta più cari. Ma così facendo se ne mangiano meno e la salute ed il palato ci guadagnano.
Tra tutti i commenti fatti sull’argomento consuelo ha colto nel segno.a fronte di una spesa piú alta per prodotti più sani e che usano ingredienti di qualità siamo costretti a consumarne meno per contenere le spese.risultato?spendi uguale perché acquisti meno prodotti,mangi meglio e assumi meno calorie che non guasta visto che le malattie più diffusa oggigiorno sono dovute alla troppa abbondanza di cibo