Notizie dal mondo: no alla difenilammina, conflitti di interesse nell’Efsa, fibre anti-fame, carne Halal da Subway, chiusura dei fast food della Marina USA
Notizie dal mondo: no alla difenilammina, conflitti di interesse nell’Efsa, fibre anti-fame, carne Halal da Subway, chiusura dei fast food della Marina USA
Redazione 12 Maggio 2014Le notizie dal mondo di questa settimana arrivano da Unione Europea, Gran Bretagna e Stati Uniti
Da marzo stop a mele e pere importate dagli Stati Uniti, l’UE abbassa drasticamente la presenza di difenilammina
Il 2 marzo è entrato in vigore un regolamento della Commissione europea che abbassa da 5 a 0,1 mg/kg il limite massimo di residui di pesticidi come la difenilammina (DPA). Si tratta di un pesticida, ammesso in alcuni paesi, che viene applicato su mele e pere quando i frutti vengono conservati nelle celle frigorifero per prevenire la comparsa di macchie nerastre sulla buccia (riscaldo). In Europa l’utilizzo della DPA è stato vietato dopo una decisione della Commissione europea del novembre 2009, perché erano «emersi alcuni motivi di preoccupazione. In particolare, non è stato possibile effettuare una valutazione affidabile dell’esposizione dei consumatori, poiché mancano dati sulla presenza e la tossicità di metaboliti non identificati della sostanza, come pure sull’eventuale formazione di nitrosammine durante la conservazione della sostanza attiva e durante la trasformazione di mele trattate. Mancano inoltre dati sul prodotto di degradazione o di reazione potenziale dei residui di difenilammina nei prodotti trasformati». Continua a leggere l’articolo.
Il Parlamento europeo chiede regole più severe sui conflitti d’interesse all’interno dell’Efsa
Una procedura “onerosa e opinabile”, che dà “adito a interrogativi circa la sua credibilità ed efficacia” e che non ha contribuito a “dissipare i timori sull’imparzialità degli esperti dell’Autorità”. Così si esprime una risoluzione approvata dal Parlamento europeo nella sua penultima sessione prima delle elezioni per il suo rinnovo, in merito alla gestione dei conflitti d’interesse da parte dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Nel 2012, dopo i rilievi della Corte dei conti europea, l’Efsa ha adottato una nuova politica in materia d’indipendenza e di processi decisionali in ambito scientifico, che, però, viene ancora giudicata “onerosa e oggetto di critiche”, perché affida ai capi unità il compito di vagliare le eventuali situazioni di conflitto d’interesse, “generalmente valutate caso per caso”. Continua a leggere l’articolo.
Scoperta nelle fibre la molecola anti-fame
“Acetato”, è questo il nome della molecola rilasciata nell’intestino dagli alimenti contenenti fibre e che trasmette al cervello il messaggio che si è sazi. Lo ha scoperto uno studio, pubblicato dalla rivista Nature Communications, condotto in Gran Bretagna da ricercatori dell’Imperial Collegge London e del Medical Research Council. La ricerca è stata condotta sui topi: quelli alimentati con inulina – una fibra solubile, presente soprattutto nella cicoria e nelle barbabietole da zucchero, e che si ritrova spesso anche nelle barrette di cereali – mangiavano meno e perdevano più peso, rispetto a quelli che non assumevano inulina, e avevano livelli più alti di acetato nell’intestino. Continua a leggere l’articolo.
Via prosciutto e bacon, solo carne Halal in 185 ristoranti britannici della catena di fast food Subway
In Gran Bretagna, 185 ristoranti della catena di fast food Subway hanno eliminato dal menù il prosciutto e il bacon, sostituendoli con carne di tacchino. D’ora in poi questi negozi serviranno solamente carne certificata Halal dalle autorità religiose islamiche, cioè rispettosa dei principi e delle regole della religione musulmana che prescrive, in particolare, che durante la macellazione gli animali debbano essere lasciati dissanguare completamente senza stordirli. La decisione di Subway, che ha circa 1.500 negozi in Gran Bretagna, ha suscitato forti reazioni. Continua a leggere l’articolo.
Obama alza lo stipendio minimo dei dipendenti e i fast food se ne vanno dalle basi militari
Quattro fast food, di cui tre McDonald’s, hanno chiuso i loro ristoranti in altrettanti basi della Marina militare statunitense. Altri tre hanno chiesto la risoluzione dei contratti con altre basi. Lo riferisce il sito Military Times, che cita una fonte anonima informata, secondo la quale queste chiusure sono solo la punta dell’iceberg e che nessuno ha capito quale sarà la portata di due nuovi regolamenti governativi, che hanno aumentato il salario minimo dei lavoratori a contratto federale, quindi anche di quelli dei fast food all’interno delle basi militari, da 7,25 a 10,10 dollari l’ora, prevedendo anche che debbano essere pagate delle nuove indennità in materia di salute e welfare, pari a 3,81 dollari l’ora. Continua a leggere l’articolo.
Beniamino Bonardi
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