Le nuove tecniche di modificazione genetica, che non inseriscono in un organismo vivente del DNA ad esso estraneo, non ricadono sotto le norme della legislazione europea sugli OGM. Quindi gli organismi così geneticamente modificati non possono essere sottoposti agli obblighi di valutazione del rischio, autorizzazione, monitoraggio, tracciabilità ed etichettatura. È questa l’opinione dell’avvocato generale della Corte di giustizia europea in merito a una causa che il sindacato agricolo Confédération paysanne, insieme ad altre otto associazioni, ha intentato contro il Consiglio di Stato francese. Il parere dell’avvocato generale non è vincolante per la Corte di giustizia Ue ma spesso ne rispecchia la sentenza finale.
Un esempio di queste nuove tecniche è quella di cui abbiamo parlato in questo articolo e che l’Università della California e Mars stanno utilizzando per ottenere varietà di cacao in grado di resistere all’aumento della temperatura previsto nei prossimi decenni nella fascia equatoriale. Il cioccolato che si ricaverebbe da questo cacao non dovrebbe indicare che contiene OGM, perché la modificazione genetica sarebbe il risultato di una tecnica di editing genetico, denominata CRISPR, che rientra tra le tecniche di mutagenesi, senza ricorrere all’aggiunta di geni di altri organismi, ovvero alla transgenesi. Infatti, la direttiva europea del 2001 sugli OGM esclude gli organismi geneticamente modificati attraverso la mutagenesi o la fusione cellulare dal campo di applicazione della direttiva stessa.
Le nove associazioni francesi sostengono che alcune tecniche oggi disponibili non esistevano nel 2001, al momento dell’emanazione della direttiva, e dunque non possono essere considerate sicure. Nei loro confronti, quindi, andrebbero applicati il principio di precauzione, una valutazione di rischio e quanto previsto per gli OGM ottenuti attraverso la transgenesi.
Secondo l’avvocato generale della Corte di giustizia europea, invece, anche se sarebbe auspicabile che le normative venissero aggiornate per tenersi al passo con le innovazioni tecnologiche, “né il contesto storico, né la logica interna della direttiva OGM suffragano l’affermazione secondo la quale il legislatore dell’Ue intendeva esentare solamente le tecniche di mutagenesi sicure quali si prospettavano nel 2001”.
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Oramai con tutte le schifezze che ci propinano e quello che mangiamo,niente é piú sicuro.Non credo neanche al biologico.Ho comprato dei surgelato al super,(carciofi),quelli col marchio con l’omino col cappello,c’era dentro 1 pezzo duro tutto nero(non identificato),da far vomitare a vedersi,era sera.Mi chiedo cosa fare in questi casi e chi chiamare,l’ufficio d’igiene o la Finanza?A furia di mangiare schifezze,ci modifichiamo anche noi geneticamente….
Si tratta di incidenti sgradevoli che capitano anche nelle aziende più attente
Quello della mutagenesi senza DNA estraneo, potrà essere una buona soluzione per l’evoluzione e specializzazione delle qualità varietali del prossimo futuro.
Conflitti legislativi comunitari e/o nazionali a parte come quello francese, il parere discriminante dovrà essere delle agenzie per la sicurezza alimentare, EFSA per prima.
Non tutte le tecniche di mutagenesi sono concettualmente semplici e rapportabili solamente ad accelerazioni evolutive di adattamento e specializzazione del vegetale, ma vere e proprie selezioni/sostituzioni di catene genetiche, che difficilmente si realizzerebbero spontaneamente anche nel lungo periodo e sotto particolari condizioni di stress colturale.
Quindi con doverose specificazioni e prudenza, senza generalizzare in un unico capitolo omnicomprensivo, la tecnica potrà essere impiegata per apportare significativi miglioramenti alle colture.
Finalmente la scienza mette a disposizione tecniche che pur sotto attento controllo nella loro complessità non dovrebbero , ripeto NON DOVREBBERO, essere oggetto di guerre di religione a priori tipo NO OGM che spesso annegavano nell’ignoranza e nella presunzione.
Con queste tecniche estremamente promettenti probabilmente saranno trattabili molte malattie attualmente non sotto controllo e si potranno anche affrontare problematiche irrisolte od emergenti in campo agroalimentare.
Speriamo che certi “paladini del NO ad ogni costo” riescano a comprendere che la scienza può aiutare e salvare l’uomo ed essere strumento di progresso, sempre rispettando l’aspetto etico.